Un mondo nuovo

Italia P2


Il magistrato Giuliano Turone, giudice emerito della corte di cassazione, rinviò a giudizio Michele Sindona, nel luglio del 1984, per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli. E fu ancora lui, assieme al collega Gherardo Colombo, che, indagando sul banchiere, scoprì e rivelò le trame della loggia massonica P2. Il magistrato Turone ha da poco dato alle stampe per Chiarelettere il volume Italia occulta. Dal delitto Moro alla strage di Bologna, il triennio maledetto che sconvolse la Repubblica (1978-1980). Racconta il magistrato Turone ‹‹Ambrosoli fu assassinato perché si opponeva, in modo molto rigoroso, agli indecenti piani di risanamento della Banca privata italiana di Michele Sindona. Non voleva che il risanamento della voragine finanziaria causata da Sindona, che intanto era stato incriminato per bancarotta fraudolenta, gravasse sulle spalle dei contribuenti››. ‹‹Della vicenda si sa tutto. Anche perché l’autore materiale dell’assassinio, William Joseph Aricò, che poi è morto durante un tentativo di evasione, ha confessato. Era stato ingaggiato, per conto di Sindona, dal criminale americano Robert Venetucci. Doveva uccidere anche Enrico Cuccia, ma il presidente di Mediobanca, anche lui contrario al salvataggio della Banca privata italiana, si è salvato perché, proprio per sfuggire alle minacce, cambiava frequentemente casa e il killer, come dichiarò lui stesso, non riuscì a rintracciare il nuovo indirizzo. Pochi giorni dopo l’omicidio di Ambrosoli, Sindona mette in scena il suo finto sequestro. Smascherato, fugge nuovamente a New York, ma viene arrestato poco dopo. Nel 1984 viene estradato in Italia, e il 18 marzo 1985 viene condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio Ambrosoli. Come si sa, il mattino del 20 marzo si toglie la vita con una dose di cianuro. Sono convinto che si trattò di suicidio mascherato da omicidio››. ‹‹Io parlo di una responsabilità politica e morale. Vorrei ricordare che Giulio Andreotti ha avuto due incontri segreti e clandestini con il giudice istruttore Antonio Alibrandi, cioè colui che aveva incarcerato Mario Sarcinelli e incriminato Paolo Baffi, rispettivamente responsabile del servizio di vigilanza e governatore della Banca d’Italia. Anche loro si opponevano al salvataggio e si cercò di colpirne la fermezza e il rigore con accuse che si rivelarono, due anni dopo, prive di ogni fondamento. Non solo, come dimostra la Commissione di inchiesta parlamentare sulla P2, quella di Andreotti, nel sistema di potere occulto che ha dominato l’Italia negli anni in cui ci fu anche l’omicidio Ambrosoli, è una figura chiave, assolutamente rilevante››. ‹‹Tina Anselmi, che fu presidente della Commissione, parlò di una doppia piramide rovesciata. Noi scoprimmo la piramide inferiore, ma non ci è dato sapere chi ci fosse in quella superiore, là dove venivano elaborate le strategie. Proprio perché non si scoprì tutto, è possibile che dei cascami del potere occulto P2 di allora si trascinino ancora oggi›› (FC n. 27 del 7 luglio 2019).