Un mondo nuovo

Recupero dell'occupazione


“Affermare che oggi non c’è il lavoro a fondare la democrazia ma il reddito, come ad esempio ha fatto Beppe Grillo nel suo blog, è una frase pericolosa e se fosse presa sul serio e ispirasse un programma di governo sarebbe devastante per la democrazia. i computer e i robot ci stanno liberando da lavori ripetitivi. E questo è un bene, perché nessuno vuole il ritorno alla catena di montaggio dei Tempi Moderni di Charlie Chaplin. Sarebbe una sciagura se un giorno l’informatizzazione e l’intelligenza artificiale ci liberassero dal lavoro tout court, perché il lavoro è una delle attività più serie che due persone riescono a fare insieme. Il lavoro è molto più che guadagnarsi il reddito. È un modo per diventare adulti, per esprimere le proprie eccellenze, per avanzare socialmente. Nel lavoro c’è una dimensione spirituale e creativa straordinarie come avevano capito benissimo i benedettini che pregando e lavorando furono artefici di grandi innovazioni e fondarono l’Europa. Una società senza lavoro non sarebbe più felice, ma molto più triste, bloccata, immobile. Non a caso le democrazie hanno sempre respinto queste tentazioni che nella storia sono periodicamente riaffiorate. Sono convinto che continueranno a farlo. Politicamente dobbiamo ridiscutere la fetta di valore aggiunto che va ai lavoratori. In questi ultimi 20 anni di capitalismo finanziario abbiamo favorito le rendite. Al punto che i ricchi non sono i lavoratori, ma i detentori dei titoli di stato. Dobbiamo tornare a ragionare su quello che nel Novecento è stato fondamentale: la distribuzione del reddito. Ci siamo illusi che ci avrebbe pensato il mercato. Non è stato così. (Il reddito di cittadinanza) È una pericolosa fuga dalla realtà. Sganciare il reddito dal lavoro sarebbe un grave errore. Una società seria dovrebbe tutelare chi lavora, stabilendo che sotto un certo livello il salario non può scendere. Per coloro che il lavoro lo hanno perso, invece, dovrebbe prevedere un reddito di inserimento sociale, limitato nel tempo e rivolto a certe categorie specifiche di persone, fortemente orientato al recupero dell’occupazione e non alternativo ad essa come qualcuno immagina quando parla di reddito di cittadinanza” (Francesco Chiavarini, Intervista a Luigino Bruni, accademico, saggista e storico del pensiero economico, Scarp de’ tenis, maggio 2018).