Un mondo nuovo

La via dell'inferno


2019, Avvenire 20 dicembre. Migranti. Il telefono del Sahara che salva le vite sulla «via dell'inferno»Alarm Phone Sahara, numeri di telefono e informatori per aiutare chi si sposta nel deserto, ascoltando chi lancia allarmi e segnalando chi è in difficoltàUna rete di informatori del deserto che sorveglia oasi e città nel Sahara sulle antiche piste verso la Libia. Che vigila su quella che i disperati di passaggio chiamano «la via dell’inferno». E numeri di telefono per salvare chi resta bloccato nel deserto o viene abbandonato dai trafficanti.Perché quanti siano i migranti morti nella gigantesca regione desertica tra Mali, Niger, Ciad, Libia e Sudan nessuno lo sa. Ma i malati o chi cade dai pick up affollati in corsa – su questo ci sono molte testimonianze e una diffusa letteratura – viene abbandonato dai trafficanti sulla strada infernale e viene cancellato dalle sabbie perenni.Per salvare le vite in pericolo tra le dune, tre anni fa è nata Alarm phone Sahara. I numeri sono due (+22780296826 e +22785752676) e campeggiano su un sito: i volantini vengono distribuiti nei nodi di passaggio. Ha sede ad Agadez, punto di transito di molti migranti e di raccolta di quelli bloccati e respinti dopo che dal 2015, su pressione europea, il governo di Niamey ha messo fuori legge il trasporto di persone, attività su cui si reggeva da sempre l’economia di uno Stato poverissimo, dando notevole impulso al traffico illegale di esseri umani sulle rotte dell’Africa occidentale.L’esternalizzazione delle frontiere europee fino al Niger ha bloccato migliaia di persone in una regione priva di un sistema di accoglienza.Negli ultimi anni centinaia di migliaia di uomini, donne e minori hanno raggiunto Agadez in fuga da conflitti e violenze, in attesa di affrontare la traversata del Sahara verso la Libia. Dal dicembre 2017, rifugiati e richiedenti asilo, per la maggior parte sudanesi, hanno cominciato a ripercorrere quella stessa via in senso contrario, in fuga dai campi di tortura libici. Hanno trovato rifugio nei campi profughi, ma dopo il blocco sono aumentati incidenti e sparizioni nel deserto.«Ci finanziamo con donazioni di organizzazioni umanitarie europee – spiega Moctar Dany Yaye, portavoce di Alarm Phone Sahara –. Noi siamo sostenitori dello sviluppo sostenibile che faciliti la libera scelta della gente di restare dove vivono o di lasciare in base ai loro bisogni. La nostra attività principale è sensibilizzare perciò sui pericoli della rotta, informare sui documenti richiesti e sulle modalità di salvataggio sulle condizioni di viaggio e i pericoli nel deserto nel Sahel e nel Sahara. La sensibilizzazione avviene via social media con volantini o incontri. Diamo avvisi e promuoviamo i diritti dei migranti, abbiamo fatto report, laboratori e meeting, documentiamo e rendiamo visibile quello che sta accadendo su queste rotte migratorie, inclusi i crimini, le violazioni dei diritti umani e gli abusi. Il nostro principale obiettivo resta salvare migranti in pericolo nel deserto e denunciare le politiche regionali, sub-regionali, nazionali e internazionali che mettono a repentaglio le loro vite. restringendo le libertà di movimento. Le informazioni sono sul sito Alarmphonesahara.info».