Un mondo nuovo

Tragedie che salvano


Due bambine, Anna e sua sorella assistono all’uccisione della loro mamma per mano del padre. Dopo questa tragedia le due sorelle sono unite a tal punto da essere l’una la mamma dell’altra. Gli anni passano, e la sorella di Anna sposa un uomo amabile che fa da padre ad Anna. Dopo qualche tempo Anna si sposa ed è il cognato ad accompagnarla all’altare; il marito è di San Martino in Cole, Gubbio. Per motivi di lavoro del marito, Anna vive per alcuni anni in Terra Santa. Nel frattempo, il cognato si ammala di Parkinson a soli 35 anni. Anna prega, prega, prega, è disperata. Ma al suo rientro in Calabria, suo paese natale, il cognato è peggiorato e poi muore. Anna si sente tradita dal suo Dio e se ne distacca. Ha due figli, Sara e Daniele. Lei si identifica con Sara, bambina molto gioiosa e amorevole, che tutte le sere chiede alla sua mamma di raccontarle una storia, e la mamma l’accontenta. Ma una sera del primo di agosto, Anna era arrivata in Calabria, e la stanchezza del viaggio l’hanno molto provata. Nel metterla a letto, Sara, come al solito, chiede la storiella. Anna si scusa, chiede comprensione e le promette che gliela racconterà domani. Sara sembra convinta. Sta con gli occhi chiusi, e la mamma crede che stia dormendo e si volta per uscire dalla stanza. Quando Sara,che ha tre anni e mezzo, con una vocina dice: ‹‹C’è una bimba piccola piccola, … e c’è mamma Morena…››. La bimba non aveva mai sentito il nome Morena. La mamma chiede: ‹‹Com’è mamma Morena?››. ‹‹È buonissima, ha i capelli blu e gli occhi marroni››. Quindi la bimba sa distinguere i colori. La mamma resta sconcertata da questa notizia di Sara e ne parla col marito. Il giorno successivo, Sara fa una piccola marachella e la mamma la sgrida. E lei: ‹‹Mamma Morena non mi sgrida mai››. la mamma è turbata: ‹‹E tu lasceresti mamma Anna per andare con mamma Morena?›› ‹‹Sì!››, risponde la bimba. Dopo qualche giorno, il 5 agosto 2006, Sara, mentre gioca, insieme al fratellino con dei giochi muniti di cavo elettrico, resta fulminata. La mamma, distrutta, non vuole più vedere quel corpo esanime, lo lascia ai medici. Il giorno delle esequie, nella camera ardente, un’amica, che anche lei ha perso una figlia, la consiglia di guardare la sua bambina morta, perché altrimenti dopo potrebbe pentirsene. Allora Anna, insieme al marito, guarda la sua bimba morta, e sente di sé, all’improvviso, una serenità, una luce e una pace inspiegabili: tutta l’angoscia era passata. Poi la bara la portano a San Martino in Colle, Gubbio, dove ci sono i nonni, e durante il viaggio, il papà della bimba osserva un’immagine della Madonna, che ha il manto celeste, che è stata posta nella macchina dietro la bara, e dice alla moglie: ‹‹Non è che Sara, quando parlava che mamma Morena aveva i capelli blu si riferiva al manto della Madonna?››. Al ritorno a casa, il papà di Sara fa delle ricerche su internet e trova che in un paese della Bolivia si festeggia, il 5 agosto, la Madonna Morena. Inspiegabilmente, da allora, in San Martino in Colle molti si recano sulla tomba di Sara e lasciano oggetti; tanto che il parroco prima, e poi anche il vescovo, hanno deciso di festeggiare questa morte e hanno costruito una cappella dove la sua bara è stata traslata, perché San Martino in Colle, grazie a Sara, è diventato un luogo di conversione. . E i genitori di Sara si sono riconciliati col Padre e con la chiesa grazie a questa tragedia che li ha colpiti.