Un mondo nuovo

Matrimonio


don Alberto Marsiglia, 59 anni, ‹‹Nelle mie precedenti esperienze alle parrocchie di Santa Lucia e della Pentecoste, sempre a Milano, avevo sperimentato la bellezza della fraternità. Così ho pensato di replicare anche qui e dopo due anni ho incontrato Marco e Lucia, che fin dal loro arrivo in quartiere avevano cercato un sacerdote con cui camminare››. Dopo le nozze Marco e Lucia erano infatti andati ad abitare in appartamento, prima in una zona residenziale della città, poi nei pressi della parrocchia Sant’Eugenio. ‹‹Ma abbiamo capito subito che l’appartamento ci stava stretto. Desideravamo essere una famiglia al servizio della chiesa locale e il richiamo dell’allora arcivescovo Angelo Scola a vivere la parrocchia ci ha spinti a metterci in gioco››, racconta Lucia mentre dà da mangiare a Giuditta, 9 mesi. Intanto Pietro, 8 anni, Mattia, 6 e Giuseppe 4, giocano tranquilli in salotto. ‹‹Non ci sentiamo super, né vogliamo essere un esempio o la risposta alla famiglia promotrice di evangelizzazione››, aggiunge Marco. Niente incarichi prefissati, dunque, ma la disponibilità a costruire qualcosa assieme alla comunità, a partire dalle reali necessità. ‹‹Quando siamo arrivati ci siamo messi in ascolto delle famiglie del quartiere e, un invito a cena dopo l’altro, è nato un bel bagaglio di prossimità: belle amicizie con cui camminare nel quotidiano e nella fede››, racconta ancora Marco. ‹‹Io quest’anno sono catechista e mi occupo dello spazio bimbi dell’oratorio, ma ogni idea che ci viene in mente non la portiamo avanti se l’impegno non è condiviso con altri››, sottolinea Lucia. La quotidianità di Marco e Lucia è simile a quella di tante altre famiglie. Lucia lavora come fisioterapista, Marco come giornalista e si sposta tutti i giorni fuori città. Ci sono i figli da accompagnare a scuola, il frigorifero da riempire, la lavatrice da svuotare e il tempo che vola via sempre troppo in fretta. Don Alberto, che vive nell’appartamento al piano superiore della stessa palazzina, è più che di casa: ‹‹Mi hanno adottato e io ho adottato loro. La sera ceniamo insieme, condividiamo il vissuto della giornata e, compatibilmente con gli impegni di ciascuno e il ménage familiare, chiudiamo recitando la Compieta››, racconta. ‹‹Il nostro è l’incontro di due vocazioni e due sguardi diversi. Stando con Lucia e Marco intuisco meglio anche le situazioni familiari che possono vivere i parrocchiani››.Una volta al mese la “famiglia allargata” si ritrova per la catechesi e periodicamente verifica il proprio cammino. ‹‹Ci chiediamo se stiamo crescendo come famiglia, è la cartina tornasole della bontà di ciò che viviamo››, spiega Marco. ‹‹Questo stile di vita ci sta segnando, per esempio stiamo imparando a concepire il tempo in maniera diversa, mettendo al centro le relazioni››. Per quanto ancora Marco e Lucia vivranno in fraternità in parrocchia è tutto da vedere. ‹‹Non credo che torneremmo in appartamento, ma le esigenze della famiglia avranno comunque la precedenza in ogni ragionamento. Bisogna poi sempre chiedersi che famiglia si vuole essere: la questione non è abitare la chiesa quanto abitare il mondo essendo chiesa››, aggiunge ancora Lucia. ‹‹Si tratta di una forma vocazionale››, chiudono Marco e Lucia. ‹‹Essere “famiglie missionarie a km zero” è una forma di vocazione, non la vocazione: quella è e rimane il matrimonio›› (FC n. 9 del 1 marzo 2020).