Un mondo nuovo

Coronavirus, dura prova


Il dramma di tanti anziani e delle loro famiglieSono un impresario funebre di Bergamo, città colpita da molti lutti. Nel mese di marzo abbiamo purtroppo lavorato tantissimo, addirittura abbiamo dovuto dire ad alcune famiglie che non potevamo occuparci del loro defunto perché non riuscivamo (cosa che ci pesava tantissimo perché dall’altra parte sentivamo che la famiglia era in difficoltà, perché magari eravamo già la quarta impresa che diceva loro di no!). Ora siamo a Pasqua e per fortuna l’emergenza si è un po’ fermata e mi sono seduto a pensare. I pensieri sono tanti, il Signore sta mettendo a dura prova la mia fede, tutte le famiglie sono state toccate da un lutto o da un ricovero, ma la cosa che non riesco a superare è vedere le persone morte in solitudine e spesso portati via in solitudine. Pensare di non vedere più il tuo caro nemmeno per accarezzarlo dentro la bara mi ricorda le mamme che hanno perso i figli in guerra, dispersi. Non li hanno più rivisti. Sembrava un ricordo lontano e invece oggi è toccato a noi!Tutte le volte che entro in una camera mortuaria degli ospedali per occuparmi di un defunto e metterlo nella bara mi viene spontaneo chiedere scusa a lui e ai suoi cari perché non posso sistemarlo decorosamente come si fa di solito, dico una preghiera per lui e soprattutto per chi a casa non lo vedrà più. Qualcuno mi ha chiesto se fosse veramente il loro papà, qualcun altro mi ha chiesto di fare la foto alla bara perché era l’ultimo ricordo del marito. Ora la gente vuole uscire, non vuole restare in casa. Forse se pensassero a queste famiglie risulterebbe loro più facile. L’altro giorno sono entrato in chiesa a prendere il libretto del triduo pasquale. Mi sono fermato davanti all’altare con la chiesa vuota e mi è venuto spontaneo chiedere: dove sei Gesù? Ascoltando le parole di papa Francesco capisco che il Signore è sempre in mezzo a noi, ma oggi faccio fatica a trovarlo!Grazie per avermi ascoltato, le chiedo durante la sua Messa di dire una preghiera per tutte le famiglie colpite da un lutto e per tutte quelle che aspettano con ansia buone notizie per i loro cari in ospedale – Lettera firmata (FC n. 17 del 26 aprile 2020).