Un mondo nuovo

Il peso opprimente della solitudine


Il peso opprimente della solitudine(FC n. 26 del 28 giugno 2020)Dall’inizio della pandemia a oggi riesco a fare una piccola sintesi di questo periodo infame trascorso nella più totale solitudine. Vivo da solo e questo non mi fa paura, ma ho visto il totale menefreghismo da parte delle istituzioni, sindaco e parroco compreso, che non si sono degnati di vedere se ero ancora vivo o se avessi bisogno di qualcosa, medicinali e spesa. L’unica cosa: il recapito di due museruole con l’elastico che tirava le orecchie, proprio da terzo mondo. la fortuna per il momento è di essere ancora vivo. Perché mi lamento? Abito in un paese della Valsessera di pochi abitanti, dove anche i gatti si conoscono e si chiamano tutti per nome… e cognome.Non sono piagnone e neppure mammone, mi sono sempre presentato sul lavoro sia di giorno sia di notte e tantissime volte a piedi causa neve.Avete ragione, la terza età non fa più gola a nessuno, anzi prima sparisce dalla circolazione meglio è, così i soldi della pensione verranno utilizzati per altri scopi. Anzi, con questa epidemia ci avete abituato a restare sempre più soli, così da dimenticare che ci siano persone più bisognose di noi - Enzo