Un mondo nuovo

Non basta il voto


Desidererei fare qualche considerazione. Pur facendo il docente, sono stato invitato anche a fare politica attiva e a espormi pubblicamente… Sono stato assessore e consigliere comunale, il tutto è durato una ventina d’anni, quindi capisco bene il tormento di vari cittadini, ma lo condivido solo in parte. I cattolici sono mescolati in ogni formazione politica e con molti altri politici con le più diverse impostazioni, da tempo non esiste più la civitas cristiana unica, ma questo è un bene, perché è frutto della democrazia pluralista, un modo arduo, ma più giusto oggi, di fare politica.La Costituzione è stato un grande momento di tale progresso, poi le cose sono peggiorate, è vero, ma non è vero che non ci sono stati alcuni risultati, pur nella delusione che tutti denunciamo. Grazie al dialogo tra le varie posizioni, negli anni in cui mi sono trovato nel Consiglio comunale di Trieste, la mia città, e parlando solo di quanto ho potuto seguire di persona, sono nate con l’aiuto di tutti la Consulta per gli immigrati, ottenuta a fatica, ma con voto unanime, una delibera di riassetto degli asili, una delibera concordata di aiuto alle famiglie numerose, il rifornimento ai carcerati di frigoriferi prima inesistenti nelle celle, un progetto di aggregazione giovanile di portata cittadina. Risultati frutto di collaborazione tra maggioranza e opposizione, perché mi sono trovato sia di qua che di là.Il nostro vivere, non solo politico, è eccessivamente rissoso e disinteressato, e manca nei cittadini, e anche tra i cattolici, una coscienza civica matura.Quasi mai nelle comunità cristiane si parla dei beni comuni, dei problemi comuni e del bene comune. Si pretende un cambiamento del mondo, standone però alla larga, disinformati, spesso solo qualunquisti e disimpegnati. ‹‹Più che le azioni dei malvagi, temo il silenzio dei buoni››, ebbe a dire Martin Luther King. La politica è solo un aspetto della vita e richiede pazienza e dialogo, talora compromessi. Avverto una distanza enorme tra la partecipazione dei credenti alla vita di tutti, e quindi il voto è solo il minimo contributo, mentre va invece ancora scoperto un modo serio e coinvolgente di convivere nella diversità e nella libertà, dove nessuno comanda e impone. Siamo ancora una democrazia in divenire. E non basta rivendicare identità senza capire le realtà e guardare in faccia le sofferenze e le ingiustizie, di cui tanti fratelli sono vittime. Le pretese dette a distanza di sicurezza, senza metterci la faccia, sono una moneta fuori corso – Silvano M. (Lettera pubblicata su FC n. 35 del 30 agosto 2020).