Un mondo nuovo

Carissimo nemico


Arrivederci in paradiso, Gino, mio “carissimo nemico”L’immancabile telefonata quotidiana, la mia solita domanda, ripetuta sino alla noia ‹‹Gino, come ti senti?››, e la sua ironica risposta: ‹‹Fammi la domanda di riserva››. Un’ironia bonaria che ha tenuto in piedi un rapporto vero, di grande stima, di grande rispetto, nato sui banchi di scuola sin dalla seconda elementare, fra due soggetti molto spesso in contrapposizione di idee: per questo avevamo imparato a definirci “i carissimi nemici”; spesso in disaccordo, anche a motivo dei nostri diversi percorsi culturali, ma legati da un vero, immenso amore fraterno: Gino, preciso e calcolatore, infatti, è stato un bravissimo ingegnere; io, più fantasioso e sognatore, filosofo. Poi, anche un cammino di fede; negli anni Ottanta il nostro comune (non è un caso) padre spirituale, don Michele M., ci chiama a una inaspettata e impensata avventura: la via del diaconato permanente. E il 5 gennaio 1991, insieme ad altri sei compagni di cordata, riceviamo la sacra ordinazione. E ancora la nostra vita che si trova a percorrere strade comuni, esperienze di fraternità e di fede: dalla seconda elementare agli odierni 85 anni, abbiamo affrontato immancabili prove, sofferenze, ma anche tantissime gioie: ognuno di noi è nonno di molti nipoti che a loro volta si frequentano, si vogliono bene e continuano a respirare affettuosamente questa bella ara familiare. Ma un brutto giorno è sopraggiunta la malattia di Gino, l’ultima di una lunga serie, che ne ha provato irrimediabilmente il fisico, ma non lo spirito.Negli ultimi giorni ho avuto la grazia di portargli Gesù Eucarestia e di vederlo sereno, non rassegnato. Il pomeriggio del 13 luglio l’ultima telefonata, la sua; e il mio impegno che all’indomani sarei andato ancora una volta a trovarlo con Gesù. Ma il Signore è stato più veloce di me e, nella notte, è andato lui in persona a prenderselo con sé.Un’ultima accorata considerazione: nel nostro fraterno rapportarci con benevola ironia, scherzavamo spesso su chi dei due avrebbe “salutato” l’altro; è toccato a me, alla fine di una liturgia molto partecipata da sacerdoti e diaconi e presieduta da monsignor arcivescovo: ho parlato con il cuore, ho ricordato la lunga via che abbiamo percorso affettuosamente e fraternamente insieme; ho concluso che “all’ultimo tornante” di questa via, spesso tortuosa e sempre in salita, Gino ha “preso la rincorsa” ed è volato lassù dove non ci sono più affanni e dolori e da dove ci guarda, ci protegge e prega per noi. arrivederci in paradiso, Gino, mio “carissimo nemico” – diacono Abramo F. (FC n. 36 del 6 settembre 2020).