Un mondo nuovo

Fratelli tutti


2020, FC n. 41 del 11 ottobre. Evangeli Gaudium, la sua prima esortazione apostolica che, fimata nel novembre 2013, sembra richiamare quel ‹‹ripara la mia Chiesa›› di francescana memoria, perché essa possa ritrovare la gioia di annunciare il Vangelo.   ‹‹”Fratelli tutti” scriveva san Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo››. “Fratelli tutti” è l’enciclica che papa Francesco ha composto e firmato ad Assisi il 4 ottobre 2020. Papa Francesco apre questi 8 capitoli divisi in 287 paragrafi, spazzando via le polemiche femministe che si sono susseguite fin dal momento in cui è stato annunciato il titolo dell’enciclica.  Don Carmelo Torcivia non ha dubbi: ‹‹Fraternità è il nome della Chiesa-sacramento››. Nel Nuovo Testamento l’originale Greco adelfotes (inventato dalla Bibbia con questa desinenza quasi a voler rivendicare la necessità di una nuova fratellanza dopo il fratricidio di Caino su Abele) non indica tanto un amore tra fratelli (per il quale invece si usa il termine philadelphia), ma piuttosto una struttura, la Chiesa che diventa grembo, che, nel suo complesso, permette e favorisce il nascere e lo svilupparsi di questo rapporto. Dio in Gesù Cristo nostra pace, ha compiuto l’importante opera dell’abbattimento di tutte quelle barriere (ebreo e pagano, uomo e donna, libero e schiavo) che dividono gli uomini. Nessun uomo e nessuna donna possono dirsi esclusi dalla salvezza di Dio che sì realizza nella comunione universale di tutti gli uomini. Di questa fraternità universale la Chiesa è sacramento: “La Chiesa è in Cristo come un sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Questa unità di tutto il genere umano si realizza concretamente attraverso strutture di fraternità, di cui la Chiesa è ancora segno, grazie al suo essere fraternità. Ancora nella Gaudium et spes afferma: “La Chiesa, in forza della missione che ha di illuminare tutto il mondo con il messaggio evangelico e di radunare in un solo Spirito tutti gli uomini di qualunque nazione, stirpe e civiltà, diventa segno di quella fraternità che permette e rafforza un sincere dialogo”. ‹‹dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la sua Misericordia - il credente è chiamato ad esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere››. Questo comporta allora, come indica l’enciclica, che tutte le strutture  e le comunità in cui si articola la Chiesa debbano essere attente  ad alcuni criteri teologico-pastorali: l’inclusione di tutti gli uomini, evitando ogni emarginazione, e poi il reciproco sostegno, la condivisione delle decisioni attraverso l’esercizio concreto della sinodalità, l’attenzione a tutte le tipologie dei poveri, perché si realizzi una reale uguaglianza a partire dalla commune dignità umana, la cura del Creato.   Una strada, quella della fraternità, che ha avuto uno dei momenti più alti nella Dichiarazione di Abu Dhabi fermata il 4 febbraio 2019 con Ahmad Al-Tayyeb, il grande imam di Al Azhar. ‹‹Oggi sono due milioni i giovani musulmani che stanno studiando nelle università quell documento››, dice il giudice Mohamed Mahmoud Abdel Salam, segretario generale dell’Alto Comitato per la fratellanza umana, annunciando che saranno cento I giovani di tutto il mondo che saranno chiamati a fine mese prima a Roma e poi ‹‹ad Abu Dhabi, ma anche in Egitto›› per dedicarsi ‹‹alla riflessione, allo studio e al dialogo libero ed approfondito. Così facendo, l’Enciclica giungerà ai giovani, appartenente a religioni ed etnie diverse, con la speranza che possa costituire un passo nella direzione giusta, verso una fratellanza umana mondiale››.