Un mondo nuovo

Un ragazzo normale


Carlo AcutisNato a Londra il 3 maggio 1991Morto il 12 ottobre 2006, 15 anni. Beatificato ad Assisi, nella basilica di san Francesco, il 10 ottobre 2020.  Aveva tante passioni: il mare e la campagna umbra, i computer, il sassofono, il calcio (giocava e tifava Milan). Soprattutto amava Gesù, l’Eucaristia e i poveri. L’Eucarestia: ‹‹La mia autostrada per il Cielo››. Il suo cuore, intatto nonostante la morte per leucemia fulminante, è stato scelto per essere esposto come reliquia durante il rito di beatificazione. ‹‹Avremmo voluto donare i suoi organi, ma i medici ci dissero che la malattia li aveva sicuramente compromessi. Invece il 23 gennaio 2019 la ricognizione canonica sulle spoglie mortali li ha trovati integri, come il suo corpo, esposto alla venerazione dei fedeli dall’1 al 17 ottobre 2020 nel Santuario della spogliazione››, racconta la mamma Antonia, che aveva 2 anni quando lo diede alla luce. La famiglia rientra in Italia, a Milano, e il piccolo manifesta già a 3-4anni il desiderio di entrare in chiesa ‹‹a salutare Gesù›› e di raccogliere fiori da portare alla Madonna. Gesti che fanno scaturire nella mamma Antonia il desiderio di riavvicinarsi alla fede in maniera più profonda e costante, così come in Stefano Zauli, cugino di Antonia (‹‹le nostre mamme erano sorelle e siamo cresciuti insieme››) e da 25 anni cavaliere del Sovrano militare Ordine di Malta. ‹‹Quando ci parlavo al telefono o lo incontravo mi chiedeva se ero andato a Messa, sempre simpatico e comprensivo: mi aveva trasmesso il bisogno di andarci ogni giorno, come lui aveva cominciato a fare subito dopo la Prima Comunione, anticipata a 7 anni per la sua maturità spirituale, inconsueta per quell’età precoce››, ricorda lo zio. ‹‹Ma non si pensi che fosse diverso dagli altri bambini: rideva e scherzava, aveva sempre la battuta pronta, era molto sagace e vivace. Aveva tante passioni: era un genio del computer, imparò a suonare il sassofono, amava gli animali, giocava a pallone, tifava per il Milan e io cercai invano di “convertirlo” alla Roma regalandogli un cappellino e una maglia della mia squadra del cuore››. Zio Stefano non può dimenticare la bontà del nipote e la sua attenzione ai poveri, ‹‹a cui portava cibo, vestiti, scarpe, offerte. Pur essendo benestante, viveva in maniera semplice ed essenziale, rifiutava il superfluo››. Carlo riceve il sacramento della Cresima a 12 anni, il 24 maggio 2003, ma già dall’anno precedente è aiuto catechista in parrocchia; due anni dopo inizia a frequentare il liceo classico nell’Istituto Leone XIII, gestito a Milano dai padri Gesuiti. Il suo amore smisurato per l’Eucaristia, che definisce ‹‹la mia autostrada per il Cielo››, lo spinge a mettere a servizio il suo portentoso talento informatico per realizzare una mostra sui miracoli eucaristici fruibile via Internet, che inizia a fare il giro del mondo. ‹‹Diceva che bisognava mostrare i segni della presenza di Dio››, sottolinea la mamma. La malattia arriva come un fulmine a ciel sereno e in pochi giorni Carlo muore all’ospedale San Gerardo di Monza. ‹‹L’ultima volta che l’ho sentito mi ha detto di non preoccuparmi. Soffriva, ma pensava al dolore degli altri››, evidenzia commosso lo zio, stupito della rapidità della causa di beatificazione, avviata il 12 ottobre 2013. Proclamato venerabile il 5 luglio 2018, Carlo ha compiuto un miracolo accertato e tante grazie spirituali. ‹‹Papa Francesco lo ha citato nell’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit››, fa notare don Armando M., docente di Teologia fondamentale alla Pontifcia Università Urbaniana. ‹‹Perché Carlo è stato profetico anche nell’uso del digitale per l’evangelizzazione. La sua beatificazione rinnova il suo appello alla santità, a rimanere originali ed evitare di diventare fotocopie, come lui stesso ripeteva››.