Un mondo nuovo

Potere ai giovani


2020, HuffPost 25 novembre.Loccioni, potere ai giovaniEccellenza italiana, leader mondiale nella misura e nell’automazione per il controllo qualità e la sostenibilità, l'impresa ha creato un modello vincente: "Vendiamo conoscenza"Loccioni, eccellenza italiana leader mondiale nella misura e nell’automazione per il controllo qualità e la sostenibilità, ama definirsi “impresa” e bandisce parole come “fabbrica” o “azienda”. Fondata nel 1968 da Enrico e Graziella Loccioni, l’impresa marchigiana sviluppa sistemi personalizzati sulle esigenze del cliente, integrando competenze come la robotica, la sensoristica e la scienza dei dati. Come racconta ad Huffpost il figlio di Enrico Loccioni, Claudio, “da noi non esistono dipendenti ma collaboratori e intra-prenditori”.“Si parte da un presupposto semplice”, spiega “L’attività si basa su due grandi cardini: il cliente e chi offre la soluzione. Si parte dalla tensione che ha sempre mosso il mondo, la domanda e l’offerta, ed è su questo meccanismo che noi abbiamo costruito un tipo di impresa particolare, perché prima di vendere beni, vendiamo conoscenza”.Un’impresa che promuove logiche inclusive e mette al centro la persona. “Mentre l’industria manifatturiera ragiona sui macchinari, per cui gli investimenti sono sulle nuove linee di produzione e sulle macchine, nel nostro modello di impresa della conoscenza, gli investimenti si fanno tutti sulle persone”.Questa concezione accompagna l’impresa Loccioni sin dall’inizio della sua storia e si è tradotta in una presenza attiva nel territorio e nella formazione dei giovani, attraverso scuole e istituzioni. “Gli investimenti sulle persone avvengono in modi diversi: alcuni li fanno attraverso semplici assunzioni, altri, come piace fare a noi, li fanno cercando di radicarsi bene sul territorio. Noi siamo nell’entroterra marchigiano, un territorio che non è un luogo di passaggio, quindi la nostra sfida, nel gioco della domanda e dell’offerta, è garantire che ci siano persone che nel futuro possano portare avanti questo tipo di attività”.Il rapporto con i giovani e investire nella loro formazione è uno degli asset strategici di Loccioni. “A volte i progetti etici, se nascono dalla necessità, come nel nostro caso, diventano progetti di successo”, racconta Claudio Loccioni. “All’inizio noi non ci potevamo permettere dei collaboratori esperti quindi compensavamo con l’energia dei giovani, col tempo però il loro coinvolgimento è diventato un metodo vincente. Senza risorse giovani non riusciremmo a dare ai nostri clienti quello che ci chiedono”.I clienti e partner di Loccioni sono i leader mondiali nei loro mercati dall’ Automotive, all’Elettrodomestico, dall’Ambiente al Medicale, dall’Energia all’Aeronautica, tra i principali: Daimler, Ferrari, Ford, Bosch, Whirlpool, Airbus, RFI, Enel, Eni, Eon, Pfizer, General Electric.“Il cliente si rivolge a noi per risolvere un problema costoso e fastidioso che ha bisogno di una soluzione tecnologica”, anche Loccioni quindi lavora con le macchine ma “il punto è che dietro le macchine abbiamo persone che sviluppano soluzioni diverse per condizioni diverse”, spiega. “E ci siamo accorti che più le persone sono giovani, più sono incoscienti, e più sono incoscienti e più innovano. E i giovani chiamano altri giovani: adesso l’età media in Loccioni è di 32 anni”. “Nell’ambito che si chiama Alternanza Scuola Lavoro, che a noi invece piace chiamare Convergenza Scuola Lavoro, ogni ragazzo lavora a un proprio progetto” racconta Maria Paola Palermi, Responsabile Comunicazione Loccioni. “I ragazzi non se lo aspettano, sono abituati alla cultura dell’esecuzione, a eseguire ciò che gli viene detto di fare. Noi invece, già da quando hanno sedici anni, cerchiamo di stimolare la cultura dell’intraprendenza, per cui loro stessi sono protagonisti del loro progetto”.Questo è quello che Loccioni trasmette in media ogni anno a 70 ragazzi che partecipano al progetto “Vivaio”, selezionato dal Miur fra i 16 Campioni dell’Alternanza 2018. Il Vivaio è l’insieme degli studenti in contatto con Loccioni che rappresentano il futuro dell’impresa e oggi conta oltre 300 persone di diverso grado di istruzione, dal terzo anno delle scuole superiori fino ai dottorandi di ricerca, accompagnati in un progressivo inserimento nel mondo del lavoro.“Il passaggio dalla scuola o università al mondo del lavoro non è mai facile”, spiega Claudio Loccioni. “I nostri progetti partono dalle scuole elementari vicine a noi. Ai bambini si mostra che c’è un futuro e un mondo ad aspettarli. Tra scuole medie e superiori si fanno poi le prime azioni di convergenza, conoscendo i ragazzi ospitandoli nella struttura durante visite guidate. L’obiettivo è sempre quello di offrire possibilità nel territorio e far sì che le persone rimangano”.