Un mondo nuovo

E la scuola che fa?


Uno studente su tre è nella spirale degli stupefacenti. E la scuola che fa?Da agosto conosco Nicholas. È un giovane di 28 anni che fa uso di cocaina da quattordici.Non ha una casa. Non ha una residenza. Sua mamma, residente all’estero, è malata di tumore e depressa. Suo padre è uscito dal tunnel della droga dopo un’esperienza in carcere.Nicholas ha iniziato a farsi quando ancora era un ragazzo, quando frequentava la scuola. Grazie a lui, ancora una volta, nella mia vita ho avuto modo di riflettere sulla dipendenza e sulla questione droga. Proprio mentre stavo dando una mano a Nicholas, da Palermo, mi è arrivata la notizia, scritta su Repubblica dal collega Salvo P., di una ragazza 30enne morta per droga nei vicoli del capoluogo siciliano.Ma chi ne parla?Avete visto forse un telegiornale dare questa notizia?Sui quotidiani nazionali si fa fatica a trovare spazio per un fatto che finisce nell’inserto locale della cronaca nera, se va bene. Da mesi quando accendiamo la Tv a qualsiasi ora del giorno e della notte, i talk show dei canali di Stato o quelli privati, quelli dei conduttori di sinistra e quelli di destra, parlano solo dell’emergenza Covid. Il resto non conta più nulla. Non si parla più di disoccupazione, di occupazioni abusive, di disagio giovanile; di dipendenze, di povertà.Serve la giornata internazionale di questo o quell’evento per dedicare 120 secondi o due mila battute all’emergenza quotidiana. Poi tutto finisce in pochi minuti. Forse è il caso, invece, di soffermarci su un dato, da poco pubblicato, nella relazione annuale al Parlamento e redatta dal Dipartimento per le politiche antidroga: uno studente su tre è nella spirale degli stupefacenti. Il 3 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni è già schiavo della cocaina, e il 77,5 per cento dei consumatori ritiene di poterla reperire facilmente. L’87,5 per cento conosce i luoghi dove potrebbe trovare la “bamba”. Tra questi, nello specifico: oltre il 53 per cento si rivolgerebbe direttamente a uno spacciatore e/o al mercato della strada; il 45,5 per cento la troverebbe in discoteca, e il 40,9 per cento a casa di amici. Il 38,3 per cento la reperirebbe durante manifestazioni come rave e concerti; la scuola è indicata dal 18,7 per cento dei consumatori; la propria abitazione al 12,8 per cento; e oltre il 13 per cento la acquisterebbe su internet. Sono oltre 27.000 i ragazzi, pari all’1,1 per cento degli studenti che hanno riferito di aver fatto uso di eroina almeno una volta nella vita. A partire dal 2015, le percentuali di tutte le tipologie di consumo non hanno subito sostanziali variazioni.Di fronte a questi dati, chi fa l’insegnate non può voltare lo sguardo dall’altra parte. In questi anni le politiche di prevenzione hanno fatto cilecca. Da quando sono entrato nel mondo dell’istruzione (2007) non ho visto un solo progetto per la scuola primaria sul tema delle dipendenze. Eppure il primo passo importante per ridurre i consumatori è la conoscenza, è mettere le persone nelle condizioni di sapere. Trent’anni fa già alle elementari si parlava di cannabis, di eroina: conservo nell’armadio una maglietta con una sorta di fumetto umoristico sul tema. Oggi più che mai abbiamo l’urgenza di iniziare a informare i nostri ragazzi, a partire dalle ultime classi della scuola primaria, dove non di rado ho visto bambini che giocano a fumare con sigarette di carta. Quei dati, quei numeri sono volti, storie di figli, di ex alunni che forse non hanno avuto una scuola dalla loro parte. (Alex C., Scarp de’ tenis, Febbr. 2021).