Un mondo nuovo

Vergogna...


Che vergogna gli insulti dei prof a una ragazzinaSono rimasta molto colpita, per non dire turbata, dagli insulti ricevuti da quella ragazzina di Torino che ha dichiarato di voler andare a scuola anche a fine giugno per recuperare il tempo perso in questo anno difficile. Ma la cosa che trovo più sconcertante è che tali insulti non siano arrivati dai coetanei, dai compagni di classe, ma da adulti e soprattutto da insegnanti. Mi chiedo e le chiedo: se la scuola è il luogo della formazione e dell’educazione anche del cittadino, come è possibile che gli attacchi siano partiti proprio da lì? – Francesca. Cara Francesca, aver letto sui giornali commenti come: “Fatti curare, mandiamola a pulire i bagni, disagio, assistenti sociali, malattia mentale…” rivolti a una studentessa, che sosteneva l’idea di continuare la scuola per altre due settimane a giungo mi ha addolorata. Ma scoprire che molti di questi post provenivano da insegnanti è davvero triste e desolante per chi come me appartiene alla stessa categoria e mi fa urlare: “Vergogna”! Cosa siamo diventati? Come è possibile? Noi non firmiamo il giuramento di Ippocrate prima di entrare in classe ma la cura per i nostri studenti, esattamente come per i medici, dovrebbe essere al centro del nostro lavoro. Perché, come giustamente tu mi scrivi, la scuola è il luogo dove si inizia un percorso di socializzazione, di rispetto delle regole, di formazione alla cittadinanza e alla tolleranza. E le sfide di questo millennio, fatte di nuove tecnologie di comunicazione, ci hanno messo alla prova nel trovare risposte ai nuovi modi di socializzare tra i ragazzi, fatti a volte anche di una sottile violenza verbale e per immagini, che mai avevamo conosciuto. Il problema è che anche molti adulti sono diventati vittime e carnefici di un mondo dove i toni aggressivi sono ormai sdoganati attraverso i media e i social, sfruttati a vari livelli in primis da persone e personaggi pubblici che urlano e insultano l’avversario, anche politico, e lo denigrano. Mi viene in mente quanto accaduto a un’altra giovane ragazza, Greta Thunberg, attaccata e irrisa non solo da una massa indefinita di individui, ma anche da politici e capi di Stato che l’hanno offesa attraverso i loro social. La potenza di questi messaggi sovrasta tutto e tutti e ne siamo sopraffatti, o ancora peggio li facciamo nostri. Mi piace però pensare che col tempo la scuola diventi davvero il baluardo a tale arroganza e che quegli insegnanti che usano la Rete, forse solo per avere i loro 15 minuti di notorietà, siano solo una minoranza. Quella ragazza, con il suo gesto pacifico e fermo, ha dimostrato che la scuola c’è e i buoni insegnamenti e insegnanti danno buoni frutti (FC n. 12 del 21 marzo 2021).