Un mondo nuovo

Solo con l'educazione


2021, Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, FC n. 43 del 24 ottobreSolo con l’educazione vinceremo la criminalitàLa mia diocesi fa da argine al potere di morte dei clan, ma occorre un percorso comune in tutt’ItaliaNella mia esperienza più volte ho toccato gli effetti mortiferi delle mafie, di qualsiasi denominazione e provenienza geografica. L’accompagnamento di tanti giovani feriti dalla tossicodipendenza e la vicinanza a tanti adolescenti ammaliati dalla criminalità ha dato forma al mio ministero di prete: non sono forse questi i giovani a cui, come Chiesa, siamo inviati a portare l’annuncio di liberazione del Vangelo, diventando profeti di senso e di significato? Se l’uomo è la via della Chiesa, come ha affermato san Giovanni Paolo II, lo è ancor di più l’uomo ferito, il giovane in difficoltà, il bambino a cui il malaffare mafioso offusca il presente e ruba il futuro.Quando papa Francesco mi ha inviato a Napoli avevo consapevolezza che era una terra molto simile alla mia: non solo per la grande capacità di accoglienza e per la semplicità gioiosa del suo popolo, ma anche perché accomunata alla terra ferita dalla piaga mafiosa. Fin da subito ho però gioito del fatto che il tessuto ecclesiale non era per niente assuefatto alla convivenza con la cultura camorristica e con il potere di morte dei clan: numerosi preti, insieme a tanti laici e consacrate, in diverse aree della città metropolitana, da Scampia ad Afragola, passando per Ercolano e arrivando alla Sanità, sono per la nostra città un baluardo di resistenza, una profezia di vita e di giustizia, un simbolo che il male, per quanto forte, non può prevalere.Dagli oratori ai dopo scuola, passando per le attività sportive e di impresa sociale, questi sacerdoti rappresentano per me e per l’intera città motivo di gioia! Tuttavia, proprio in questi giorni l’escalation di violenza nella zona orientale della città ci ha messo a dura prova e non bastano più le esperienze dei singoli e l’impegno di tanti, perché occorre creare una vera e propria rete, un sistema educativo capace di generare vita, opposto al sistema mortifero della camorra. Come Chiesa partenopea abbiamo deciso di impegnarci in prima linea partendo dalla ricchezza di queste esperienze, guardando a chi al di fuori dei confini ecclesiali opera per il bene e la giustizia, nel tentativo di dare una nuova direzione: solo insieme, partendo dall’educazione, possiamo sconfiggere la piaga cancerogena della criminalità organizzata! E l’appello che ho rivolto ai cittadini, alle associazioni, alle istituzioni locali e regionali, al Governo nazionale per ritrovarci tutti insieme intorno a un Tavolo condiviso volto a creare un percorso comune capace di generare proposte concrete, è solo il primo passo di un itinerario ecclesiale che nell’ambito del cammino sinodale dovrà impegnarsi su due fronti: camminare insieme nella Chiesa, puntando sul confronto, sul reciproco ascolto e sulla parresia come elementi imprescindibili dell’essere popolo di Dio, ma anche camminare insieme con gli uomini e le donne di buona volontà che hanno a cuore il bene dei piccoli, la tutela dei minori, la lotta alla disuguaglianza e l’educazione alla legalità e alla giustizia.È importante che nel cammino sinodale della Chiesa italiana questi temi vengano accolti e affrontati non come appendici secondarie ma per ciò che sono: delle conseguenze dirette del Vangelo, capaci di dare forza alla nostra testimonianza ecclesiale e di facilitare il dialogo con l’uomo del nostro tempo. A Napoli stanno muovendo i primi passi due itinerari: il Patto Educativo e il XXXI Sinodo Diocesano, inscritto nel più ampio percorso sinodale della Chiesa italiana. Si tratta di due facce della stessa medaglia: l’ascolto di Dio e l’ascolto dell’uomo, il servizio a Dio e il servizio all’uomo, il camminare della Chiesa con l’umanità che è chiamata ad amare e servire.