Un mondo nuovo

Bonificare il terreno


2022, Avvenire 6 aprileDon Ciotti: “bonificare” il terreno sociale perché non diventi campo di proliferazione per le mafie “Il crimine organizzato produce un danno sociale su ampia scala: genera vittime visibili ed invisibili, portatrici di una sofferenza che deve essere ascoltata e risarcita – afferma Francesco nella lettera inviata all’associazione in occasione dell’evento -, inoltre implica, per la società nel suo insieme, assumere e invertire i meccanismi – tante volte radicati nell’inconscio collettivo – che producono la sua proliferazione”.Come globale è il danno causato dalle organizzazioni delinquenziali, vere e proprie multinazionali del crimine che strangolano istituzioni e società, il contrasto a queste ultime ha necessità di uno sguardo ampio. E di collaborazioni internazionali. In questo senso, l’Italia ha molto da offrire “a partire dalla sua esperienza, un’esperienza di dolore, ma anche di resistenza e di rinascimento”, ha aggiunto il Papa. Esempio emblematico e virtuoso è il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, strumento “di risanamento e pacificazione attraverso l’azione collettiva”.Per questo, Libera – portatrice di esperienze e conoscenze preziose si questi temi –, da oltre otto anni, collabora con l’America Latina attraverso la Rete Alas – America Latina alternativa social e cerca, da diverso tempo, di promuovere nel Continente buone pratiche dell’antimafia. Bene restituito-Bien restituido è uno snodo centrale in questa strategia e un laboratorio per il futuro. “Opporsi alle mafie non significa solo lottare contro la delinquenza. Vuol dire, innanzitutto, lavorare e impegnarsi per evitare la deriva che fa precipitare la società nel crimine”, spiega don Luigi Ciotti. Quest’ultimo punta a costruire un confronto con le istituzioni pubbliche – settore giudiziario, Procure, Parlamento, governo – che devono attuare le riforme necessarie. Ma prevede anche campagne di sensibilizzazione e la costruzione di reti con la società civile. L’obiettivo è appunto quello di dare linfa vitale il terreno sociale perché non diventi campo fertile di proliferazione per le mafie. La giustizia – come si legge nella lettera del Papa – deve ampliarsi, mettere radici e occupare lo spazio che altrimenti sarebbe “occupato dall’ingiustizia”. Anche in questo caso, il termine spagnolo impiegato dal Pontefice è più forte di quello italiano: parla di “iniquitad”, un’ingiustizia strutturale frutto di diseguaglianze economiche, politiche, sociali, culturali e che ora la pandemia rischia di rendere ancora più acute.Nel “risanamento” e nella trasformazione della società, la Chiesa può e deve avere un ruolo cruciale, come testimonia la rilevanza data al tema da Francesco, di cui il nuovo messaggio a Libera è ulteriore conferma. “L’intervento del Santo Padre, di cui gli siamo profondamente grati, è un formidabile impulso all’azione per le istituzioni ecclesiastiche, di tutti i livelli – sottolinea don Ciotti -. Un’azione concreta che scaturisce anche da un aggiornamento e una codificazione specifica della dottrina sulla questione”.