2022, Avvenire 28 agosto La famiglia dei pastori felici. «I pascoli? La nostra casa»Tommaso e Valentina, sposi trentenni, accompagnano il loro gregge sui monti sopra Como. Portandosi dietro le figlie di 4 e 6 anni, che giocano con gli animali. «Ci riposiamo solo il giorno di Natale»Una coppia di trentenni con due figlie piccole: sono pastori erranti. All’anagrafe risultano residenti a Binago (Como) ma la loro vera “casa” è la natura perché la vita della famiglia si svolge tutto l’anno all’aperto, in un continuo spostamento attraverso prati e boschi dalla zona di Tradate-Appiano Gentile, fino al lago di Como.Dall’inizio di agosto marito e moglie e le due bambine sono arrivati in alpeggio a Musso, in una baita con pochi confort; qui resteranno con i loro animali fino alla fine del mese. Con un gregge di mille pecore, mischiate a un folto gruppo di asini e decine di cani, hanno scelto una “professione” alquanto insolita per dei giovani sposi: con al seguito le due figlie, di 4 e 6 anni, continuano una tradizione iniziata dal nonno di Valentina, con l’Azienda Agricola Del Vecchio, tuttora attiva. «Durante l’anno scolastico – racconta la giovane – la sera io rientro in cascina a Binago, così le bambine la mattina possono andare a scuola. Poi al pomeriggio veniamo al pascolo dal papà, e le piccole giocano con le pecore.Alcune per loro sono amiche “speciali” e le chiamano per nome; le cavalcano, le inseguono, insomma sono il loro “giocattolo” preferito». E a vederle nel prato, in mezzo agli animali, si capisce subito che le piccole sono veramente felici. La loro vita è tutta immersa nella natura. «Mio marito invece – continua Valentina Del Vecchio – passa sempre le notti a curare il gregge, dormendo in roulotte anche d’inverno. A volte viene mio padre a dargli il cambio, così può tornare in cascina, dove si occupa anche dell’allevamento e dell’addestramento dei cani da pastore. Per la vita che abbiamo scelto non c’è festa che tenga, il gregge ha sempre bisogno di essere accudito e custodito.L’unico vero giorno di vacanza per noi è Natale». Prato dopo prato, ogni settimana il gregge si sposta e così a giugno si arriva in alpeggio. «Durante l’anno – spiega Tommaso Boaglio, originario del Piemonte – prendiamo accordi con i proprietari che lasciano crescere l’erba per il foraggio; per alcuni giorni restiamo nello stesso posto, poi cambiamo località. Ci spostiamo soprattutto attraverso campi e boschi, per non intralciare il traffico con le nostre mille pecore. Il gregge non viene mai ricoverato: vive tutto l’anno all’aperto, prima in pianura, fino all’inizio dell’estate; poi in alpeggio sopra Como, come ora. Riscendiamo ad agosto e riprendiamo a vagare».D’estate invece la famiglia si riunisce: in alpeggio vivono tutti insieme in una baita in mezzo al nulla, dove si arriva solo a piedi; così vengono utili gli asini, che trasportano viveri e valigie: «Nella baita sopra Como non abbiamo corrente elettrica né acqua corrente; prima o poi – sospira Valentina – dovremo cercare una casa più accogliente per le bambine». Gli altri “componenti” fondamentali della squadra estiva sono otto fedelissimi maremmani, addestrati a tenere lontani i lupi e proteggere il gregge. Gli altri cani, sempre sotto la guida del giovane pastore, sono a servizio del gregge: lo radunano, lo spronano, inseguono le pecore più lente e indisciplinate per metterle in riga.Una vita e un lavoro decisamente fuori dall’ordinario: «Ci sono altri giovani pastori vaganti come noi – spiega – e ci conosciamo tutti: hanno le loro greggi a Tradate, Morazzone, Appiano Gentile e Bulgarograsso. Per il nostro lavoro le difficoltà maggiori sono legate al mercato: attualmente nessuno vuole più la lana delle nostre pecore, ne abbiamo montagne in cascina e non sappiamo che farcene. Si preferisce rifornirsi dai grossi produttori che vendono il prodotto già lavorato. Le nostre pecore sono solo destinate alla carne: una volta all’anno viene il grossista e seleziona i capi più maturi, di almeno sei mesi, noi teniamo le femmine per la riproduzione».
La famiglia dei pastori felici
2022, Avvenire 28 agosto La famiglia dei pastori felici. «I pascoli? La nostra casa»Tommaso e Valentina, sposi trentenni, accompagnano il loro gregge sui monti sopra Como. Portandosi dietro le figlie di 4 e 6 anni, che giocano con gli animali. «Ci riposiamo solo il giorno di Natale»Una coppia di trentenni con due figlie piccole: sono pastori erranti. All’anagrafe risultano residenti a Binago (Como) ma la loro vera “casa” è la natura perché la vita della famiglia si svolge tutto l’anno all’aperto, in un continuo spostamento attraverso prati e boschi dalla zona di Tradate-Appiano Gentile, fino al lago di Como.Dall’inizio di agosto marito e moglie e le due bambine sono arrivati in alpeggio a Musso, in una baita con pochi confort; qui resteranno con i loro animali fino alla fine del mese. Con un gregge di mille pecore, mischiate a un folto gruppo di asini e decine di cani, hanno scelto una “professione” alquanto insolita per dei giovani sposi: con al seguito le due figlie, di 4 e 6 anni, continuano una tradizione iniziata dal nonno di Valentina, con l’Azienda Agricola Del Vecchio, tuttora attiva. «Durante l’anno scolastico – racconta la giovane – la sera io rientro in cascina a Binago, così le bambine la mattina possono andare a scuola. Poi al pomeriggio veniamo al pascolo dal papà, e le piccole giocano con le pecore.Alcune per loro sono amiche “speciali” e le chiamano per nome; le cavalcano, le inseguono, insomma sono il loro “giocattolo” preferito». E a vederle nel prato, in mezzo agli animali, si capisce subito che le piccole sono veramente felici. La loro vita è tutta immersa nella natura. «Mio marito invece – continua Valentina Del Vecchio – passa sempre le notti a curare il gregge, dormendo in roulotte anche d’inverno. A volte viene mio padre a dargli il cambio, così può tornare in cascina, dove si occupa anche dell’allevamento e dell’addestramento dei cani da pastore. Per la vita che abbiamo scelto non c’è festa che tenga, il gregge ha sempre bisogno di essere accudito e custodito.L’unico vero giorno di vacanza per noi è Natale». Prato dopo prato, ogni settimana il gregge si sposta e così a giugno si arriva in alpeggio. «Durante l’anno – spiega Tommaso Boaglio, originario del Piemonte – prendiamo accordi con i proprietari che lasciano crescere l’erba per il foraggio; per alcuni giorni restiamo nello stesso posto, poi cambiamo località. Ci spostiamo soprattutto attraverso campi e boschi, per non intralciare il traffico con le nostre mille pecore. Il gregge non viene mai ricoverato: vive tutto l’anno all’aperto, prima in pianura, fino all’inizio dell’estate; poi in alpeggio sopra Como, come ora. Riscendiamo ad agosto e riprendiamo a vagare».D’estate invece la famiglia si riunisce: in alpeggio vivono tutti insieme in una baita in mezzo al nulla, dove si arriva solo a piedi; così vengono utili gli asini, che trasportano viveri e valigie: «Nella baita sopra Como non abbiamo corrente elettrica né acqua corrente; prima o poi – sospira Valentina – dovremo cercare una casa più accogliente per le bambine». Gli altri “componenti” fondamentali della squadra estiva sono otto fedelissimi maremmani, addestrati a tenere lontani i lupi e proteggere il gregge. Gli altri cani, sempre sotto la guida del giovane pastore, sono a servizio del gregge: lo radunano, lo spronano, inseguono le pecore più lente e indisciplinate per metterle in riga.Una vita e un lavoro decisamente fuori dall’ordinario: «Ci sono altri giovani pastori vaganti come noi – spiega – e ci conosciamo tutti: hanno le loro greggi a Tradate, Morazzone, Appiano Gentile e Bulgarograsso. Per il nostro lavoro le difficoltà maggiori sono legate al mercato: attualmente nessuno vuole più la lana delle nostre pecore, ne abbiamo montagne in cascina e non sappiamo che farcene. Si preferisce rifornirsi dai grossi produttori che vendono il prodotto già lavorato. Le nostre pecore sono solo destinate alla carne: una volta all’anno viene il grossista e seleziona i capi più maturi, di almeno sei mesi, noi teniamo le femmine per la riproduzione».