Un mondo nuovo

Il madonnaro


2022, Avvenire 6 dicembreIn ricordo di un "madonnaro" e il valore dell'arte di stradaQuando ero bambino, ricordo che passeggiando sull’antico lungo lago di Salò coi genitori, dopo la Messa in Duomo, spesso incontravamo uno strano personaggio: aspetto da barbone, scarponi militari e una vecchia bicicletta dall’aspetto pesantissimo appoggiata ai tubolari azzurri del parapetto affacciato sulle acque lucenti del lago (si parla del Garda sul quale ho vissuto e veleggiato in gioventù). Uno sdrucito cappello con piuma completava il quadro. Ma come nei versi di una struggente canzone di Fabrizio De André: «Dai diamanti non nasce niente, sul letame nascono i fior». Infatti, il nostro uomo scaricava dalla bici una scatola di legno colma di gessetti e carboncini, si inginocchiava in un angolo e iniziava a disegnare sul pavimento. Era un “madonnaro” ovvero un vagabondo che si guadagnava da vivere (o, meglio, sopravvivere) tracciando nelle zone di passaggio disegni a soggetto religioso. Lui era specializzato su due: la Madonna con bambino e papa Giovanni XXIII benedicente. Io, amante del disegno ma purtroppo negato, lo guardavo affascinato far nascere figure dal nulla: maneggiava con destrezza carboncini e gessetti, con le sue mani vecchie e stanche, sformate da una vita che non doveva essere stata generosa. La gente passava, guardava e qualcuno appoggiava una monetina vicino al disegno; lo facevo anche io, un po’ intimidito dal suo aspetto da brigante. Alla fine, raccoglieva le offerte e risaliva sulla malandata bicicletta per portare altrove la sua arte. Poi, piano piano, sole, vento e acqua cancellavano i disegni: nessuno li calpestava però, la gente non era maleducata. Dove sarai oggi vecchio madonnaro della mia infanzia? Sicuramente in Paradiso a disegnare per Colei il cui sorriso affettuoso vale infinitamente più delle misere monetine che ti gettavano gli svogliati passanti. Stefano B.