Un mondo nuovo

Scrittore dal grande cuore


2022, FC n. 51 del 18 dicembreDominique Lapierre, scrittore dal grande cuoreDominique Lapierre era nato a Chȃtelaillon-Plage, nella regione francese della Nuova Aquitania, nwl 1931. A 17 anni lasciò Parigi con soli 30 dollari, lavorò a bordo di una nave, sbarcò negli Stati Uniti e viaggiò per 30.000 miglia lungo il Continente americano. Durante il servizio militare, nel 1954, incontrò un caporale americano, Larry Collins, e da quest’incontro nacque una duratura amicizia e un proficuo sodalizio letterario. Ci sono due donne che hanno segnato la vita dello scrittore-filantropo Dominique Lapierre, scomparso il 4 dicembre scorso all’età di 91 anni. La primaè la compagna della sua vita, la moglie Dominique Conchon (si chiama esattamente come lui). La seconda è madre Teresa di Calcutta. Nel 1981 l’ex giornalista, dopo un primo viaggio in India, aveva fondato un’associazione umanitaria a favore dei bambini affetti da lebbra nei sobborghi di Calcutta. Vi tornò qualche tempo dopo con l’inseparabile Dominique, per vivere più di due anni negli slum, insieme con i suoi «figli indiani». Col suo libro La città della gioia le autorità municipali indiane presero coscienza della miseria delle baraccopoli. In molti posti arrivarono persino l’elettricità e l’acqua potabile, anche se resta molto da fare ancora oggi. Nel 1982 decise di dare metà dei diritti d’autore di tutte le sue opere alla Fondazione “Città della gioia”. Lapierre cominciò a girare il Pianeta in conferenze, incontri, dibattiti, testimonianze, congressi, al solo scopo di finanziare la sua associazione. Alla fine ha raccolto fondi per 14 differenti progetti umanitari, tra cui scuole, lebbrosari, lotta alla tubercolosi, pozzi, laboratori, strutture per disabili e programmi di vaccinazioni. Grazie alla gigantesca macchina di solidarietà, messa in moto da Lapierre, sono stati creati dei veri e propri “battelli-ospedale” che portano aiuto in diverse zone situate nel delta del Gange, dove non esistono strade, e avviati diversi programmi sanitari. Un giorno Lapierre domandò a madre Teresa che cosa le sarebbe piaciuto che facesse. La suora macedone rispose semplicemente: «Di più». «Alla sera della mia vita», commentava spesso lo scrittore, «ho più che mai coscienza della durata universale del messaggio di madre Teresa». Dominique era un tipo fantasioso ma con i piedi per terra, binomio raro.