Un mondo nuovo

La fede si nutre con il pensiero


2023, FC n. 27 del 2 luglioLa fede si nutre con il pensiero: La lezione attuale di Blaise Pascal, filosofo francese nato 400 anni faCon la lettera apostolica Sublimitas et miseria hominis, papa Francesco ha inteso ricordare Blaise Pascal. L’occasione è quella del quarto centenario della nascita di questo straordinario uomo di pensiero, di scienza e di fede. Pascal nacque, infatti, a Clermont, nella Francia centrale, il 19 giugno 1623. E, sebbene la sua sia stata un’esistenza breve (39 anni), egli ci ha lasciato una grande eredità di pensiero e una straordinaria testimonianza di fede, alle quali il Pontefice ci rinvia.Ciò che ora più colpisce dalla lettura del testo del Papa è, in verità, una sorta di inattuale attualità di Pascal. Al centro della sua vicenda esistenziale si trova, infatti, un inarrestabile desiderio di verità, di conoscenza, di aderenza alle cose così come stanno e non come sembrano o come altri ci dicono di essere. E tutto questo con particolare riferimento alla condizione umana. Chi siamo veramente noi esseri umani? Qual è il nostro destino? Perché ci sentiamo tanto spesso così potenti nel pensiero e così miseri nelle nostre azioni e nei nostri sentimenti? Quale potrebbe essere la meta che potrebbe finalmente riempire la sete di gioia e di pace che alberga nel nostro cuore? Come porre un limite alla nostra folle corsa alla distrazione e al divertimento proprio per non pensare a codesti interrogativi? Quale luce potrebbe giungerci in aiuto?Ed ecco che Pascal non ha smesso per un momento di porsi di fronte a quella grande domanda che ogni essere umano è a se stesso. Ha esercitato così sino in fondo le potenti risorse dell’intelligenza umana. E solo dopo averne sondato ogni limite ha ottenuto che la luce della grazia divina invadesse per intero il suo cuore. A quel punto il Vangelo di Gesù è diventato per lui semplicemente il fuoco della sua vita: fuoco che illumina, che riscalda, che purifica dalle impurità. Da qui deriva quella sorta di inattuale attualità che possiede il ricordo di Pascal nel nostro tempo. Noi non siamo più abituati a pensare, a collocarci davanti alle grandi domande, a prendere sul serio le istanze profonde del nostro cuore. Ci sono sufficienti Google, Wikipedia, gli slogan della pubblicità e degli show televisivi, le promesse elettorali e le rassicurazioni dei santoni. Indicando la bella testimonianza di Pascal, papa Francesco ci esorta invece a un gesto eretico per il nostro tempo: quello del pensare. Proprio come per Pascal, colui che pensa diventa sempre più fedele alla verità e a quella verità che è la più importante: la verità del cuore umano, il quale solo oltre se stesso può rintracciare la strada verso la duratura felicità. Ha dunque davvero ragione papa Francesco, «quattro secoli dopo la sua nascita, Pascal rimane per noi il compagno di strada che accompagna la nostra ricerca della vera felicità e, secondo il dono della fede, il nostro riconoscimento umile e gioioso del Signore morto e risorto».