Un mondo nuovo

Cosa succede ai nostri ragazzi?


2023, Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta FC n. 28 del 9 luglioCosa succede ai nostri ragazzi?Cosa sta succedendo agli adolescenti? Sembrano sempre in crisi, a disagio o a rischio di sviluppare problemi di natura psicologica ed emotiva. Voi psicoterapeuti dell’età evolutiva continuate a parlare di genitori fragili e in effetti a volte io mi sento così di fronte ai miei due figli. Mi sembra che vivano in un mondo con così tante sfide che mi riesce difficile pensarmi capace di guidarli e crescerli in tanta complessità – AldaCara Alda, “fragilità” sembra oggi essere la parola che connota il mondo sia dei nostri figli che di noi adulti, genitori ed educatori. Ne parla a lungo M. Lancini nel suo libro Sii te stesso a modo mio (Cortina Ed.), in cui chiede al mondo adulto di guardarsi dentro prima di puntare il dito sulla fragilità di chi è oggi adolescente. In effetti, come scrivi tu, molti adulti oggi sono spaventati di fronte alla complessità che connota la crescita dei propri figli. Ma l’adulto spaventato, ahimè, non è una risorsa per chi cresce. Anzi, è solo un amplificatore di ansia e vulnerabilità. Oggi mi sembra che l’adolescenza sia un tempo che fa da detonatore a tutto quello che non è stato curato e coltivato nelle fasi precedenti della crescita. È da poco uscito un libro toccante di S. Vecchini, I bambini si rompono facilmente (Bompiani), che, attraverso brevi narrazioni di grande impatto emotivo, in cui le parole sono cesellate una per una, ci mostra un’antologia di infanzie spezzate. Lì dentro c’è la fragilità dei nostri figli, ma anche quella di noi genitori, che a volte non abbiamo cura di educare a ciò che conta davvero. È un libro che mi ha profondamente toccato perché fa anche intuire che la crisi generazionale degli adolescenti e il dolore che essi manifestano sono in parte dovuti alla “mancanza di senso” con cui si va incontro alla vita e che riguarda tutti: bambini, adolescenti, adulti. Crescere vuol dire, prima di tutto, nutrire lo spazio interiore dei nostri figli. Bisogna farlo dentro relazioni amorevoli, usando lo sguardo e il dialogo, allenando all’autoriflessività e al pensiero critico. Bisogna anche coltivare una dimensione etica e morale del vivere, invitando, mentre si cresce, a confrontarsi con le categorie del bene e del male, imparando a costruire un’identità che sposta dalla dimensione dell’Io a quella del Noi, pre-requisito fondamentale che salva dalla fragilità narcisistica in cui oggi siamo tutti immersi, noi adulti e i nostri figli.