Un mondo nuovo

Le malattie mentali nei giovanissimi


2023, FC n. 47 del 19 novembreAumentano tra i giovani suicidi e atti di lesionismoNel 90 per cento dei casi sono ragazze. Esistono dei disturbi di genre. La depressione e l’ansia sono più femminili. L’aggressività è tipicamente maschile ed è espressione anche quella di sofferenza. L’età si questi fenomeni si abbassa perché adultizziamo i bambini. Iniziano prima le dipendenze da strumenti elettronici, oggi gli regaliamo il cellulare per la Prima Comunione, una follia. Incontrano prima le droghe leggere, la mattina appena svegli cercano la canna e se ne fanno quattro, cinque al giorno con danni inauditi. A 13, 14anni si sballano con l’alcol. L’uso continuativo dei device induce a una dipendenza che ha le stesse dinamiche delle sostanze, attiva le stesse aree cerebrali della cocaina. Con crisi di rabbia se viene sottratto lo strumento, perdita di ore di sonno che, tra l’altro, è uno dei fattori di rischio delle malattie mentali. Il tempo medio trascorso con le tecnologie è di circa sei ore al giorno, sottratte alla vita e all’attività fisica. Si nasce con una predisposizione al disturbo mentale, ma l’ambiente può modulare questo rischio. E nell’ambiente ci sono la famiglia – quella stabile, che educa all’autonomia, a riconoscere le emozioni, che educa all’uso di strumenti e riduce di molto il rischio – ma anche la scuola che non può essere solo competizione e prestazione, merito… Quindi la famiglia può essere un fattore protettivo e soprattutto un grande strumento nel percorso di cura, perché dalle malattie mentali si guarisce. L’educazione in famiglia è centrale. Va evitato il modello amicale che inquina i ruoli. Mi colpiscono sempre mamma e figlia che vengono in ambulatorio vestite e tatuate allo stesso modo e mi dicono  “noi siamo amiche”. No, tu mamma sei l’autorità e devi sapere dire di no. Controllare cosa fa, se fuma. I ragazzi per antonomasia sono fragili e si costruiscono negli anni. a noi il compito di dar loro certezze, di educarli a riconoscere e gestire le emozioni, all’autonomia e a costruire relazioni buone in casa e fuori. Una caratteristica dei disturbi mentali è il malumore, la chiusura, il ritiro sociale, il cibo, il sonno. Accorgersene presto vuol dire evitare comportamenti drammatici con esiti purtroppo talvolta fatali. Se ne esce chiedendo aiuto. I genitori non devono avere paura o pensare di essere sbagliati. Va tolto lo stigma dai disturbi mentali, “non sei un cattivo genitore”; vanno trattati come una qualsiasi malattia. Ma serve, per prima cosa, che sulla salute mentale investa il Governo, oggi invece siamo all’anno zero. Di fatto è tutto privato. Si riparte da un piano di cura perché  chi ci ha provato una volta può rifarlo. Sapendo, però, che intervenendo se ne esce. Per primi dovrebbero parlarne i pediatri e insegnanti.