Un mondo nuovo

Sul senso della vita


2024, FC n. 7 del 18 febbraioSul senso della vitaHo 58 anni e da 9 sono una disabile… al mille per cento. Nella mia vita tutto stava procedendo benissimo: ero una donna in carriera, avevo un meraviglioso marito e una figlia. Improvvisamente ho cominciato a barcollare, a perdere l’equilibrio sempre più frequentemente, finché un giorno sono caduta, in bagno, di notte, faccia in avanti, battendo i denti. Dopo infinite ed estenuanti visite mi hanno trovato un tumore, che poi si è scoperto essere all’ovaio. Mi hanno tolto il tumore, ed è seguita la chemio. Tutti, e soprattutto mio marito e la mia famiglia di origine, compresi i medici, mi dicevano: quanto sei fortunata… Tante parole. Mi dicevano che quello sarebbe stato un periodo circoscritto della mia vita e che ben presto sarei potuta tornare a fare la mia vita di sempre. E, invece, non sono fortunata per niente, perché alla fine hanno scoperto che la mia malattia è autoimmune e molto rara. E gravissima. I miei anticorpi hanno attaccato il tumore e, così facendo, hanno attaccato pure alcune cellule del cervelletto, e così sono diventata disabile. Ho perso completamente il senso dell’equilibrio, ho perso l’uso degli arti superiori e inferiori, perché sono intorpiditi e tremolanti, che vedo malissimo e che parlo male. In sintesi: ho una sindrome cerebellare paraneoplastica provocata da un tumore. Scrivo per dire a tutti di apprezzare la vita ogni momento, perché quel momento è sempre speciale. Io ero felice ma non lo sapevo. Dio mi ha mandato tanti segnali che non avevo capito. Ora voglio continuare a vivere, perché è vero che l’eutanasia è una scelta di libertà, ma lo è molto di più decidere ogni volta che mi alzo di continuare a vivere, a sognare, a sperare. Voglio continuare a vivere perché finché esiste il Bello, il brutto non può vincere. Voglio continuare a vivere perché voglio vedere il futuro dei miei cari. Voglio continuare a vivere perché da questa malattia ho imparato tante cose e ancora molte devo impararne. Voglio continuare a vivere perché ancora posso pregare per gli altri e offrire la mia sofferenza. Voglio continuare a vivere perché quando i miei desideri incontrano quelli del cielo, io mi sento utile e gioisco – Roberta MigliariniRoberta ha scritto un libro: Preferivo fare la fila. I miei conti in pubblico con la vita, la morte, il destino, la malattia (Scepsi & Mattana ed., ordinabile su tutte le piattaforme online o in qualsiasi libreria o, infine, scrivendo direttamente alla casa editrice: scepsi.ed.mattana@tiscali.it).