Un mondo nuovo

L'egoista è un uomo triste


2024, FC n. 8 del 25 febbraioFOGGIA. Bella e feritaMonsignor Giorgio Ferretti, genovese di 56 anni, una laurea in filosofia, nominato il 18 novembre 2023 arcivescovo metropolita di Foggia. Una terra quella foggiana, bella e difficile. Tante le emergenze dall’esistenza della cosiddetta “quarta mafia” che sparge sangue e uccide anche innocenti, all’inquinamento ambientale, allo sversamento illecito dei rifiuti, tanto da essere considerata una nuova “terra dei fuochi”. Una terra spesso dimenticata e che non merita di salire agli onori della cronaca solo in occasione di fatti di sangue. Che ha bisogno di cura e attenzione, anche per valorizzare le ricchezze e il fermento civile presente. Don Giorgio Ferretti è soprattutto un uomo che sa scendere nel profondo e toccare con mano i bisogni e le fragilità umane. Per molti anni missionario in Mozambico. «È stata un’accoglienza particolare che viene da una terra bella e ferita. Un’accoglienza che manifesta il desiderio forte di riscatto. Un entusiasmo per questo tempo nuovo che possiamo costruire insieme. Continuerò ad essere missionario, anche se in modo diverso. Insieme possiamo cambiare. I giovani sono il nostro futuro e per questo li dobbiamo sostenere e accompagnare. Glielo dobbiamo in un tempo in cui c’è assenza di padri e maestri buoni di vita. Con le parole del Signore dobbiamo mostrargli che l’egoista è un uomo triste, anche se magari ricco. Poi dobbiamo far comprendere loro che senza studiare, senza la cultura, si rischia di cadere nelle mani del primo pifferaio magico che ti trascina dietro di sé a fare il male. Dobbiamo aiutarli a studiare. Ma questo non basta: dobbiamo pensare e impegnarci per creare lavoro per i nostri giovani. A loro dobbiamo lasciare qualcosa di buono. Con il Vangelo in mano, dobbiamo mostrarela tristezza e la stoltezza del vvere in modo prepotente, violento, sfruttando gli altri. La felicità viene dal dare e non dal ricevere. Beati sono gli operatori di pace, i miti, coloro che amano e costruiscono una società bella e solidale. Sembra semplicistico, ma è il segreto del vero successo di una vita. L’altra sfida è l’inquinamento. Da troppo tempo, anche in Capitanata, si assiste a un attacco alla casa comune. Anche qui sono cominciati gli sversamenti di materiale altamente inquinante. E questa provincia vive principalmente di agricoltura. Allora dobbiamo chiederci: cosa stiamo lasciando ai nostri figli? È una situazione drammatica che mette a repentaglio la vita, l’economia e l’ambiente. E poi c’è il problema dell’immigrazione clandestina e del caporalato. Nel tempo ho visto una povertà così grande, unita a un desiderio dei giovani di riscatto, di amore gratuito per gli ultimi e questo mi ha cambiato per sempre… La guerra è il male assoluto. Io l’ho vista in Kosovo, in Mozambico. La guerra è il Male che ride e deride gli uomini. È la fine dell’umanità. È l’abisso. Dobbiamo lottare e pregare contro la guerra e contro ogni violenza».