Un mondo nuovo

E' possibile un mondo diverso


FC n.30 del 28 luglio 2024È possibile un mondo diversoDurante la settimana che ho trascorso al mare, un tranquillo campeggio immerso in una pineta nel mare della Toscana. Una spiaggia dove era una meraviglia vedere tanti bambini, bellissime famigliole con mamme in attesa del secondo, terzo figlio, papà che giocavano con i bimbi, quasi niente cellulare, niente urla né rumori fastidiosi. Proprio la vacanza ideale per rigenerarsi dalla frenesia della vita odierna. Mentre sonnecchiavo mi è capitato di assistere a una scena particolare: stava arrivando un ambulante di colore e una coppia di mezza età (forse piemontese) lo ha salutato calorosamente, lo ha abbracciato e invitato a sedersi sul lettino all’ombra lasciato libero dal marito; sembrava si conoscessero, si sono scambiati le confidenze sull’anno trascorso; l’uomo ha raccontato della sua famiglia in Senegal, di aver lavorato nei campi nel periodo precedente; loro hanno sottolineato che era molto dimagrito e tanto altro… Non mi sembrava vero di vedere un atteggiamento così amicale, veramente umano, anzi fraterno. Ammetto di essere stato piacevolmente colpita. Ma non basta. Accanto, sulla spiaggia, stazionava una donna ambulante, anch’essa di colore, col suo carretto di abiti. Ricordo di averla vista anche lo scorso anno con la sua vivace bimbetta di ormai due anni, che era impossibile non ammirare. Stessa scena anche con lei: è passata una signora (toscana), l’ha abbracciata, si è informata sulla sua situazione familiare – altri tre figli, in età scolare – che curavano a turno la sorellina. Una ragazza si è fatta fare le treccine, ha pagato e le ha lasciato il resto per la merenda della piccola; un papà si è fermato a far giocare la sua bimba con Amie (così si chiamava), mentre i fratelli giocavano a pallone con gli amici (bianchi). Anche gli altri ambulanti che passavano, sempre gli stessi degli anni passati, venivano salutati e trattati gentilmente, si comprava qualcosa anche se non c’era insistenza da parte loro. Ora mi chiedo: sono capitata in un’oasi di umanità e fraternità o forse, liberi dall’influenza dei social, che troppo spesso insistono a sottolineare differenze e scontri, riemerge il nostro lato umano di convivenza pacifica? Allora c’è ancora speranza… - M.Virginia M.