Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 01/05/2018

Cosa ha da dire oggi

Post n°2622 pubblicato il 01 Maggio 2018 da namy0000
 

“Cosa ha da dire oggi la Bibbia sul nostro futuro? Ha senso interrogarci sul futuro quando quest’ultimo sembra scomparso dall’orizzonte, ormai occupato da un presente “eternizzato” dal cono di luce dei media, che trasforma tutto in un “tg” permanente? E ancora: che ne è delle utopie, delle speranze in un avvenire migliore, degli aneliti per un mondo più giusto? La crisi che ci attanaglia sembra aver tarpato le ali a qualsiasi sogno; i futurologi hanno toppato ogni previsione e il domani genera incertezza, fa paura. Non si può parlare di futuro senza parlare del tempo. E, passatemi il gioco di parole, stiamo vivendo in un tempo di crisi del tempo. In un contesto in cui il tempo sembra mancare, a causa della sua accelerazione, per la difficoltà di reggere i ritmi del quotidiano. La società dei consumi produce oggetti senza futuro, destinati a essere presto sostituiti da nuovi oggetti, così consuma anche il tempo. E il “nuovo” non è il futuro, ma un suo simulacro. Citando, poi, l’antropologo francese Marc Augé e il suo Che fine ha fatto il futuro?, evidenzia che tale crisi ha atrofizzato la capacità di progettare il domani, di dare speranza. Anche la politica è impelagata nel presente e si è ritirata dall’immaginare dei possibili, abdicando alla sua missione: quella di tentare l’impossibile per arrivare al possibile, continuando a crederci anche quando ogni speranza è caduta. È la spes contra spem cara alla Bibbia. È il paradosso, anzi l’ossimoro cristiano: sperare l’insperabile, credere nella morte della morte. Proprio nel baratro della crisi, si sono elevate le voci profetiche più potenti e ardite di Isaia, che prefigurano un mondo di giustizia e di pace, senza armi, né morte. Immagini che hanno suscitato nel tempo movimenti di liberazione che hanno mosso la storia. Riprendiamo a immaginare il futuro. Non è forse vero che se non ci fosse stato qualcuno che fin dall’antichità non avesse immaginato il viaggio verso la luna, il piede dell’uomo non avrebbe mai toccato il suolo lunare? Forse l’imperversare del presente va colto proprio come sfida dell’immaginazione che può dare forma a un futuro, e perciò a delle speranze con creatività. “Chiedo a tutti di essere creativi”, scrive papa Francesco nell’enciclica Evangelii gaudium. Con una precisazione: Non siamo solo noi a costruire il futuro, ma, dice la Bibbia, c’è qualcosa che ci viene incontro. Non a caso l’Apocalisse si chiude con un “Io verrò presto”. Ci dobbiamo allora preparare a qualcosa che sta per avvenire: futuro, per noi cristiani è anche attesa, incontro. È tensione interiore che ha bisogno di tempo, attività spirituale, otium, lentezza. E Paul Celan, come solo i grandi poeti riescono a dire, scrive: è tempo che sia tempo. “La speranza di un futuro per i nostri figli è stata cancellata. E ciò ha causato un guasto enorme: la generazione perduta all’impegno, vive oggi senza riferimenti di comunità, se si esclude forse l’ultimo presidio costituito dalla Chiesa, né luoghi dove ripensare alla politica”, riflette la giornalista Concita De Gregorio. Per la giornalista questo orizzonte senza futuro ha finito per dar vita solo a nuove militanze, figlie della rabbia, che nelle nostre desolate periferie sono rappresentate da gruppi e politiche ribelliste, come il leghismo al Nord e il grillismo al Sud, osserva ancora. “Tutto questo a causa di una classe politica che non ha fatto il proprio dovere. Fare politica come cura della polis significa piantare un seme all’ombra del cui albero non riposerai”. Sono così finite le utopie che muovevano le generazioni del secolo scorso? “Non lo so. Di certo l’utopia, oggi, è quell’istinto naturale che il mondo attorno ai giovani fa in modo di soffocare. Devo, tuttavia, riconoscere ai nostri figli una nuova empatia, una sensibilità, che definirei di tipo poetico, nei confronti del mondo e dell’umanità, che pone attenzione alle problematiche dell’ambiente come a quelle dell’emarginazione sociale, della disabilità, o della pace minacciata nel mondo e che li porta spesso a un serio impegno nel campo del volontariato”, risponde De Gregorio. (FC n. 17 del 29 aprile 2018).

 
 
 

Sara

Post n°2621 pubblicato il 01 Maggio 2018 da namy0000
 

L'incontro. La scelta di Sara. Alberto è nato, hanno vinto la vita e l'amore

Maurizio Patriciello, Avvenire, lunedì 30 aprile 2018

Una scena dolcissima. Lui, alto, capelli lunghi e biondi, tiene la mano agganciata a quella della sua ragazza. Avanzano dondolandosi, quasi danzando. Scherzano, si fanno le coccole. Ogni tanto si fermano, si guardano negli occhi, si abbracciano. Poi riprendono a saltellare, a correre, a rincorrersi. A fare girotondi. C’è poco da fare, le persone innamorate fanno più bello il mondo. Quel giovanotto lo conosco, è Alberto.

La mente allora va indietro nel tempo. Era una bella e luminosa mattina di primavera. Me ne stavo seduto sul sagrato di una chiesa ad aspettare una persona. Una donna che non conoscevo, passando, mi salutò con cordialità. Fece pochi passi, poi ritornò indietro: “Padre, mi scusi – disse – sento il dovere di dirle una cosa importante. Sara, la figlia di un’amica è rimasta incinta. Il fidanzato, appena saputo la notizia, non si è fatto più vedere. Sara ha deciso di abortire. Se può, cerchi di aiutarla”. Annotai nome e indirizzo.

Un’ora dopo bussai alla sua porta. Mi presentai, ma mi accorsi che Sara e la famiglia mi conoscevano già. Spiegai loro il motivo della mia visita. Rimasero meravigliati ma accettarono di parlare. Sara era distrutta. Un mare di lacrime e di amarezza. All’improvviso le era caduto il mondo addosso. Portava in grembo un figlio, suo figlio, che avrebbe potuto essere la sua gioia ma che per adesso rappresentava il suo tormento. Non era facile per lei accettare quella gravidanza inaspettata. Michele, il fidanzato, aveva fatto perdere le sue tracce e lei era tanto giovane.

“Come faccio, padre? Se ci fosse anche lui sarebbe diverso, insieme avremmo affrontato i problemi, ma da sola come faccio?” Povera figlia, aveva ragione da vendere. Non è facile a 20 anni diventare mamma senza il sostegno di chi, fino al giorno prima, giurava di amarti. “ Hai ragione, Sara; ricordati però che noi ci siamo e non ti abbandoneremo. Se avrai il coraggio di far nascere il bambino che porti in grembo, ti assicuro che non te ne pentirai. Fidati. La vita è troppo bella, unica, preziosa per gettarla via. Con il tempo le cose cambieranno, solo se decidi di abortire non potrai più tornare indietro”.

Sara passava da uno stato d’animo a un altro alla velocità del lampo. A momenti di ansia e depressione ne alternava altri di speranza e di fede. Mille dubbi le inondavano il cuore. La paura era tanta. Povera ragazza. Aveva riposto fiducia nel suo Michele, gli aveva concesso tutto, e lui, nel momento più delicato, l’aveva abbandonata. Alla delusione per l’amore perduto si aggiungeva adesso la paura di diventare ragazza madre.

La sua mamma in un angolo piangeva. “La vita è tua, Sara. Devi decidere tu che cosa fare. Sappi che noi, qualsiasi sia la tua scelta, non ti abbandoneremo”. Che fare? Guardavo Sara con tenerezza immensa. In cuor mio pregavo. Il pensiero correva a tutte le ragazze come lei ingannate e abbandonate. Povere ragazze sulle quali cade tutto il peso della gravidanza, della maternità o la lacerante scelta di eliminare il bambino.

Sara era credente anche se con la chiesa e i sacramenti non aveva troppa confidenza. Però pregava. Si, sapeva bene che l’aborto era un delitto. Sapeva che anche suo figlio aveva il diritto di nascere. Sapeva tutto, ma era decisa a tutto. L’aborto in quelle ore le sembrava l’unica soluzione per uscire da quel labirinto in cui era finita. Sembrava proprio che lo spazio per la speranza andasse scemando. Ci incontrammo ancora.

Dopo i giorni dell’incertezza e dell’angoscia, dopo le lacrime versate e le preghiere innalzate al Signore della vita, Sara prese la sua decisione. Suo figlio sarebbe nato. “In questo mondo tanto grande ci sarà posto anche per lui” disse.

Da quel giorno, come per incanto, divenne più serena. Alberto nacque. Ebbi la gioia di battezzarlo. Mantenemmo la promessa fatta. Gli anni iniziarono a volare. Una domenica, con il giglio in mano, emozionato, ricevette per la prima volta Gesù nell’Eucarestia. In seguito la sua famiglia cambiò casa e non ebbi più modo di vederlo. L’ho incontrato l’altro giorno. Uno spilungone innamorato e felice. Luminoso come quella mattina di tanti anni prima, quando, senza saperlo, la Provvidenza mi aveva dato appuntamento sul sagrato di una chiesa. Sii felice, Alberto. 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

namy0000cassetta2lcacremaprefazione09annamatrigianonoctis_imagoacer.250karen_71m12ps12Penna_Magicanonnoinpensione0donmarco.baroncinilisa.dagli_occhi_bluoranginellaninettodgl19
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
Siete pronti ad ascoltare il 26 settembre le dichiarazioni...
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
 
C'è chi per stare bene ha bisogno che stiano bene...
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
 
Ottimo articolo da leggere sul divano sorseggiando gin...
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963