Un mondo nuovo

Torniamo in classe

“TORNIAMO IN CLASSE PER I NOSTRI FIGLI. ‹‹Quando si chiude una scuola è come spegnere una luce››, dice Marianna. Assentono, insieme a lei, anche Cinzia, Daniela, Maria Fenicia, Maria, Jessica, Carla. Sono le sette mamme di San Vito Romano, pittoresca località a sud di Roma, che si sono iscritte al primo anno dell’unico Istituto superiore di agraria Emilio Sereni per impedire che sia chiuso, visto che manca il numero legale di nuove iscrizioni indispensabile per avviare l’anno scolastico.

‹‹Abbiamo scelto, insieme ad altre mamme, quelle di noi che, essendo casalinghe, hanno la possibilità di presentarsi in classe la mattina. Facciamo sul serio, la nostra protesta è reale››, ha detto Daniela, cinquant’anni, la più anziana del drappello.

La comunità di San Vito Romano, tremila e tredici abitanti, le sostiene, in una gar di solidarietà che deve affrontare non pochi ostacoli. Il numero legale è stato raggiunto, venti iscrizioni, fra mamme e ragazzi, ma per l’ufficio provinciale le madri sono troppo “vecchie” per iscriversi.

‹‹Un’obiezione che non tiene, è già accaduto in altre parti d’Italia, dove sono ritornati sui banchi anche i nonni››, sostengono le mamme.

Fa bene al cuore vedere un mobilitazione che rivela l’importanza di un coinvolgimento delle famiglie nella vita scolastica e l’efficacia di far rete di fronte ai problemi: ‹‹L’Istituto agrario per noi rappresenta un futuro, chi si è diplomato ha trovato subito lavoro nel recupero del territorio, ancora tutto da bonificare››.

San Vito Romano è nel cuore della Valle del Sacco. Negli anni Novanta ha subìto una drammatica contaminazione per l’interramento di rifiuti tossici, che l’hanno trasformato in una “terra dei fuochi”, purtroppo dimenticata. Non, però, da chi ci vive.

Anche per questo la popolazione vede la battaglia per l’Istituto agrario come un riscatto nei confronti dei danni e delle sofferenze che quel disastro ambientale ha provocato. ‹‹Una luce nel buio››, dice mamma Marianna”. (FC n. 32 del 12 agosto 2018).