Messaggi del 03/07/2019
Post n°3073 pubblicato il 03 Luglio 2019 da namy0000
Tv alla deriva, specchio di una società incapace di comunicare Per frequentare compagnie poco raccomandabili non c’è bisogno di quartieri malfamati: i cattivi esempi, il turpiloquio, i modelli antieducativi entrano nelle nostre case all’ora di cena. Parlare del naufragio della parola comunicata è come parlare della scomparsa del benessere di una società… La crisi della comunicazione equivale a una crisi mortale. Vivere tra uomini e non tra manichini significa parlarsi, ascoltarsi, dirsi la verità. I nostri nonni concretizzavano questo principio sostanziale e indispensabile prendendo due sedie, sedendosi davanti casa, all’osteria o nell’orto, e raccontandosi tutto quello che succedeva nella piccola Italia del dopoguerra. Allora per fortuna non c’erano i fattucchieri della comunicazione e i mezzi radiotelevisivi, capaci, tra una musichetta e l’altra, magari all’ora di cena, di rovesciarti addosso notizie false, dibattiti al limite del turpiloquio e intrattenimenti non solo sul filo della stupidità, ma certamente antieducativi e socialmente negativi. Rimanendo sul mio modo di comunicare, se fino a ieri i compagni cattivi e le persone mal nate si trovavano in quartieri e in città con etichette “pesanti”, ora, con la televisione in casa, aperta ventiquattro ore su ventiquattro, sul compute e nelle diavolerie varie, non occorre fare fatica e andare lontano perché accada questo terremoto socio-morale. Il tutto tra l’indifferenza e la soddisfazione di buona parte della gente, con una minoranza che oltre i brontolamenti non va. Questa crisi della comunicazione non tocca soltanto Tv di Stato e non, ma riguarda tutti noi. Da cittadini di un Paese civile dobbiamo capire perché ci siamo ridotti ad abbeverarci di questo livello di comunicazione, informazione, divertimento. Se invece di chiedere sorsi d’acqua pulita accettiamo che la nostra fonte sputi veleno, ipocrisia, interessi immorali e notizie sempre meno chiare e trasparenti, possiamo soltanto ammettere il tramonto della nostra convivenza vivace, ricca di proposte e di progetti, capace di sviluppare il meglio di noi e il meglio delle istituzioni da noi create. Essendo però io positivo per natura, credo che anche i tramonti possano essere occasione di riflessione, di cambiamento e di ricerca del vero benessere personale e comunitario. E non penso soltanto alla televisione, ma alle nostre città, fino al più piccolo Comune d’Italia (Antonio Mazzi, FC n. 26 del 30 giugno 2019). |
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