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Messaggi del 17/05/2021

Api solitarie

Post n°3593 pubblicato il 17 Maggio 2021 da namy0000
 

2021, HuffPost 15 maggio

Le api solitarie arruolate come sentinelle anti inquinamento

Campagna “Ogni ape conta”, monitoraggio per frenare una moria che è arrivata al 30%

 

Immaginiamo un quiz a risposta multipla in cui si propongono due definizioni del mondo delle api. La prima lo descrive come un regno matrilineare, con la regina e un esercito di industriose operaie. La seconda come una famiglia mononucleare in cui, dopo la morte precoce del maschio, è la femmina a tirare avanti sola la baracca pensando ai figli. Non c’è dubbio che la maggioranza delle crocette andrebbe a barrare la prima opzione. Ma sarebbe un errore, almeno dal punto di vista statistico.

“Le api sono una grande famiglia composta da 20 mila specie di apoidei”, spiega Fabio Sgolastra, docente di entomologia all’università di Bologna. “Tutti conoscono le api da miele, cioè l’apis mellifera, ma il 70% di queste specie è formato dalle api solitarie che hanno un’organizzazione completamente diversa dalle altre. Noi stiamo studiando in particolare le osmie, chiamate anche api muratrici perché utilizzano il fango per chiudere le pareti di casa. Ogni femmina ha il suo nido, costruito in un piccolo foro di un muro o all’interno di una canna di palude”.

 

In questo spazio molto ridotto l’ape solitaria si costruisce un mini appartamento formato da una trentina di piccole celle. In ognuna viene preparato un letto fatto di polline e nettare. Tutto organizzato in funzione dell’unico incontro che spezza la solitudine di una vita. In primavera l’ape si accoppia, utilizzando la breve stagione del maschio che, dopo aver svolto la sua funzione vitale, scompare di scena evitando ogni possibile conflitto coniugale. Lei, invece, prosegue indefessa il suo compito. Va a bottinare, cioè a fare la spesa cogliendo il meglio fior da fiore. Arreda la sua casa. E depone un uovo al giorno per circa un mese posandolo sul letto che fa anche da dispensa: permette alle larve di nutrirsi di polline e nettare. Poi muore, lasciando alle larve il compito di ricominciare il ciclo in primavera.

Insomma ogni ape svolge in piccolo le funzioni di un alveare. Dal punto di vista del contributo alla tutela della biodiversità nulla cambia. E la cosa ci dovrebbe interessare perché dal lavoro gratuito degli insetti impollinatori dipende circa l’80% del nostro raccolto agricolo. Ma tra i due gruppi di api c’è una differenza sostanziale: gli alveari producono miele, le solitarie no. E questo è bastato a giustificare una lunga disattenzione.

Per colmare questo vuoto di conoscenza le Coop - assieme al dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’università di Bologna, a Conapi e a Lifegate - hanno lanciato la campagna “Ogni ape conta”. La prima ricerca su larga scala che include le api solitarie.

“La pandemia ci ha costretto a ritardare, ma finalmente siamo riusciti a partire con un progetto a cui teniamo molto”, racconta Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia. “Un miliardo di api tutelate sono il primo risultato raggiunto dalle 7.500 aziende agricole del circuito Coop che destinano il 3% dei terreni coltivabili a siepi e fiori per migliorare l’habitat. Ora andiamo oltre. A questa campagna hanno già aderito 36 aziende agricole in 7 regioni, dal Trentino alla Sicilia, costruendo 100 nidi. Chiediamo ai nostri soci e consumatori di fare rete per difendere una specie fondamentale per l’intera catena alimentare”.

Che le api abbiamo bisogno di aiuto è noto, anche se questo aiuto finora è stato somministrato con il contagocce. Dagli anni Novanta c’è stato un calo del 25% del numero di specie di api osservate e dal 2006 a oggi si è registrato un aumento di mortalità di api mellifere spesso superiore al 30% per colpa dell’uso massiccio di pesticidi chimici di sintesi, della crisi climatica e di altri fattori (perdita di habitat naturali, inquinamento, diffusione di nuovi parassiti e patogeni).

“Se un allevatore perdesse ogni anno il 30% del bestiame scatterebbe immediatamente l’emergenza, per le api si fa poco”, aggiunge Sgolastra. “Il problema principale è l’agricoltura intensiva che riduce la biodiversità e fa un uso massiccio di pesticidi. Noi parliamo di ‘deserto verde’ perché per le api trovarsi di fronte un prato tutto uguale e senza un fiore vuol dire essere condannate alla fame”.

Oltre alla difesa degli impollinatori la campagna “Ogni ape conta” ha un secondo obiettivo: utilizzare il polline come cartina di tornasole per misurare l’inquinamento. Lo studio contemporaneo delle api da miele (che si muovono in un raggio di un chilometro e mezzo) e delle solitarie (che si muovono in un raggio dieci volte minore e con temperature un po’ più alte) permetterà di creare una mappa più dettagliata della presenza di inquinanti.

 
 
 

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