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Messaggi del 02/11/2022

Musicista

Post n°3794 pubblicato il 02 Novembre 2022 da namy0000
 

2022, don Antonio Mazzi, FC n. 44 del 30 ottobre

«Lorenzo carissimo, alla tua età sono stato un “rompi”. Sono rimasto senza papà a 15 mesi, e la mia povera mamma ha dovuto alzare la voce e anche la scopa più volte.

Durante la scuola media ero così simpatico all’insegnante di Lettere che quasi ogni giorno o mi metteva una nota sul diario o mi sbatteva fuori dall’aula in castigo, anche d’inverno. “Mazzi, esca per un’ora (dava del lei a tutti) e mi consegni le figurine” (erano le figurine dei calciatori che ci scambiavamo sotto il banco, ci beccava sempre)».

Erano gli anni della Seconda guerra mondiale ed eravamo in un convento sul Lago di Garda, perché sfollati da Verona, città spesso bombardata dai tedeschi. Facevo la scuola media e molte volte un fratello musicista del convento, simpatico e strano come tutti i musicisti, vedendomi nell’atrio, mi prendeva e mi portava in sacrestia dove c’era un harmonium e con infinita pazienza mi insegnò a suonare. Era molto puntuale nel riportarmi in tempo giusto davanti alla porta dell’aula. Facendo un pensiero cattivo credo che anche a lui, la professoressa non andasse molto a genio.

La passione per la musica mi salvò in tutti i sensi. Finita la guerra tornammo a Verona in un istituto dove c’era una cappella con l’organo. E appena potevo, durante la ricreazione, il sabato e la domenica, andavo a suonare. Il direttore di quella scuola fu molto diverso. Fu così che diventai un cosiddetto bravo ragazzo (come te). In seconda liceo ricevetti il premio di buona condotta. Il mio sogno era andare a Bologna al Conservatorio a godermi Mozart, Beethoven e Perosi. Anche ora, se avessi un pianoforte e un po’ di tempo, andrei subito a suonare.

Invece sono diventato un prete perché l’alluvione del Po (anni 1950) mi ha fatto cambiare idea e anche tu saprai che cosa sto facendo ancora a 93 anni.

Tutta questa storia però te l’ho raccontata non perché sei un “rompi”, ma ti inviterei ad imparare a suonare l’arpa, strumento stupendo, dolce, poetico, sentimentale e che ti prende tutto ancor di più del pianoforte. Questo è l’augurio che ti faccio per accontentare tua madre. Invece di scrivere solo una lettera, ti invito anche a suonare uno strumento che può farti felice nei momenti più dolorosi e tristi del sarcoma. Ciao.

 
 
 

Desideriamo ricordare e far conoscere

Post n°3793 pubblicato il 02 Novembre 2022 da namy0000
 

2022, FC n. 44 del 30 ottobre

Siamo un gruppo di persone anziane che a partire dal 1948 frequentava la scuola elementare nella frazione del Pornaro nel Comune di Schio, e desideriamo ricordare e far conoscere l’opera pastorale del cappellano don Adolfo Scolari nel centenario della nascita avvenuta a Marano Vicentino il 21 ottobre 1922.

Don Adolfo era giovane ed era buono, sorridente e simpatico perché si fermava sempre a parlare con tutti e a confortare per i patimenti causati dal conflitto appena passato. Con l’aiuto delle due maestre, ci insegnava il catechismo, ci spronava allo studio e all’apprendimento. La domenica pomeriggio, dopo le funzioni, qualche volta proiettava per noi ragazzi i film di ridolini. Altre volte, quando pioveva, ci leggeva qualche racconto o ci illustrava racconti biblici. Per alcune ore potevamo dimenticare gli orrori della guerra. Noi tutti non ci siamo mai dimenticati di don Adolfo, della sua bontà e umiltà, della sua fatica per essere stato vicino ad aiutarci.

Grazie, caro don Adolfo, prete mite e umile di cuore, per averci fatto conoscere l’Amore di Dio per ognuno di noi. Grazie per averci insegnato ad Amare Dio, a fidarci ed affidarci sempre a Lui e alla Parola veritiera e fedele del Vangelo. Grazie di aver insistito per un dialogo giornaliero con Lui mediante la preghiera. Grazie per averci voluto bene e amato, per aver illuminato la nostra fanciullezza e orientato la nostra vita a scelte cristiane e coraggiose – Gli ex ragazzi di don Adolfo

 
 
 

Anniversario

Post n°3792 pubblicato il 02 Novembre 2022 da namy0000
 

2022, FC n. 44 del 30 ottobre

Grazie a Dio oggi mia moglie ed io festeggiamo i 54 anni di matrimonio. Ma niente bugie: sì, qualche scaramuccia l’abbiamo avuta pure noi, m L bellezza della pace, il fato o la fortuna di desiderarla ci ha felicemente portati a questo bel traguardo, spegnendo la fiamma del “super Io” che per qualche istante ci divise. E oggi la torta con le candeline e il cesto dei fiori ci raccontano l’armonica bellezza del bene reciproco. … Oggi, con 54 anni  di matrimonio, mia moglie e io vogliamo descriverne dolce seduzione anche a tutti i dittatori, fanatici innamorati delle armi – Lettera firmata

 
 
 

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