AREA PERSONALE
MENU
I MIEI BLOG AMICI
" VERGOGNATI "
Post n°16 pubblicato il 31 Maggio 2009 da ciccioobodo
|
Post n°15 pubblicato il 22 Maggio 2009 da ciccioobodo
Cartesio vi perviene mosso dalla ricerca di un metodo che dia la possibilità all'uomo di distinguere il vero dal falso, non soltanto per un fine strettamente speculativo, ma anche in vista di un'applicazione pratica nella vita. Per scoprire tale metodo, il filosofo francese adotta un procedimento di critica totale della conoscenza, il cosiddetto dubbio metodico, consistente nel mettere in dubbio ogni affermazione, ritenendola almeno inizialmente falsa, nel tentativo di scoprire dei principi ultimi o delle massime che risultino invece indubitabili e su cui basare poi tutta la conoscenza. Cartesio sostiene che nemmeno le scienze matematiche, apparentemente certe, possono sottrarsi a tale scetticismo metodologico: non avendo una conoscenza precisa e sicura della nostra origine e del mondo che ci circonda, si può ipotizzare l'esistenza di un "genio maligno" che continuamente ci inganni su tutto, anche su di esse. Si giunge così al dubbio iperbolico, estremizzazione limite del dubbio metodico. A prima vista, quindi, per l'uomo non c'è alcuna certezza. Eppure, quand'anche il "genio maligno" ingannasse l'uomo su tutto, non può impedire che, per essere ingannato, l'uomo deve esistere in qualche modo. Non è certo detto che l'uomo esista come corpo materiale, perché egli non sa ancora nulla della materia. Ma l'uomo è sicuro di esistere in quanto è un soggetto che dubita, e quindi pensa. Cogitare in latino significa «pensare»: l'uomo perciò esiste perlomeno come sostanza pensante o res cogitans. Cartesio perviene a questa certezza perché, pur provando a dubitare di tutti i suoi pensieri, si accorge che il dubitare di pensare è ancora un pensare: l'atto di supporre che io possa ingannarmi coincide infatti con l'io che verrebbe ingannato, c'è quindi una perfetta identità tra conoscente e conosciuto. Poiché il dubbio scettico dubitava che all'idea corrispondesse la realtà, cioé l'oggetto pensato, ora questo dubbio non ha più motivo di esistere, perché Cartesio ha una volta per tutte dimostrato che quando si ha un'idea evidente questa corrisponderà necessariamente alla realtà: appunto come accade con il cogito ergo sum. È una dimostrazione, questa di Cartesio, che riceverà tuttavia numerose contestazioni da parte dei suoi critici. In realtà si tratta solo di un'intuizione e non di un ragionamento dimostrativo vero e proprio: infatti, come spiega Cartesio stesso, il significato dell''ergo differisce da quello assunto dal vocabolo in questione nei sillogismi; il suo non è un ragionamento che parte da premesse per arrivare a concludere qualcosa perchè questo richiederebbe un preventivo accertamento della veridicità delle premesse. L’ergo qui va inteso come una sorta di esclamazione per sottolineare la scoperta appena fatta: "io penso" ed "io sono" sono oggetto di un unico atto di conoscenza e quindi costituiscono una certezza unitaria, ovvero il fatto di pensare significa immediatamente il fatto di esistere.
|
Post n°14 pubblicato il 14 Maggio 2009 da ciccioobodo
Sono sempre pieno di rabbia E ora basta! Non voglio pensare all’ odio! Non voglio e non devo provare questo sentimento!
|
Post n°10 pubblicato il 14 Maggio 2009 da ciccioobodo
Sono venuto a cercarti in riva al mare, l'altra notte. Lo sai. Lo sai come è quando non ho voglia di dormire e mi prende quella smania di correre....... .... di correre al mare. E non stare qui a chiedermi il perchè. Lo sai. Che solo il mare ha colore..... .... il colore dei tuoi occhi. E allora non stare a chiedermi il perchè. Sono venuto a cercarti in riva al mare e la luna mi ha fissato da lassù. Ma tu.....lo sai. Sai come fissa la luna. Quando quel suo silenzio profondo ti piomba addosso e tu lo respiri.... .... lo respiri fino all'ultimo. E non stare ora a chiedermi che fosse. Quel profumo di sale e di glicine che si portava dietro il vento. Perchè lo sai. Ma dimmi soltanto questo. Dimmi se l'onda te l'ha recata se te l'ha recata la mia bottiglia. Solo questo dimmi se si è frantumata sui tuoi scogli.... |
Post n°9 pubblicato il 14 Maggio 2009 da ciccioobodo
La ricchezza somiglia all'acqua di mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete.La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore: più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti.Vuoi sapere quanto è grande il mio amore? Conta le onde. Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.Una caratteristica tipica dei veri ambiziosi è quella di farsi portare dalle onde senza curarsi della schiuma.
|
Inviato da: aletatm
il 20/01/2010 alle 11:55
Inviato da: unaserainsiemeate
il 25/07/2009 alle 19:08
Inviato da: favola811981
il 08/07/2009 alle 18:18
Inviato da: unaserainsiemeate
il 04/07/2009 alle 16:09
Inviato da: aletatm
il 03/07/2009 alle 19:59