L'uomo dei difetti

Era notte, ed eri (M)ia.


 
 Era ieri, ed era già notte... L'avrei affrontata come le altre.  Come le ultime, altre.Pensavo. L'un l'altra avviticchiate allorché disperse... Abitate, forse... Vissute, mai. Pensavo male. D'improvviso una voce... E d'incanto quel timbro che più caldo del cremisi della bocca che la soffiava, scuotendomi, mi braccò. Suadente e poi fragore,mi puntellava le labbra come se mai l'avessero fatto prima... Perché anche la Spina che s'addentri al petto sa far dei brividi il dono, e allora io dico:  Pazzia sia, se è questo il canto! Attonita. Perché è meraviglia quanto nulla sia cambiato allorquando Quel che suggeva un dì, stanotte, ancor beveva... Stremato e Fiero e Impavido la richiamavo a terra perché ella di me facesse strazio e poi grida e poi sole e poi luna e poi il nulla men che Due.E volata via poi... Commista ai baci che l'adornavano in circolo, lungo un fianco incisa, scarlatta, la sua preghiera... M.(L'uomo dei difetti...)[Post Scriptum][02.06.2014 - promemoria dell'autore, avendo terminato la grafite]   Ci sono momenti in cui una sensaziome, un palpito improvviso, suggerisce di fermarsi ed ascoltare l'eco delle tante domande che ponendosi s'annidano.   Allora ti volti, e guardi... E ti rendi conto che le risposte, talvolta, non necessitano affatto d'esser costruite né ricercate. E' nel rumore assordante del silenzio, che discinte, s'adagiano...