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« Puoi anche non leggerlo.Alzati da questo divano ... »

Non ho bisogno di droghe particolari per assentarmi, a quanto pare.

Post n°27 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da UsagiSmoke

Sono momenti da ricordare, situazioni felici, sono talmente stordita dal nervosismo per cui non mi sorprendo quando smetto di piangere ed inizio a sottomettermi al pianto del mio corpo. Lava le pareti vive e rosse della mia pelle. Come un requiem. Come un bellissimo requiem fatto di sangue e vene. Lo sto ascoltando con ogni pezzo di carne fragile, rilassato, ripiegato su se stesso.

Porto il margine della tazza alle labbra, le bagno, mi rendo conto che questo latte con è ciò che volevo.

Bianca la tazza, bianco il latte, bianche le mattonelle rifinite su cui la materia solida e quella liquida esercitano il loro peso.

Se qualcuno mi trascinasse fuori di casa scoppierei in un pianto vero, e non d'isteria e disagio. Mi accascerei sull'asfalto e dormirei con gli elementi, invece sono accasciata sul pavimento di questa casa quasi stupidamente estranea; nemmeno questo è ciò che volevo. Ascolto il mio requiem.

Non ho fame. Butterò il latte che ho riscaldato.

Lascio vagare gli occhi per la stanza, rimbalzano contro gli oggetti su cui si schiantano, non li raccolgo.

Scuse inutili, cerchi di rifugiartici contro, non servono, perché ti vedo benissimo.

Non erano scuse

Non lo erano

Era il momento a farmi ridere. Però piangevo, ridevo, pregavo le membra di non lasciarmi da sola. La situazione cruda nella sua poca rilevanza. Vera nella sua aria torbida e plasticosa.

Devi buttare quel latte,

Devi leggere quel libro,

Devi rassegnarti all'idea di avere delle responsabilità, in primis, te stessa.

Butta quel latte, hai mangiato a sufficienza, non ti fai pena?

Acconsento silenziosamente chiudendomi sempre di più, abbandonandomi contro lo sportello della cucina, mi lascio stordire dalla luce artificiale e dal mio lessico povero, troppo povero per poter scrivere.

Lascio freddare la tazza, poi svuoto tutto nel gabinetto, ripenso a quel libro la cui scrittura mi irrita tanto, mi accorgo che in fondo è più simile alla mia di quanto pensassi.

Il requiem non idugia più, non ha mai indugiato da quando ho compiuto 17 anni, lascio che mi scorra addosso, Mi addormento nei miei stessi vestiti.

 
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Commenti al Post:
Dilorman
Dilorman il 12/12/14 alle 16:56 via WEB
A volte è doloroso scoprire che ci si può assentare dal mondo, ma mai dal proprio io dolorante...si vorrebbe poter lasciare il corpo su una sedia e vagare senza peso, magari anche solo per un po'...
(Rispondi)
 
UsagiSmoke
UsagiSmoke il 12/12/14 alle 19:22 via WEB
Già, ottimo modo per sentirsi vivi.
(Rispondi)
 
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