Baubo

"guarda quanto ti piace"


 
 Ti muovi ora, con forza, non distinguo più tra lei e lui, avverto la mia ...  perdersi e prolungarsi sul tuo ... . C'è una tensione, un tiraggio e trama che crea un'unità un sé, laggiù. Quasi un involucro di forza - la vedo sai? E la sento. Una capsula giallognola, trasparente, intensa di energia - un nodo di intensità - che accomuna ... e ... e loro si muovono, si toccano e si lasciano, si cercano, si penetrano si staccano e si riavvicinano dentro questa capsula creata da una forza che essi producono ed estendono attorno a se stessi.Identità a sé, loro due, e con ritmi che loro sanno e si danno. Noi possiamo ben poco, tra l'altro ci piace solo assecondare questo insieme fluente, specchiante, pregnante di forza. Mi viene da ridere ora, mentre scrivo: chi decide quando e come noi due - persone - ci incontriamo? O vorremmo e non accade. Possiamo essere distanti mentalmente, psicologicamente; litigare quanto ci pare, quando la forza decide, non c'è incazzatura, permalosità, residuo di privacy individuale che tenga. E la forza scende - emerge uh uh uh.E ci ritroviamo nel mondo di dentro, quello della forza. Poi, nel mondo di fuori, siamo tutt'altro, quasi estranei uno all'altro. Ah, 'sto gioco delle complicità nascoste e segrete! M'è sempre piaciuto.La forza... sì, lo so, sta in ogni cosa, in tutto ciò che è più semplice, forse un po' meno interessante del fare eros. Ma io, chissà perché, ne parlo da qua. Qui la sperimento di più. Non l'ho scelto, o forse sì. Quello che ho sempre pensato è che qualcuno lo deve pur fare!