Baubo

sadè - 18° archetipo


  
 Mi sento serrata, legata, quasi sotterrata. Impalata sui tappeti. Sento una spinta a svincolarmi. Mi manca il respiro. Vedo poco è buio e ho freddo. Tu ansimi, puzzi di fumo, respiri forte e fai avanti e indietro. Chissà che hai in testa. Mi viene il nervoso e mi viene da ridere. Uff, che gioco scemo. A me ste coercizioni non dicono niente, non mi intrigano. Ora te ne sei andato dillà. Così mi posso fare una risata tranquilla. Quando torni non mi trovi. Adesso entro nella mia casetta. Chiudo occhi e orecchie. Chiudo la pelle e soprattutto il pensiero. A te lascio il gioco di credere che chissà che mi fai. Chissà che serpenti di emozioni e paure vai a stanare dentro di me (avevo scritto di te, mmmmhh pensa). Non me ne importa. L'unica cosa che mi interessa guardare e soprattutto sentire è la reazione che mi sale al fatto di essere legata. Sta corda mi entra nei polsi. Mi hai stretto troppo i fili di seta alle caviglie, ma io mi muovo lo stesso, sai che insisto, si decide in due anche nel gioco. È gioco perché vuol essere il superamento di ogni separazione tra te e me. La sfida è mollare, cedere, essere perdenti e lasciar vincere te. Ok. Accetto e faccio silenzio. Sai che significa, vero? Far passare le cose che voglio per altro canale, quello che t'arriva dritto dentro il cuore. Questo fatto che nemmeno posso girare i piedi non mi va giù. Sì, il pensiero di allungare braccia e gambe, di mettermi in piedi, di soffiarmi il naso, di andare a fare la pipì! Questo intendo raggiungere. La mia libertà. Che emozione.L'intento, al di là dell'evidenza, mi fa rientrare in me stessa. Mi sento implodere. Mio Dio, arretrare. Ri-entrare. Mi vedo. Oh, mi sembrava di essere legata e costretta, non da legacci di pelle e di seta ma dai miei stessi sentimenti. Ora, qui dentro, nel mio pulsare interiore, mi vedo abbracciata, avvinta da questo mio sentire verso te. Mi dicevo imprigionata, ora avverto un territorio prima inesplorato di tensione, dedizione, la chiamerei elezione per te. Il fatto è che sto ascoltando una specie di mia primogenitura. Sto in questo luogo in cui io sono l'amore di me stessa. Da qui, ora, sento te e ti parlo. Tutte le volte che ti dico: © Io non sono le altre!ª Eccola.© Sì, io ti sento in modo diverso, mio. Perché così sento me. Per questo posso permettermi di dire: - Io sono speciale -. ª È sempre stato così, anche  quando non te ne rendevi conto.© Dici, allora voglio sciogliere questi legacci avvolgendomi nel mio sentire per te. ª Io ti sento così. Tu dici che sei speciale. Ma che bisogno hai di insistere sulla tua originalità.© Ah, come sempre per vedere quanta forza so tirare fuori per svincolarmi da tutto questo, compreso l'amore per te, rispetto alla grande libertà che Eméraude è. Per poi decidere di scegliere te. ª Ah, le donne!Prima che me ne renda conto qualcosa si è mosso. Una spinta che invece di andar fuori va di dentro. Un respiro trattenuto, no, anzi, aspirato. Entra e allarga, espande i polmoni, aria e aria che entra invece di uscir fuori, gonfia i miei polmoni, ne sento la tensione. È una forza. Qualcosa mi sta scoppiando dentro. Mille particelle di luce colorata sprizzano dappertutto, io le sento e le vedo. È un calore pieno che si diffonde in tutto il corpo, s'irradia. Sto sfrigolando dentro di me. Chissà se te ne stai accorgendo. Il fatto è che è un calore strano, non è calore, è freschezza. Ci sono mille e mille particelle luminose, verdi, smeraldo, azzurre. Sono fosforescenti, attive e stanno comunicando con me. Adesso i bip bip particellari sono nella mia testa, sento un fresco. Arrivano ad onde e hanno un suono. Sono condotti da un'armonia. Percepisco delle corde dentro me. Il mio corpo è attraversato da fasci di onde sonore. Un flusso. Si attivano da sole. Solo che non posso chiedere loro cosa mi stanno dicendo, se volessi codificare il loro messaggio lo perderei, così funziona nell'entanglement. Bisogna sospendere il cervello, la nostra insistente curiosità mentale di sapere cosa succede. Qui funziona l'archetipo thet, accolgo, e il messaggio diventa sangue, carne, sostanza felice che mi nutre. Dalet, rendo concreto quanto sento e desidero. Da questo mi rendo conto che il bip è arrivato, da come mi sento. Come mi sento? da Dio. Dove sono? Fuori, lontano. Libera, me stessa, e anche abbracciata a te. L'archetipo fé ha funzionato, espando. Tutto è cominciato con questa botta di forza che, invece di esperire in un gesto ho voluto trattenere, di più ri-cacciare dentro. Ha scatenato una specie di reazione a catena.Bene, sono arrivata, entro, chiedo e tu mi dai, tutto.Un'energia scatenata all'interno. Prossima volta tocca a te. Incatenato! ma nel mondo di fuori. * Emèraude, risorsa a se stessa, si toglie sempre dagli impicci.