Creato da baubo_a il 11/04/2012

Baubo

eros e gioco

 

 

buio e silenzio

Post n°6 pubblicato il 20 Maggio 2012 da baubo_a
 
Tag: baubo

 

 

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Ma che c'è in questa stanza? Vedo sagome, sento il tappeto sotto di me.

Non mi è chiaro che ci sia qua dentro, avverto dei volumi, forse i mobili alti nel buio, alti sopra di me stesa.

Mi stai accarezzando lentamente, meticolosamente, impastando, qualcosa si rimescola in continuazione dentro di me. Ansimo, poi ritrovo la pacatezza e il respiro lento. Tutto si rigira dentro, files arrivano al mio cervello e se ne vanno. Se sto sulle tue carezze e lascio fuori il pensare, se seguo la tua mano sul mio corpo, avverto che mi calmo. Che trovo un senso lungo, pacifico, nuovo del mio corpo. È come se tu mi facessi sentire e notare sensazioni, tocchi, esistenze che stavano in me, esistenze molto sottili ma concrete che si chiamano: carne, pelle, vasi, sangue che fluisce. Emozioni, sensazioni, flutti, spasmi, ritorni che ho sempre avuto ma che ora s'accendono, che ora si fanno sentire e che soprattutto io riesco ad ascoltare.

Le tue dita e le tue mani come antenne che mediano la trasmissione tra il mio corpo e me e io che avverto un linguaggio che ero, ma non sapevo. Che ora intercetto e che, so, posso cominciare a decodificare.

È un linguaggio - di fatto - di corporeità, del mio corpo. Che sono io.

Ora dopo essermi presa tutto il tempo per stare su me mi accorgo di te, come se solo adesso mi rendessi conto che qui ci sei anche tu. Chi sei? Mi interrogo, ti interrogo e, come faccio a raggiungerti? Non si può parlare, né ti vedo.

Ora ricambio, rispondo. T'accarezzo la schiena, la testa. Sì. Un po' di capelli per aria.

Ho voglia di starti più vicino, di abbracciarti e lo faccio. Ma vedi, le distanze si superano immediatamente, fossimo stati alla luce mica me lo sarei permessa. Qui è facile, normale accostarmi a te. Voglio accarezzarti la testa, ora il viso. Ma guarda, sento la spinta a dare carezze e lo faccio, subito. Com'è naturale e facile. Oh, come mi sento bene, sicura di quello che sto facendo e sollevata. Tutto è semplice. Accarezzo il tuo viso, le guance, questa barbina, la bocca. Oh! Già sono alla bocca! E chi se ne frega, qui non c'è giudizio. Faccio quello che mi viene, e viene! Eccome se viene! Anche tu eh, però! Sei sulle mie spalle, ora sul seno. Ma vedi! E ti lascio fare. Ti dico, sempre via web-testa-pensiero... continua! Mi piace! Anzi guarda, e con un gesto quasi impercettibile te lo do io il seno.

È un conoscersi, niente libido, occhi chiusi. Conoscersi attraverso le dita, le dita dritte sulle sinapsi.

No, non devo fare nessun gesto, so che te lo sto offrendo, il seno, sempre dalla spinta e so che tu avverti, senti e accogli. No, accogli è poco per quello che ti sto dando. Tu prendi. Bene.

Tu dove sei? Come stai? Ti sento, voglio sintonizzarmi un po' più su di te. Mi ascolto dentro, è da qui che ti voglio sentire, da dentro di me così non mi sbaglio. M'arriva davvero chi sei e dove stai ora. Oh! Sei già qui! Ci sei eccome! Sì, stai abbastanza bene, ti stai rilassando anche tu. M'arriva un pulsar, un impulso da te, lo sento dentro, che mi stai dicendo? Mi stai parlando dentro ad un flusso di sentire e di forza. Sì m'arriva forza, scorre, come un fiume di magma sciolto, fluido e vero.

Direi azzurro-verde. Sei tu? Dentro c'è calma e dolcezza. Oh, ora veramente sento anche un che di tosto, duro. Mi stai passando dei nuclei, delle particelle più dense, compatte. Chi sei. Che mi dici. Mah, poi decodificherò.

Continuano le carezze. Il tastarsi, scoprirsi e conoscersi. Come sono fatta? Chissà se ti piaccio un po', sento che insiti sull'incavo del mio fianco. Sì, sono magrina, forse troppo per te? Sì, c'è un incavo anche qui sul ventre eh, li ho persi i chili. Spero non sia un problema. Sai, io mi piaccio così, magra, ora cerco di passarti un po' dell'amore che ho per il mio corpo. Come faccio? Semplice, mi sento, ci sono, e da dentro mi apro, tutta, e ti passo il corpo. Senza muovermi, né cambiare posizione, tutta mi butto dentro le tue braccia. È facile, mi viene così immediato, come se l'avessi sempre fatto.

Mi chiedo ora, ma anche le altre sentono, fanno così? Oh, la mia gelosia! Te credo!

Ma quel giorno, là, con te, tutto questo non l'ho pensato, ero buttata e basta in questa esperienza.

Ora voglio più spazio, mi viene da prendere il largo, di aprimi di più dentro me. Mi stacchi da te, mi metti lunga distesa, anche la testa, apri le mie braccia e le gambe. Tu accanto, accarezzi tutta la mia schiena, su giù, continui, mi dai pace, serenità, sollievo. Oh quanto mi piace! Me la voglio gustare questa tenerezza, tanto noi non abbiamo limiti di tempo. Allora me lo prendo tutto, sto qui, finché mi va. E tu che accarezzi, ancora. Metti la mano sul mio collo, passi sotto il mento, arrivi alla bocca, al naso che ho schiacciato sul tappeto. Sei all'occhio, giri per il mia testa, stazioni sui capelli, te li fai attraversare sotto le dita. Sì, né lunghi né corti. Ma come sarà 'sta donna, te lo stai chiedendo? Non è che mi hai vista mentre fuori suonavo il campanello, no? Non è che hai barato?

Io no. Io mi sto gustando te. Le tue mani. Tanto ho capito che tanto bello non sei, non mi conviene metterla su quel tono, poi pure il fiato da sigaretta, uhmm bè, non mi riguarda.

Sento le tue carezze! Continua.

 

 

 
 
 

buio e silenzio

Post n°5 pubblicato il 09 Maggio 2012 da baubo_a
 
Tag: baubo

 

 

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Tu m'imprigioni. E io scapperò. Sempre. E mi ritrovo sempre a strusciare le ginocchia sul pelo dell'acqua. Vinta e sola. Spezzata. Ancora così. E lui là, a dire cose stronze che non sa.

Forse questo mi ha condotto da te. Qualcosa di stretto stretto e sofferto da sciogliere. Oggi, spesso mi sento così, la differenza è che ci sono, su quella riva di Jesolo di una domenica d'estate, ora ci sono.

Volevo questa esperienza. Da un po' di tempo questo progetto animava le immagini delle mie camminate serali sul lungomare. Alzavo gli occhi alle stelle e mi vedevo. Aprivo la porta davanti ad un buio pesto.

Entravo e l'uomo stava là: respiri, toccarsi, era il mio film serale. Così, messo in evidenza un tema che mi interessava, la forza, mi sono decisa e l'ho chiesto a te.

"Vorrei fare buio e silenzio... così e così"

Il gancio aveva funzionato, la faccenda ti interessava. Accordi, precauzioni, ecc.

Parto. Ah, l'accordo era anche nessuna foto, né voce prima dell'incontro.

Tu avevi inviato una mail: "Prima voglio sentire la tua voce".

Ma io avevo aperto la posta tardi e un altro tuo sms diceva: "No, non mi serve".

E io avevo sorriso.

Sono partita. Nel viaggio sms, ultimi accordi. Suono.

Buio.

Sento un respiro alle spalle, non vedo.

Emozione, anche adesso che scrivo.

Che tento di ricordare. E adesso, altro che si muove, che si sveglia e, sorrido. Si apre il cuore. M'accompagna.

Qualcuno mi fa poggiare la valigia, tolgo i sandali. Mi spoglia, camicetta, gonna, slip, reggiseno, sono imperlata di sudore, lui sempre alle mie spalle, la punta delle dita leggere. Sono nuda. Cammino, buio, una mano dietro e un tremore, mi sembra che tu sia più teso di me. Io... sto. Occhi chiusi. Continuo. Sono emozionata, volevo questa cosa, ora ci sono. Ci sono dentro! La sto vivendo! Sono nell'attimo che tanto ho desiderato, espanso. Questo è un pensiero da cui mi lascio spesso attraversare quando sto con te. Ancora oggi.

Le mani sulle spalle, spingi per farmi sedere a terra. No, è un tappeto. Ora, mentre scrivo, devo entrare nel ricordo, penetrare un buio e silenzio secco che ho dentro ma che non viene alla luce e alla mia voce, quella dell'ispirazione.

Ecco, sono per terra, seduta con te.

Vicini, ci tocchiamo. Mi rendo conto di quanto è forte l'attraversare il corpo tuo e sentirmi attraversare da te, forse per questo non sopporto il pensiero che altre ti tocchino. È un che di eccelso, parola che torna spesso in me in questi giorni. Mi sento là con te. Il tuo respiro. Tengo gli occhi chiusi. Non so. E tu che fai? Guardi? Mi hai vista? No, io non voglio ancora, voglio godermi tutto questo buio e questo magnifico esteso silenzio, voglio che duri tanto, a lungo, voglio starci dentro, allargarlo, soffiarlo ed estenderlo, fondermi in esso. Vivermelo. Azzannarlo, soffrirlo, rinascerlo, attraversarlo con te. Tu, chi sei? Sei tu, con te lo sto facendo perché è... è toccata a te.

Dio, che eccitazione mi sta prendendo ora che scrivo. E lei, la fichetta che si sveglia, subito! La battona! Le dita, non riesco quasi a scrivere. Io qua sulla tastiera e lei là sotto che mi dà il rinvio, la battuta, la conferma.

Il computerino non funziona, stasera, e devo stare qui al desco, non fa per me ma non posso lasciare. Qualcosa di esoso emerge.

Noi due, per terra. Buio e silenzio. Strizzo gli occhi.

Fermi immobili, solo i respiri, forse, ma non so se respiri. Stai ancora alle mie spalle, io a gambe incrociate sospesa e allungo il cervello per sentire me, e me nella stanza.

Tu dietro, non mi tocchi, sento che mi guardi, che aspetti senza fretta che io arrivi, ma ancora non lo so e tu lo sai.

 

 

 
 
 

luce di stelle

Post n°4 pubblicato il 04 Maggio 2012 da baubo_a
 
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Ho voglia di starti più vicino, di abbracciarti e lo faccio. Ma vedi, le distanze si superano immediatamente, fossimo stati alla luce mica me lo sarei permessa. Qui è facile, normale accostarmi a te. Voglio accarezzarti la testa, ora il viso. Ma guarda, sento la spinta a dare carezze e lo faccio, subito. Com'è naturale e facile. Oh, come mi sento bene, sicura di quello che sto facendo e sollevata. Tutto è semplice. Accarezzo il tuo viso, le guance, questa barbina, la bocca. Oh! Già sono alla bocca! E chi se ne frega, qui non c'è giudizio. Faccio quello che mi viene, e viene! Eccome se viene! Anche tu eh, però! Sei sulle mie spalle, ora sul seno. Ma vedi! E ti lascio fare. Ti dico, sempre via web-testa-pensiero... continua! Mi piace! Anzi guarda, e con un gesto quasi impercettibile te lo do io il seno.

È un conoscersi, niente libido, occhi chiusi. Conoscersi attraverso le dita, le dita dritte sulle sinapsi.

No, non devo fare nessun gesto, so che te lo sto offrendo, il seno, sempre dalla spinta e so che tu avverti, senti e accogli. No, accogli è poco per quello che ti sto dando. Tu prendi. Bene.

Tu dove sei? Come stai? Ti sento, voglio sintonizzarmi un po' più su di te. Mi ascolto dentro, è da qui che ti voglio sentire, da dentro di me così non mi sbaglio. M'arriva davvero chi sei e dove stai ora. Oh! Sei già qui! Ci sei eccome! Sì, stai abbastanza bene, ti stai rilassando anche tu. M'arriva un pulsar, un impulso da te, lo sento dentro, che mi stai dicendo? Mi stai parlando dentro ad un flusso di sentire e di forza. Sì m'arriva forza, scorre, come un fiume di magma sciolto, fluido e vero.

Direi azzurro-verde. Sei tu? Dentro c'è calma e dolcezza. Oh, ora veramente sento anche un che di tosto, duro. Mi stai passando dei nuclei, delle particelle più dense, compatte. Chi sei. Che mi dici. Mah, poi decodificherò.

Continuano le carezze. Il tastarsi, scoprirsi e conoscersi. Come sono fatta? Chissà se ti piaccio un po', sento che insiti sull'incavo del mio fianco. Sì, sono magrina, forse troppo per te? Sì, c'è un incavo anche qui sul ventre eh, li ho persi i chili. Spero non sia un problema. Sai, io mi piaccio così, magra, ora cerco di passarti un po' dell'amore che ho per il mio corpo. Come faccio? Semplice, mi sento, ci sono, e da dentro mi apro, tutta, e ti passo il corpo. Senza muovermi, né cambiare posizione, tutta mi butto dentro le tue braccia. È facile, mi viene così immediato, come se l'avessi sempre fatto.

Mi chiedo ora, ma anche le altre sentono, fanno così? Oh, la mia gelosia! Te credo

 

 

 
 
 

Gioco … di testa

Post n°3 pubblicato il 27 Aprile 2012 da baubo_a
 
Tag: baubo

 

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Stanotte mi sentivo dentro un cilindro di forza. Questo mi succede spesso e mi sento carica. Questa del cilindro è mia non me l'ha detta nessuno. Ho cominciato ad avvertirlo anni fa quando dentro al mare vorticavo su me stessa, giravo, oppure lo sento quando dopo nuoto e nuoto mi sento che anche se sto a letto... fluttuo.

Stamattina questa forza a colori, così, fantastico e mi tocco. Tu che mi tocchi, ......... ......... ...... Ti penso ti sento qui, sono le tue dita. E comincio a dirti: "Vai dove non è mai andato nessuno. Dove non faccio entrare nessuno. Vai dove non si dovrebbe far entrare nessuno. Dove sono solo mia. Apri, entra in questa intimità, dove sono solo di me stessa. Proibita. Segreta. Entra qua. Dove sono solo mia".

E arrivano gli orgasmi. Uno dopo l'altro. È il pensiero di questa intimità scoperta, visitata che mi fa scattare. Ti dico: "Scoprimi, mettimi a nudo qui, nel segreto. Vìolami. Rendimi fragile, vulnerabile. Piccola. Rendimi incapace di fare da sola. Che tanto poi torno grande nel mondo di fuori ma qua, nel mondo di dentro, fammi fragile". Come quando mi tiri per i capelli e sei più forte di me. E mi devo arrendere.

 

 

 
 
 

regina rossa

Post n°2 pubblicato il 20 Aprile 2012 da baubo_a
 
Tag: baubo

 

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Regina rossa

 

Prendimi

come seta tra le dita

come caverna di glifi che uno ad uno metti in luce.

 Scoprimi

come tomba di cinabro, addormentata da millenni.

 Specchiami

come giada sepolta, ora pulsante vita acquerulea e cristallina.

 

Fatti raggio e attraversami, fai della notte il sole.

 
 
 

     Caosfera editore

http://www.caosfera.it/libri/baubo/

Baubo

la dea dell'osceno

"Qui la Forza è intesa nella sua accezione di “eros” vissuto e osservato nella situazione della sessualità ma, come dice l’autrice alla fine del libro, essa, resasi percepibile e presente nelle modalità, nelle espressioni dei corpi e della sessualità, è sperimentabile e gustabile in ogni aspetto della natura, della persona, della vita sulla Terra e nel cosmo.

 

 

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Libro che spiazza

e se lo lasci fare : destabilizza

ma poi ti esalta.

 

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