Un blog creato da ustion_story10 il 02/04/2011

Realtà e vita

Viaggio di un ustionato tra cause e conseguenze

 
 
 
 
 
 

S.FRANCESCO DI ASSISI

 
 
 
 
 
 
 

PERFETTA LETIZIA- SAN FRANCESCO

 
 
 
 
 
 
 

S. IGNAZIO DI LOYOLA

 
 
 
 
 
 
 

ANIMA DI CRISTO - LE VOCI DEL CUORE IN CONCERTO

RIT.   ANIMA CHRISTI, SANTIFICA ME
CORPUS CHRISTI, SALVA ME.
SANGUIS CHRISTI, INEBRIA ME
AQUA LATERIS CHRISTI, LAVA ME.
   
Passio Christi, conforta me.
O bone Iesu, exaudi me.
Intra vulnera tua absconde me.
RIT.

Ne permittas a te me separari.
Ab hoste maligno defende me.
In hora mortis meæ voca me.
RIT.

Et iube me venire ad te,
ut cum sanctis tuis laudem te
per infinita sæcula sæculorum. Amen.
RIT.
testo in latino

 
 
 
 
 
 
 

TARDI T'AMAI - S.AGOSTINO

ardi t’amai,
bellezza così antica,
così nuova,
tardi t’amai!
Ed ecco,
tu eri dentro di me
ed io fuori di me
ti cercavo
e mi gettavo
deforme
sulle belle forme
della tua creazione…
Tu hai chiamato
e gridato,
hai spezzato la mia sordità,
hai brillato
e balenato,
hai dissipato la mia cecità,
hai sparso la tua fragranza
ed io respirai,
ed ora anelo verso di te;
ti ho gustata
ed ora
ho fame e sete,
mi hai toccato,
ed io arsi
nel desiderio
della tua pace

(SANT’AGOSTINO, Le Confessioni, X, 27)


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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« XIV DOMENICA DEL TEMPO O...Piste meditative »

XV Domenica del Tempo Ordinario

Post n°14 pubblicato il 10 Luglio 2011 da ustion_story10

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Un Dio contadino che diffonde vita

Ecco il seminatore uscì a seminare. Ed è subito profezia di estate, di pane, di tavole imbandite, di fame finita. Gesù guarda un seminatore e nel suo gesto intuisce qualcosa di Dio. La gioia di immaginare Dio come lo rivela Gesù: un Dio contadino che diffonde i suoi germi di vita a piene mani, fecondatore infaticabile delle nostre vite, ostinato nella fiducia, un Dio seminatore: mano che si apre, inizi che fioriscono, primavera.
Dio è come la primavera del cosmo, noi dovremmo essere l'estate del mondo, che porta a maturazione i germi divini, profumata di frutti. Ogni cuore è una zolla di terra buona, adatta a dare vita ai semi di Dio. Ma quante volte ho fermato il miracolo! Io che sono strada, via calpestata, campo di pietre e sassi, io che coltivo spine nel cuore...
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.
Il primo errore lo compio quando sono strada, uno che non si ferma mai. La parola di Dio chiede un minuto di sosta, un minuto di passione: chi corre sempre è derubato di senso, derubato della fame di infinito che costituisce la nostra dignità.
Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra... Il secondo errore è il cuore poco profondo, un cuore che non conserva, non custodisce, non medita. Così fa il cristiano adolescente che è in me, che si accontenta di sensazioni e non approfondisce.
Un'altra parte cadde sui rovi e i rovi crebbero e la soffocarono.
Il terzo errore è l'ansia delle ricchezze e del benessere; e poi la spina del quotidiano, dovuta alla fatica di conciliare lavoro e famiglia, di resistere allo sconforto, alla solitudine, all'insicurezza per il domani... Spina che soffoca la fiducia e ti fa credere che in te non ci sia spazio per far germogliare un seme divino, un sogno grande. Ma il centro della parabola non è negli errori dell'uomo, il protagonista è un Dio generoso, che non priva nessuno dei suoi doni. Nasce allora la gioia e la fiducia che per quanto io sia arido, spento, sterile, Dio continua a seminare in me, senza sosta. Contro tutti i rovi e le spine, contro tutti i sassi e le strade, vede una terra capace di accogliere e fiorire, dove il piccolo germoglio alla fine vincerà.
Mi commuove questo Dio che in me ha seminato così tanto per tirar su così poco. Lui sa che per tre volte, dice la parabola, per infinite volte, dice la mia esperienza, non rispondo, poi però una volta rispondo, ed è il trenta, il sessanta, forse il cento per uno. Amo questo Dio contadino, pieno di fiducia nella forza del seme e nella bontà del pugno di terra che sono io, al tempo stesso campo di spine e terra capace di far fiorire i semi di Dio.
(p.Ermes Ronchi)

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Commenti al Post:
astocchi
astocchi il 10/07/11 alle 06:57 via WEB
mi piace
 
 
ustion_story10
ustion_story10 il 11/07/11 alle 06:22 via WEB
Grazie per la visita e l'apprezzamento. A presto
 
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"IL SIGNORE DELLA CITTà"

 Crocifisso Sinore della Città

 
 
 
 
 
 
 

SICILIA GUARDATI DENTRO!

Si  fermi  la “fuga dei cervelli

gli venga  data la possibilità di “brillare”

nella stessa terra che gli ha dato i natali!

Si diano fiducia e speranze concrete ai giovani,

sono l’astro nascente di questa meravigliosa terra!

Si fermi il loro flusso  migratorio verso altre terre, spesso straniere,

alla ricerca del  lavoro, fonte indispensabile per costruire il proprio futuro…

Ci sono tanti “spazi” abbandonati  ed incolti,

che continuano a viaggiare verso l’aridità, il vuoto…

 
 
 
 
 
 
 

INNO ALLA VITA - MADRE TERESA DI CALCUTTA

 
 
 
 
 
 
 

INNO ALL'AMORE

 
 
 
 
 
 
 

INNO ALLA GIOIA - BEETHOVEN - 9^ SINFONIA

 
 
 
 
 
 
 

BENIGNI, INNO ALLA VITA

 
 
 
 
 
 
 

SEQUENZA

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

 
 
 
 
 
 
 

MADONNA DI GUADALUPE

 
 
 
 
 
 
 

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