PAOLA 11O

RALLEGRATEVI ED ESUTATE


RALLEGRATEVI ED ESUTATEPERCHE' GRANDE E'LA VOSTRA RICOMPENSA NEI CIELI
Beati i poveri in spirito. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12) In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:«Beati i poveri in spirito,perché di essi è il Regno dei Cieli.Beati quelli che sono nel pianto,perché saranno consolati.Beati i miti,perché avranno in eredità la terra.Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati.Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia.Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio.Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per la giustizia,perché di essi è il Regno dei Cieli.Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del SignoreCommento L'uomo ha sempre cercato la felicità nelle cose sbagliate, come la ricchezza, la stima, il potere, considerando tutto questo come il vero senso della vita. È un errore che si paga anche in questo pellegrinaggio sulla Terra, un abbaglio che distoglie dalle cose importanti, come i valori che danno una dignità portatrice di felicità.Gesù propone una via diversa. Esalta la povertà, la mitezza, la misericordia, la purezza e l'umiltà.Tra i cristiani più deboli spesso si insinua una opaca confusione, lo sconcerto di fronte a ciò che percepiscono come una contraddizione ma che in realtà non lo è affatto. Non comprendono per la loro scarsissima spiritualità, la tribolazione insita nel cammino delle Beatitudini e la felicità promessa da Gesù.Soprattutto nelle prove dolorose della vita si abbattono mostrando così la poca Fede e l'incapacità di capire il significato della sofferenza.Oggi non si parla più del valore della sofferenza, non intesa come ricercata, ma quella sofferenza che piomba addosso a causa di malattie, incomprensioni anche in famiglia, dispiaceri che arrecano tormenti morali dolorosissimi.Gesù è venuto a indicarci il modo per essere felici anche nelle sofferenze più crude, ma questo è possibile se avviene prima l'incontro con Lui. La conoscenza di Gesù è determinante per entrare in una dimensione spirituale superiore, in cui il credente si sente rinato perché non si ritrova più la vecchia e sconvolta mentalità, ma c'è stata una miracolosa trasformazione avvenuta per la comunione o conformità alla mentalità di Gesù.Con le meravigliose Beatitudini Gesù ci promette che in questa vita è possibile la vera felicità anche nelle dolorose sofferenze!Appare una contraddizione ma chi conosce bene Gesù, sublima le sofferenze che porta addosso perché ha compreso la forza redentrice e rigeneratrice dell'accettazione delle sofferenze. Nessuno ama le sofferenze, ma chi le sopporta con amore quando arrivano e non si lamenta, trasforma in gioia un dolore, perché così ha fatto il Signore Gesù."Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati".Tutte le otto Beatitudini sono meravigliose e rasserenanti, soprattutto per i più ansiosi esse arrecano molta tranquillità. Chi le medita attentamente una ad una e si sofferma per intuire il profondo significato e tirare fuori i migliori insegnamenti, vede cambiare rapidamente la sua vita. In breve tempo diventa una persona trasfigurata, buona, umile, onesta, paziente, pacifica, generosa, benevola, comprensiva, misericordiosa.Se non si vivono le Beatitudini, i credenti permangono nello stato spirituale più basso, non attuano la vera conversione e non c'è una trasformazione interiore. Succede così che si rimane sempre lontani dalla vera spiritualità, nonostante la Santa Messa e le preghiere.Addirittura si potranno compiere ogni giorno tantissime pratiche spirituali, ma se non si cambia la mentalità con le Beatitudini, il cuore sarà sempre pieno di giudizi, tornaconti personali e furbizia.La prova della conversione di un cristiano si evidenzia dalle Beatitudini, se le mette in pratica anche con grandi sforzi e non ancora profondamente. Ma c'è lo sforzo e Gesù premia già questo desiderio di lasciare la vecchia mentalità per abbracciare il nuovo insegnamento del Vangelo.Nella Chiesa la tempesta non è sedata e anche tra i laici ci sono tanti disturbi e agitazioni, proprio per la lontananza dalle Beatitudini. La mancata conoscenza della carta d'identità del cristiano che sono le Beatitudini, fa vivere molti credenti in modo opposto alla Volontà di Dio espressa nel Vangelo e nei Comandamenti. Ed è facile verificare la mancanza delle Beatitudini in chi non prega o prega male.Oggi in Italia si discute molto della povertà crescente e del disinteresse della politica verso i più disagiati. Molti disoccupati non trovano lavoro e soffrono terribilmente perché hanno la famiglia da sfamare e anche se sono praticanti hanno vergogna a chiedere cibo e aiuti anche ai parenti.Questo pudore indica onestà, purezza, virtù. Non è timidezza e neanche superbia, è dignità.Le responsabilità della politica le sappiamo, bisogna anche considerare quelli che pretendono un assistenzialismo dallo Stato rifiutando qualsiasi lavoro. Sia per gli assegni di disoccupazione che incassano, sia per la pigrizia di non voler lavorare e preferiscono oziare magari nei bar. Questa è una vita senza dignità.Non sono quei poveri che chiamiamo clochard per la radicale scelta di vivere per le strade o sotto i ponti. Essi arrivano a questa condizione per svariate ragioni e che sono anche lunghe da trascrivere. Molti di loro hanno una dignità commovente, non chiedono nulla e non disturbano i passanti, anzi di giorno sono invisibili."Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli".Gesù si riferisce a molti di loro, perché i "poveri in spirito" sono quelli che non desiderano quello che non hanno, che non posseggono.Si accontentano di quanto posseggono e sono felici, nonostante le precarie condizioni economiche della famiglia. Sono veramente felici perché si sforzano di fare tutto quello che è possibile lecitamente, secondo le opportunità lavorative.Sono poveri ma felici. La loro felicità scaturisce da più fattori: pregano e vivono veramente le Beatitudini; fanno tutto quello che viene richiesto quando fortunatamente trovano un lavoro saltuario; accettano la loro condizione senza disperarsi perché si accontentano di ciò che posseggono.Un discorso difficile da proporre ai giovani di oggi, in molti casi viziati dai genitori che concedono tutto seguendo un buonismo che rovina i figli. Concedendo quello che chiedono di capriccioso o tutto quello che possono secondo le condizioni economiche, danneggiano i figli, i quali arriveranno a chiedere più del dovuto.Moltissimi giovani pretendono molto dai genitori ed è una pretesa priva di umiltà e carica di superbia. Pretendono senza considerare i sacrifici dei loro genitori, pretendono senza ringraziarli, pretendono come se fosse una Legge di Dio.Chiaramente questi giovani così lontani da Dio non pregano e non comprendono che chiedere soldi o altro con una pretesa senza alcun merito, in quanto non fanno nulla per meritarlo e rimangono senza lavoro, è una pretesa opposta allo stesso onore.Essi non credono o credono a fasi alterni e non fanno nulla per migliorare la loro vita.Anche questi genitori non conoscono le Beatitudini e non trovano argomenti e il coraggio per frenare i figli, con avvisi chiari e divieti.Dio è Padre e aiuta sempre i suoi figli in difficoltà , ma chiede ad ognuno di compiere tutto quello che è possibile di lecito per vivere dignitosamente. I familiari, i parenti e gli amici, hanno molta stima verso quelli che compiono ogni sforzo lecito per vivere decorosamente.Al contrario, ci sono molti che rifiutano il lavoro perché pretendono aiuti dallo Stato o dalla politica in generale, magari inventando malattie inesistenti. Se questi sono cristiani, oltre a essere molto lontani dalle Beatitudini, commettono gravi mancanze e la loro vera conversione è difficile.Non si deve attendere l'intervento di Dio come se fosse un suo obbligo, così si mostra di non vivere come i "poveri in spirito". Nessuno potrà dire di aver fatto tutto il possibile nella sua vita cristiana per migliorarsi! Oltre alle preghiere occorrono le virtù!Anzi, Gesù precisa: "Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"» (Lc 17,10).