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COMUNIONE SPIRITUALE
«Gesù mio, 
io credo che sei realmente presente 
nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa 
e Ti desidero nell'anima mia. 
Poiché ora non posso riceverti 
sacramentalmente, 
vieni almeno spiritualmente 
nel mio cuore.
Come già venuto, 
io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te;
non permettere che mi abbia mai 
a separare da te con il peccato».

 

 
a.monte41 il 17/06/14 alle 22:45 via WEB
T'adoriam, Ostia divina, t'adoriam, Ostia d'amor: tu dell'angelo il sospiro, tu dell'uomo sei l'onor: T'adoriam, Ostia divina, t'adoriam Ostia d'amor. Tu dei forti la dolcezza, tu dei deboli il vigor, tu salute dei viventi, tu speranza di chi muor. Ti conosca il mondo e t'ami, tu la gioia d'ogni cuor; ave, o Dio nascosto e grande, tu dei secoli il Signor. .... Buona serata, amica
 

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Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».Sal 94

La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell’“acqua viva”. Quest’acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dell’uomo in un senso più generale.
Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. È questa la convinzione dell’antico Israele come della giovane comunità cristiana. E l’autore dei Salmi parla così al suo Dio: “È in te la sorgente della vita” (Sal 036,10). Ecco la sua professione di fede: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio” (Sal 042,2). La salvezza che Dio porta viene espressa con l’immagine della sorgente che zampilla sotto l’entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez 47,1-12). Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. “Io, sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

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Creato da: PAOLA11O il 24/10/2013
IL VANGELO NEL 21° SECOLO

Messaggi di Luglio 2016

 

C

Post n°115 pubblicato il 31 Luglio 2016 da PAOLA11O

 
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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Post n°114 pubblicato il 30 Luglio 2016 da PAOLA11O
 

Uno della folla disse a Gesù:

Ma egli rispose:
«O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?»

Dal Vangelo secondo Luca (Lu 12,13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Tenetevi lontani da ogni cupidigia
Il corpo, per essere vero atleta che porta anima e spirito nella più pura grazia e verità di Gesù Signore, deve essere nutrito con un alimento particolare, speciale. Di certo non saranno cibi di questo mondo a renderlo atleta per le cose del cielo. Le cose di questo mondo non solo lo appesantiscono, lo stordiscono, a volte lo fanno ammalare, spesso anche lo uccidono. Un corpo appesantito, stordito, ammalato di peccato, morto conduce l'anima nella morte eterna dell'inferno. Tutto è dal corpo: la vita e la morte.
Qual è allora questo cibo squisito, celeste che deve nutrire il corpo per farne un vero atleta verso il Paradiso? Questo cibo non esiste in natura. Ognuno se lo deve costruire lui, con scienza, intelligenza, perizia, arte, molta esperienza. Esso si ottiene trasformando i beni di questo mondo in opere di misericordia, carità, compassione, elemosina. Si prendono i beni della terra, si danno ai poveri e ai bisognosi, il Signore al loro posto ci concede due cibi prodigiosi: la gioia perenne del cuore, la virtù della sobrietà o temperanza. Con questi due doni, il corpo diviene agile, anzi agilissimo e può percorrere ogni via che conduce al Paradiso. Può scalare anche le più alte montagne. Nulla diviene impossibile per un corpo formato nella temperanza.
Gesù oggi viene interpellato perché svolga la missione di mediatore tra un uomo e un altro uomo, in ordine all'eredità da dividere. Il pensiero di Gesù già lo conosciamo: "Se il tuo nemico ti chiede la tunica, tu dagli anche il mantello. Se ti costringe a fare con lui un miglio, tu fanne due". Per le cose di questo mondo mai si deve litigare. Ciò che l'altro vuole, lo si dona. Ciò che chiede, lo si offre. Il Vangelo è pace perenne. Gesù si rifiuta perché Lui non è stato costituito mediatore tra l'uomo e l'uomo, per le cose di questo mondo. Lui è il Mediatore tra Dio e gli uomini, per far conoscere loro la volontà del Padre suo e dare loro tutto l'amore del Padre perché siano anche capaci di realizzarla, attuarla, facendola loro propria volontà.
Non si vive un giorno in più perché si possiedono molti beni. Né si muore prima perché si è privi delle cose di questa terra. La vita dell'uomo è alimentata solo e sempre dal Signore. È in Dio ogni sua sorgente. Se è in Dio, delle cose della terra possiamo disfarcene. Usiamo per noi l'indispensabile, secondo la virtù della temperanza o sobrietà, il resto lo diamo ai poveri. Così facendo diventiamo ricchi dinanzi a Dio. Lui ci aprirà le porte del suo cuore, non solo domani, nel suo Paradiso, ma anche oggi sulla terra. Se noi invece chiudiamo le porte del nostro cuore ai bisognosi, anche Dio lo chiuderà a noi e noi saremo nella tristezza, nella concupiscenza, nei molti desideri che tolgono ogni serenità e pace allo spirito. I beni del mondo rendono infelici.
Chi crede in questa parola di luce e verità eterna di Cristo Signore, sempre trasformerà i suoi beni terreni in cibo sublime per il suo corpo. Chi invece non crede, si lascerà conquistare il cuore da essi, non gusterà la vita nel presente e non la gusterà domani, quando questo tempo sarà finito. Anzi sono proprio i beni della terra che lo condurranno alla morte. Gesù non parla vanamente. Non annunzia il suo Vangelo solo per l'eternità. Lo annunzia perché oggi chi crede in esso trasformi il tempo in vero anticipo dell'eternità. Chi è libero dai beni della terra, vive come se fosse già nel cielo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, rendete il nostro cuore libero.

 
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Non giudicare per non essere giudicato

Post n°113 pubblicato il 18 Luglio 2016 da PAOLA11O

http://www.potenzadellacroce.net/contenuti/insegnamenti/insegnamenti_Gesu_040_html_33caef6b.jpg

 
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Il Signore non cerca servitori ma amici.

Post n°112 pubblicato il 17 Luglio 2016 da PAOLA11O
 

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,
ma una cosa sola è necessaria.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore.

UN PENSIERO

Mentre erano in cammino, una donna di nome Marta lo accolse nella sua casa.
Ha la stanchezza del viaggio nei piedi, il dolore della gente negli occhi. Allora riposare nella frescura amica di una casa, mangiare in compagnia sorridente, è un dono, e Gesù lo accoglie con gioia.
Quando una mano gli apre una porta, lui sa che lì dentro c'è un cuore che si è schiuso. Ha una meta, Gerusalemme, ma lui non "passa oltre" quando incontra qualcuno, si ferma. Per lui, come per il buon Samaritano, ogni incontro diventa una meta, ogni persona un obiettivo importante.
A Betania il maestro è accolto da donne che non venivano accolte come discepole dai maestri del tempo. Entra nella loro casa: la casa è scuola di vita, il luogo dove la vita nasce e si conclude, dove celebra le sue feste più belle, dove Dio parla nel quotidiano, nei giorni delle lacrime e in quella della danza dei cuori. E il Vangelo deve diventare vero non ai margini della vita, ma nel cuore di essa.
Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Sapienza del cuore di donna, intuito che sceglie ciò che fa bene alla vita, ciò che regala pace, libertà, orizzonti e sogni: la Parola di Dio.

 
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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Post n°111 pubblicato il 10 Luglio 2016 da PAOLA11O
 

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

IL BUON SAMARITANO

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Chi è il mio prossimo?

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,25-37)

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa così». Parola del Signore.

Riflessioni

La parabola del buon samaritano disorienta molte convinzioni, manifesta il cuore di chi ama Dio o vuole solo servirsi di Dio e offre la visione della disponibilità dei non credenti, dopo averli considerati sempre molto lontani. Il samaritano aiuta l'uomo mezzo morto per amore di Dio, compie un gesto sicuramente non prevedibile.

I samaritani erano considerati eretici dagli ebrei, il motivo era dovuto al loro distacco dall'ebraismo e avevano creato un loro culto, inoltre avevano tradito la razza ebraica sposando anche non ebrei e per i giudei si trattava di un tradimento irreparabile. L'odio comunque era reciproco.

La lite tra ebrei e samaritani era antica, sostanzialmente questi ultimi non erano inclusi nel patto della Legge, di cui Mosè era stato mediatore al Monte Sinai e lui era un ebreo. Quelli della regione di Samaria si distaccarono successivamente e consideravano parola di Dio i primi cinque libri delle Scritture, il Pentateuco.

Essi osservavano la loro Pasqua e la loro Pentecoste sul Monte Gherizim nel distretto della Samaria invece di recarsi come tutti gli ebrei a Gerusalemme nel tempio. La disputa tra ebrei e samaritani era acerrima, per questo gli Apostoli rimasero sorpresi quando videro Gesù che parlava con una samaritana, la donna più volte sposata, vicino al pozzo di Giacobbe.

Per una maggiore comprensione del testo biblico, leggiamo i primi versetti del capitolo 4 di Giovanni che riguardano questo incontro.

«Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni -sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli-, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe.

Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere". I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: "Come mai Tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.

Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è Colui che ti dice: Dammi da bere!, Tu stessa gliene avresti chiesto ed Egli ti avrebbe dato acqua viva"» (Gv 4,1-10).

Abbiamo una spiegazione biblica dell'avversione vicendevole tra ebrei e samaritani, ed era impensabile che uno arrivasse ad aiutare l'altro, proprio nella strada che da Gerico scende a Gerusalemme, percorso ancora oggi pericoloso e fastidioso.

Gesù inserisce nella parabola la figura del samaritano per spiegare agli ebrei che Lo ascoltavano, che si può ricevere aiuto in modo imprevedibile, con un'azione che può rompere gli schemi e far risaltare qualcosa che si considerava impossibile.

Gesù oggi ci dice che Lui agisce quando meno ce lo aspettiamo e quando tutto sembra finito. Gesù proclama che è sempre vicino a noi!

Il samaritano viene chiamato buono quando per nessun ebreo poteva esserlo, proprio perché samaritano.

Però è il samaritano a compiere un gesto che il sacerdote del tempio e il cantore/lettore sempre del tempio, si sono guardati bene dall'attuare. Per gli ebrei era un emarginato mentre il samaritano mise in pratica il Comandamento dell'amore. Conosceva infatti i Comandamenti che Dio diede a Mosè e il suo agire era conseguenza di uno spirito religioso.

Lo stesso gesto di aiutare l'uomo mezzo morto è un atto di pietà grandioso, senza farsi calcoli di convenienza e opportunità. L'uomo ferito poteva essere un brigante gettato a terra, poteva reagire contro lui o lo stesso samaritano poteva essere accusato di avere compiuto l'agguato.

Senza calcoli il samaritano attua la legge dell'amore. Ha tutto da perdere secondo gli uomini, ma davanti a Dio compie un gesto eroico.

Ognuno di noi deve essere un buon samaritano e raccogliere con amore quanti si trovano spiritualmente per terra e non posseggono la capacità di rialzarsi perché feriti a morte. L'intelletto è accecato, la vita interiore sconvolta, la volontà senza guida, i pensieri orientati esclusivamente alle trasgressioni.

Queste persone innanzitutto devono sentirsi amate e mai condannate, come se fossero irrimediabilmente condannate all'inferno.

È Gesù a dirci che il suo intervento può stravolgere una situazione già apparentemente definitiva. Lui può cambiare la vita di persone incorreggibili, ma occorrono anime generose, capaci di pregare molto per essi e, se hanno un amore senza limiti, devono fare anche dei sacrifici per ottenere il miracolo della conversione.

Anche se l'amore a Gesù è primario, il vero amore deve manifestarsi nelle opere, rimane comunque questo il consenso necessario per accedere a livelli spirituali elevati. Il rinnegamento e la rinuncia a quanto non è indispensabile ma sregolato, rimangono assolutamente essenziali per vivere la Parola di Dio.

La domanda posta a Gesù dal dottore della Legge non era inopportuna anche se non pienamente sincera, perché gli ebrei si erano creati 613 leggi, intesi come comandamenti. Alle dieci Leggi date da Dio a Mosè, avevano aggiunto una moltitudine di prescrizioni che arrecavano maggiore sbandamento spirituale.

La domanda nasceva dalla confusione che regnava in tutte queste norme. "E chi è mio prossimo?".

Non conosceva il prossimo pur essendo un esperto della Legge ebraica, davvero un paradosso. Ma la sua intuizione lo spingeva verso l'interpretazione contraria ai samaritani. Da qui l'inserimento nella parabola del samaritano da parte di Gesù.

Noi non possiamo escludere nessuno dal nostro amore e dalle nostre preghiere. Lo insegna Gesù e la sua Parola è Verità.

"Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori" (Mt 5,44).

"A voi che ascoltate, Io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano" (Lc 6,27).

"Se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso" (Lc 6,33).

"Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché Egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi" (Lc 6,35).

 
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Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.

Post n°110 pubblicato il 03 Luglio 2016 da PAOLA11O
 

"Pace a questa casa!"

http://images.slideplayer.it/1/194920/slides/slide_5.jpg

 

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il Regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il Regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo Nome». Egli disse loro: «Vedevo satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei Cieli». Parola del Signore.

Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,1-12.17-20

RIFLETTIAMO

Il Vangelo di San Luca e uno dei Vangeli canonici del Nuovo Testamento ed è suddiviso in 24 capitoli. La definizione più bella data a questa redazione è il Vangelo della misericordia per la presenza di alcune parabole straordinarie come quella del figliol prodigo e del buon Samaritano.
Il Vangelo di San Luca è più profondo degli altri tre, la sua narrazione è approfondita e racconta episodi che nessun altro presenta, come molti particolari degli avvenimenti che riguardano la Madonna, San Giuseppe e San Giovanni Battista.

Ancora più importante risulta per i racconti dell'infanzia di Gesù, descrivendo meravigliosamente l'Annunciazione e un avvenimento che riguarda Gesù a dodici anni, quando si fermò nel Tempio ad istruire gli sbalorditi dottori della Legge.

È il Vangelo che presenta tre bellissime preghiere: il Magnificat, il Benedictus ed il Nunc dimittis.

Questa redazione di San Luca è completa perché inizia con la narrazione delle nascite miracolose di Giovanni Battista e di Gesù, e con uno stile semplice e intenso descrive la vita di Gesù, soffermandosi in molti punti interessanti e catechetici del suo ministero.

Si sofferma abbastanza sulla predicazione di Gesù e mette in risalto con rifinita maestria i suoi miracoli e gli esorcismi praticati su moltissimi indemoniati. Racconta la rivelazione di Gesù della sua Divinità sul monte, quando apparvero Mosè ed Elia ed avvenne la sua trasfigurazione.

La lettura del Vangelo di San Luca è determinante per conoscere inizialmente l'Uomo Gesù per poi arrivare a identificarlo con Dio.

Questo esercizio lo avranno fatto molti pagani. Anche per questo il Vangelo presenta con molta delicatezza i tratti virtuosi di Gesù, mostrandolo come l'Uomo in cui si trova la spiegazione di tutto.

Presenta Gesù pieno di bontà e con una amabilità diversa se non opposta a quella umana.

Il brano del Vangelo di oggi ci presenta con precisa periodicità il richiamo di Gesù alle messe. Per messe in questo caso si intende quanto si raccoglie come frutto di un'attività, è il raccolto abbondante di grano nella circostanza data da Gesù.

Quando le spighe sono giunte a maturazione si passa alla mietitura, è il tempo della messe, intendendo un raccolto abbondante.

Il campo è il mondo e in esso vi è abbondantissima mietitura pronta da raccogliere ma mancano gli operai! Ed è compito nostro pregare il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Gesù dà un avvertimento che vale soprattutto in questi tempi: vi mando come agnelli in mezzo a lupi. L'atteggiamento che bisogna mostrare è quello che ha utilizzato il Signore, rimanendo agnelli nella bontà e in tutte le virtù che però mettono paura ai lupi e li fanno fuggire.

Sono indicazioni date agli Apostoli che dobbiamo accogliere per agire con una Fede forte, valida ad ottenere grandi miracoli.

 
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I MESSAGGI PIU' BELLI

Grazie Paola...se la Pace di Gesù regna nel nostro cuore, allora diventiamo portatori di Pace, diventiamo operatori di Pace. Portare la Pace significa portare Gesù nel nostro cuore, ed in questo modo diventiamo come Gesù. Gesù è il figlio di Dio, noi diventiamo figli di Dio! 

https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSUwBa2JlWdvP7i6W6qfuejnL4FE-uCa2FoGnwnzbVUBparTRciSg

 


VIENI E SEGUIMI

SE ASCOLTATE OGGI
LA  VOCE DEL SIGNORE
NON INDURITE
I VOSTRI CUORI
 VIENI SPIRITO SANTO
VIENI SPIRITO DI PACE
VIENI SPIRITO D'AMORE
Vieni a sostituire questo nostro cuore di pietra, cambia questo cuore in un cuore di carne. Fa che si apre e riempia d'amore il prossimo, fammi accettare le diversità, quelle persone che non la pensano come me. Fa si che dalle mie labbra escono solo parole dettate da te non dalla mia umanità, dal mio sapere. Fa si che riesca a tirare furi tutto ciò di positivo che tu mi hai donato nel corso di questi anni. Fa che una parte dell'amore che tu mi dono lo riesca a donare ai fratelli meno fortunati che non conoscono la luce di Cristo. Che la luce di nostro Signore Gesù riesca sempre ad illuminare il nostro percorso di vita.


 

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto.

 

 

 

 

 

 

 


LA CROCE
Quando io nacqui,
mi disse una voce:
“Tu sei nato
a portar la tua croce”.
Io piangendo
la croce abbracciai,
che dal cielo
donata mi fu;
poi, guardai,
guardai, guardai...
tutti portan
la croce quaggiù.
Vidi un re
tra baroni e scudieri
sotto il peso
di cupi pensieri;
e al valletto
che stava alla porta
domandai:
a che pensa il tuo re?
mi rispose:
la croce egli porta,
che il Signore
col trono gli dié !
Vidi un giorno
tornare un soldato
dalla guerra
col braccio troncato:
perché mesto,
gli chiesi, ritorni?
non ti basta
la croce di onor?
ei rispose:
passaro i miei giorni,
altra croce
mi ha dato il Signor.
Vidi al letto
del figlio morente
una ricca signora
piangente,
e le dissi;
dal cielo conforto
d’altri figli
a te, o donna, verrà...
mi rispose:
contenta mi porto
quella croce
che il Cielo mi dà
Vidi un uomo
giulivo nel volto,
in mantello di seta
ravvolto,
e gli dissi:
a te solo, o fratello,
questa vita
è cosparsa di fior?
non rispose,
ma aperse il mantello...
la sua croce
l
’aveva nel cor.
Più e più allor
mi abbracciai la fatica,
ch’è la croce
dei poveri amica.
Del mio pianto
talor la bagnai;
ma non voglio
lasciarla mai più.
O fratelli,
guardai e guardai...
tutti portan
la croce quaggiù.

 

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Salmo 34, 12-23
[12]
VENITE, FIGLI, ASCOLTATEMI;  V’INSEGNERO’ IL TIMORE DEL SIGNORE.
 
[13]C'è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene? 

 
[14]Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
[15]Stà lontano dal male e fà il bene,
cerca la pace e perseguila. 

 
[16]Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
[17]Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo. 

 
[18]Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
[19]Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti. 

 
[20]Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.
[21]Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato. 

 
[22]La malizia uccide l'empio
e chi odia il giusto sarà punito.
[23]Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato. 
 

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" Signore, da chi andremo .
Tu hai parole di vita terna ! "
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