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COMUNIONE SPIRITUALE
«Gesù mio, 
io credo che sei realmente presente 
nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa 
e Ti desidero nell'anima mia. 
Poiché ora non posso riceverti 
sacramentalmente, 
vieni almeno spiritualmente 
nel mio cuore.
Come già venuto, 
io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te;
non permettere che mi abbia mai 
a separare da te con il peccato».

 

 
a.monte41 il 17/06/14 alle 22:45 via WEB
T'adoriam, Ostia divina, t'adoriam, Ostia d'amor: tu dell'angelo il sospiro, tu dell'uomo sei l'onor: T'adoriam, Ostia divina, t'adoriam Ostia d'amor. Tu dei forti la dolcezza, tu dei deboli il vigor, tu salute dei viventi, tu speranza di chi muor. Ti conosca il mondo e t'ami, tu la gioia d'ogni cuor; ave, o Dio nascosto e grande, tu dei secoli il Signor. .... Buona serata, amica
 

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Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».Sal 94

La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell’“acqua viva”. Quest’acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dell’uomo in un senso più generale.
Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. È questa la convinzione dell’antico Israele come della giovane comunità cristiana. E l’autore dei Salmi parla così al suo Dio: “È in te la sorgente della vita” (Sal 036,10). Ecco la sua professione di fede: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio” (Sal 042,2). La salvezza che Dio porta viene espressa con l’immagine della sorgente che zampilla sotto l’entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez 47,1-12). Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. “Io, sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

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Creato da: PAOLA11O il 24/10/2013
IL VANGELO NEL 21° SECOLO

Messaggi di Agosto 2016

 

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Post n°119 pubblicato il 28 Agosto 2016 da PAOLA11O
 

Chi si esalta sarà umiliato
e chi si umilia sarà esaltato.

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-14)


Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cèdigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Nel Vangelo di oggi Gesù sembra dare lezioni di galateo, in realtà ci dona molto di più: ci insegna il giusto atteggiamento col quale vivere la nostra vita. Un fariseo lo invita a pranzo; qui Gesù osserva come scelgono i posti e li corregge. Vede infatti un'autentica corsa "alla poltrona", con l'unico desiderio di emergere, di mettersi in mostra. Queste persone tanto pie e devote che sono "mangiate" dal desiderio di emergere e di primeggiare purtroppo ci sono anche nelle nostre comunità cristiane! Gesù, ci invita a fare come Lui: a mettersi all'ultimo posto, lasciando spazio agli altri, aspettando che sia il padrone a darci il giusto posto. È un invito all'umiltà, quella vera, che porta a non scegliere in base ai propri interessi, come spesso accade nella nostra società, ma al bene degli altri. Lasciamo che sia Dio a darci il nostro posto, a dirci chi siamo: questa è saggezza! In ciascuno di noi c'è il desiderio di onore e gloria; questo può essere buono. L'umiltà non si contrappone al desiderio di avanzare nella vita sociale o di conseguire un certo prestigio professionale, si oppone però all'ambizione di mettersi in mostra, di emergere, a discapito degli altri e ciò fine solo a se stesso. In questo caso l'ambizione è uno dei volti della superbia, ed è spesso causa di intimo disagio per chi la coltiva: per qual motivo tu ami i primi posti? Per essere al di sopra degli altri? domanda S. Giovanni Crisostomo. La persona umile sa che è al posto che occupa per svolgere un servizio, non per "farsi bello"; e si mette a servizio degli altri, senza cercare sempre un tornaconto. Perciò se voglio coltivare l'umiltà, mi impegnerò a fare un servizio non cercando l'apprezzamento degli altri, né tanto meno che me ne venga qualcosa in cambio.Nella seconda parte del Vangelo, Gesù si rivolge a chi invita, al padrone di casa. E gli dice: non invitare sempre chi appartiene alla tua stretta cerchia di parenti e amici, o chi ti può ricambiare, o chi ti può avvantaggiare. Non fare le cose per interesse, ma per generosità: invita chi è povero, solo, chi non ti può ricambiare, e così sarai beato. Qui c'è un serio esame di coscienza per tutti: nelle nostre case, chi entra? Amici, parenti, e poi? Nelle nostre comunità, andiamo in cerca di chi è realmente povero, solo? Andiamo incontro agli stranieri, agli immigrati, alle persone anche più critiche e lontane da Cristo? Coraggio, non limitiamoci all'interno di un amore interessato e di una concezione chiusa della vita: oggi io da te, domani tu da me. E i poveri restano sempre fuori, gli esclusi sempre gli esclusi. Il Vangelo ci chiama ad una fraternità con due caratteristiche molto chiare: la gratuità e l'universalità. Si da anche a coloro dai quali non si può sperare nulla in cambio. Qui Gesù pensa anche alla futura comunità: la sogna come luogo di ospitalità per tutti gli esclusi. Invitare a pranzo non è solo un gesto di elemosina, ma è inserire i poveri nel giro delle proprie amicizie (S. Fausti)

 
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22 Agosto Beata Vergine Maria Regina

Post n°118 pubblicato il 22 Agosto 2016 da PAOLA11O
 

L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore

L'undici ottobre 1954, S. S. Pio XII istituì la festa della Regalità di Maria,
da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo il giorno 31 maggio; fu poi trasferita al 22 agosto, giorno ottavo dell'Assunzione, per sottolineare il legame della regalità di Maria con la sua glorificazione corporea.Con tale festa il Papa ha voluto sigillare, con la sua autorità, la voce dei monumenti antichi e delle preghiere liturgiche e il senso del popolo cristiano, che attribuirono perennemente alla Vergine la dignità regale.Non si tratta quindi di una nuova verità proposta al popolo cristiano, perché il fondamento e le ragioni della dignità regale di Maria, abbondantemente espresse in ogni età, si trovano nei documenti antichi della Chiesa e nei libri della sacra liturgia.Infatti fin dai primi secoli della Chiesa il popolo cristiano ha elevato preghiere e inni di lode e di devozione alla Regina del Cielo, sia nelle circostanze liete, sia, e molto più, nei periodi di gravi angustie e pericoli; nè vennero meno le speranze riposte nella Madre del Re Divino, Gesù Cristo; e la fede dí coloro che sempre credettero che la Vergine Maria, Madre di Dio, presiede all'universo con cuore materno, spesse volte fu premiata con grazie elette e divini favori.Il primo e più profondo motivo della dignità regale di Maria consiste nella sua maternità divina. Poichè Cristo, per l'unione ipostatica è, anche come uomo, Signore e Re di tutta la creazione, così Maria, « la Madre del Signore », partecipa, benchè in modo analogo, alla dignità regale del suo Figlio.A buon diritto quindi S. Giovanni Damasceno scrive:
« Maria è veramente diventata la Signora di tutta la creazione, nel momento in cui divenne Madre del Creatore; e lo stesso Arcangelo Gabriele può dirsi l'araldo della dignità regale di Maria ».La Beatissima Vergine è Regina non soltanto come conseguenza della maternità divina, ma anche per la parte singolare che, per volontà di Dio, ebbe nell'opera della Redenzione. Infatti come Cristo è nostro Signore e Re anche per il fatto che ci ha redenti col suo prezioso Sangue, così Maria, in modo analogo, è pure nostra Regina, perchè prese intima parte, come nuova Eva, all'opera redentrice di Cristo, novello Adamo, soffrendo con Lui ed offrendolo all'Eterno Padre.E' certo che in senso pieno, proprio e assoluto, soltanto Gesù Cristo, Dio e Uomo, è Re; tuttavia anche Maria, sia come Madre di Cristo Dio, sia come socia nell'opera del Divin Redentore e nella lotta contro i nemici e nel trionfo ottenuto su di essi, partecipa alla sua dignità regale.Infatti da questa unione con Cristo Re deriva a Lei tale splendore e sublimità da superare l'eccellenza di tutte le cose create: da questa stessa unione con Cristo nasce quella regale potenza per cui Ella può dispensare i tesori del regno del Divin Redentore; infine dalla stessa unione con Cristo ha origine la inesauribile efficacia della sua materna intercessione presso il Figlio e presso il Padre.Nessun dubbio pertanto che Maria SS.ma sopravanzi in dignità tutta la creazione e abbia su tutti il primato, dopo il suo Figliuolo.Se il mondo oggi lotta senza tregua per assicurare la pace, l'invocazione del regno di Maria è più efficace di tutti i mezzi terreni per ottenere questo scopo.Pertanto tutti i fedeli cristiani si sottomettano all'impero della Vergine Madre di Dio, la quale mentre dispone di un potere regale, arde di un materno amore.

PRATICA:

Magnifichiamo con legittimo orgoglio di figli la regalità di Maria e proponiamo di riconoscere nella Vergine la nostra vera Madre e Regina. Proponiamo di avvicinarci con maggior fiducia al trono di grazia e di misericordia della Regina e Madre nostra, per chiedere soccorso nelle avversità, luce nelle tenebre, conforto nel dolore e nel pianto, e soprattutto per ottenere in terra quella pace che è il pegno della beatitudine eterna del Paradiso.

PREGHIERA:

Vergine Augusta Padrona e Regina, proteggimi sotto le tue ali, custodiscimi, affinché non trionfi in me l'iniquità. 

 
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L'ASSUNZIONE

Post n°117 pubblicato il 15 Agosto 2016 da PAOLA11O
 

15 agosto

Festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

http://www.itineraricristiani.it/archivio/Immagine/1408006568_assunzione_maria.jpg

La festa dell' Assunzione di Maria ci ricorda che, dopo essere morta, la madre di Gesù fu risuscitata, glorificata e portata corporalmente in cielo. La parola "assunzione" deriva da un termine latino che significa "portare su".

Maria si trova ormai al di là della morte e del giudizio, nella luce del "Regno di Dio"; e tuttavia umana, infinitamente materna, ella rimane totalmente rivolta verso gli uomini, verso le loro sofferenze.

Vi è una differenza sostanziale però tra l'ascesa a la Cielo di Gesù e l'Assunzione di Maria: in Maria l'Assunzione avviene per virtù divina, la Madonna è glorificata da Dio per le sue straordinarie virtù; in Gesù, l'Ascensione avviene per virtù propria in quanto Egli stesso è Dio, e pertanto ha il potere di salire da sé al cielo, ma allo stesso tempo in quanto Figlio di Dio e parte della Trinità Santissima è misteriosamente assunto dal Padre.

 
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XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Post n°116 pubblicato il 06 Agosto 2016 da PAOLA11O
 

Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro
è piaciuto di darvi il suo Regno.

Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo Regno. Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei Cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'Uomo verrà nell'ora che non pensate». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.  In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. Parola del Signore.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,32-48)

 

RIFLESSIONI

La vera ricchezza dipende dal cuore

Si prosegue nella riflessione sulla vanità delle ricchezze spropositate e finalizzate ad egoistici interessi e si continua a considerare come l'uomo si autodistrugge nella continua ricerca di ciò che è effimero e transitorio. A cosa serve possedere anche tutte le sostanze di questa terra, quando la vita stessa non dipende da noi? Quando perfino i capelli del nostro capo sono contati e di ogni cosa in realtà si dispone perché la si è ricevuta e ce n'è stato fatto dono? Dalla lettura delle pagine della Bibbia è certo che il denaro, considerato come fine ultimo e obiettivo spropositato oltre misura, non soltanto rende l'uomo deprezzabile allontanandolo dalla società, ma diventa strumento di distruzione e di autolesionismo. E oltretutto, quando ci si illude che i beni materiali siano garanti di felicità e di sicurezza, immancabilmente si scopre che essi sono causa di depressione, angoscia e smarrimento e ottenebrano l'uomo e la sua libertà. Anche la comune esperienza dell'uomo suggerisce che la felicità non risiede nel possesso, nei beni di consumo e nella sicurezza del guadagno, ma va cercata in qualcosa che prescinda dalla materia e dalla contingenza e che valichi le "colonne d'Ercole" che spesso ci si precostituisce. Seneca a ragione sentenziava: "Che cosa misera è l'umanità, se non si sa elevare oltre l'umano", se non sa cogliere la vita piena al di là delle precarietà e delle prigioni che spesso e volentieri si costruisce in questo mondo. E in effetti la felicità non è di questo mondo, se per mondo si intende la materia e il legame alle false certezze; essa risiede semplicemente in noi stessi e nelle risorse che ci contraddistinguono, nella continua valorizzazione dello spirito e nella personale prerogativa di grandezza. Ciò che noi cerchiamo per ogni dove risiede dentro di noi e "andare oltre l'umano" per cercare la felicità è procacciare ciò che non è effimero. Così in fin dei conti insegna Gesù nel vangelo di oggi: "Dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore." Nell'interpretazione esatta la frase vuol dire che accogliere e accumulare la vera ricchezza è cosa che riguarda semplicemente la nostra buona disposizione: dipende dalle scelte che noi "di cuore" operiamo. Se il cuore è precluso e gonfio di orgoglio, non otterrà alcun tesoro ma accumulerà soltanto debiti; se esso è libero, generoso, aperto allora sarà in grado di ricevere e depositare le vere sicurezze dell'uomo, il vero patrimonio di ricchezza. Dipende quindi dal cuore, cioè da noi stessi conseguire il vero tesoro che non si consuma e che nulla può deteriorare.
In che cosa consiste questo tesoro? Gesù ci da' una risposta immediata nelle prime affermazioni del vangelo odierno: "il tesoro sicuro nei cieli", cioè l'approvazione e la benevolenza di Dio che è dato solo a quel "piccolo gregge" che è capace di un cuore aperto e incondizionatamente generoso. L'amore di Dio, la sua predilezione e la sua approvazione costituiscono in realtà la vera ricchezza, che si concretizza in una sola parola: il Regno di Dio. Ma per ottenere questa occorre liberarsi da tutte le certezze materiali caduche e passeggere. Ciò che infatti occlude l'apertura del cuore è appunto la falsa ricchezza e la spregiudicata corsa al potere e il fascino dei beni di questo mondo. La concupiscenza e la passionalità, la foga di arrivismo e al conseguimento di non necessari traguardi economici, la cupidigia già condannata nella domenica precedente, tutto questo si oppone ad un cuore generoso a proclive alla libertà. Occorre che il cuore prevalga sull'istinto e segua altre ragioni orientando anzi la ragione stessa secondo giusti criteri per cogliere l'importanza e l'efficacia di cui è capace la vera ricchezza "del cielo", il tesoro dell'amore di Dio che non conosce corruzione e non arrugginisce, perché chi ama non passerà mai (1Cor 13).
La dinamica del Regno di Dio, il vero tesoro, è infatti quella dell'amore, che scaturisce da Dio e che il cuore umano ha fatto suo. Essa ci illumina sul nostro vero obiettivo, che è la comunione con Dio nella vita presente nell'aspettativa del futuro avvento del Regno e ci educa anche quanto ai beni materiali: essi hanno la loro importanza quanto basta al fabbisogno e alla dignità personale di ciascuno, ma c'è molta più gioia nel dare che nel ricevere (At 20, 35) e le cose di cui possiamo fare a meno ci giovano di più di quelle che sono oggetto di smodato desiderio. Il vero tesoro inestinguibile risiede nella soddisfazione provate nel dare, nell'utilità comprovata nel farci "prossimi" agli altri, nel beneficio che arrecano a noi stessi il servizio, la generosità e la condivisione molto più che la prevaricazione e l'egoismo. Nella felicità che ci consegue l'amore operoso e identificativo di noi stessi e del nostro rapporto con Dio. Una sola opera di misericordia, scevra da ostentazioni e falso orgoglio, ottiene il premio di Dio e allo stesso tempo contribuisce ad edificare il mondo intero, come soleva dire anche Shakespeare: "Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela, così splende una buona azione in un mondo malvagio."
Come prima si sottolineava, per entrare nella logica del Regno e dell'amore, occorre dischiudere il cuore alla verità e abbandonare le false sicurezze, abbattere le catene di schiavitù con cui il vizio e la cupidigia ci avvinghiano e ci sottomettono. Ma è necessario anche vigilare su noi stessi, stare guardinghi e circospetti per non cedere alle possibili seduzioni e alle sevizie del loro fascino. Nel mondo della propaganda, che presenta come valori il consumismo, il guadagno, la lussuria e lo sperpero improprio, occorre guardarsi bene da tutte quelle allettanti proposte che distolgono dalla vera felicità, e soprattutto dal "tesoro" che di essa è matrice. Occorre prendere le distanze e non lasciarsi abbindolare dalla mentalità di questo secolo perverso che propaga l'egoismo, la voluttà e l'edonismo quali veri valori del nostro tempo e da ogni logica che legittima l'attaccamento al denaro, che è la radice di tutti i mali (1Tm 6, 10). E' indispensabile essere poveri a prescindere da ciò che possediamo, poco o tanto che sia. La vigilanza è una lotta serrata perché la tentazione è continua e perché c'è anche chi propaga l'idea che sia umano e costruttivo cedere alla tentazione; la lotta contro le avversità e le seduzioni non si esaurirà fin quando il padrone della Messe non farà ritorno nel giorno ignoto del Giudizio Universale, quando darà la sua ricompensa ai perseveranti nel bene. Noi procediamo nella speranza di questo avvento finale di giustizia assoluta e definitiva, ma intanto sperimentiamo la succitata approvazione di Dio nell'esercizio della fedeltà assoluta e il guadagno del Signore è già la vera ricchezza conseguita.

 
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I MESSAGGI PIU' BELLI

Grazie Paola...se la Pace di Gesù regna nel nostro cuore, allora diventiamo portatori di Pace, diventiamo operatori di Pace. Portare la Pace significa portare Gesù nel nostro cuore, ed in questo modo diventiamo come Gesù. Gesù è il figlio di Dio, noi diventiamo figli di Dio! 

https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSUwBa2JlWdvP7i6W6qfuejnL4FE-uCa2FoGnwnzbVUBparTRciSg

 


VIENI E SEGUIMI

SE ASCOLTATE OGGI
LA  VOCE DEL SIGNORE
NON INDURITE
I VOSTRI CUORI
 VIENI SPIRITO SANTO
VIENI SPIRITO DI PACE
VIENI SPIRITO D'AMORE
Vieni a sostituire questo nostro cuore di pietra, cambia questo cuore in un cuore di carne. Fa che si apre e riempia d'amore il prossimo, fammi accettare le diversità, quelle persone che non la pensano come me. Fa si che dalle mie labbra escono solo parole dettate da te non dalla mia umanità, dal mio sapere. Fa si che riesca a tirare furi tutto ciò di positivo che tu mi hai donato nel corso di questi anni. Fa che una parte dell'amore che tu mi dono lo riesca a donare ai fratelli meno fortunati che non conoscono la luce di Cristo. Che la luce di nostro Signore Gesù riesca sempre ad illuminare il nostro percorso di vita.


 

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto.

 

 

 

 

 

 

 


LA CROCE
Quando io nacqui,
mi disse una voce:
“Tu sei nato
a portar la tua croce”.
Io piangendo
la croce abbracciai,
che dal cielo
donata mi fu;
poi, guardai,
guardai, guardai...
tutti portan
la croce quaggiù.
Vidi un re
tra baroni e scudieri
sotto il peso
di cupi pensieri;
e al valletto
che stava alla porta
domandai:
a che pensa il tuo re?
mi rispose:
la croce egli porta,
che il Signore
col trono gli dié !
Vidi un giorno
tornare un soldato
dalla guerra
col braccio troncato:
perché mesto,
gli chiesi, ritorni?
non ti basta
la croce di onor?
ei rispose:
passaro i miei giorni,
altra croce
mi ha dato il Signor.
Vidi al letto
del figlio morente
una ricca signora
piangente,
e le dissi;
dal cielo conforto
d’altri figli
a te, o donna, verrà...
mi rispose:
contenta mi porto
quella croce
che il Cielo mi dà
Vidi un uomo
giulivo nel volto,
in mantello di seta
ravvolto,
e gli dissi:
a te solo, o fratello,
questa vita
è cosparsa di fior?
non rispose,
ma aperse il mantello...
la sua croce
l
’aveva nel cor.
Più e più allor
mi abbracciai la fatica,
ch’è la croce
dei poveri amica.
Del mio pianto
talor la bagnai;
ma non voglio
lasciarla mai più.
O fratelli,
guardai e guardai...
tutti portan
la croce quaggiù.

 

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Salmo 34, 12-23
[12]
VENITE, FIGLI, ASCOLTATEMI;  V’INSEGNERO’ IL TIMORE DEL SIGNORE.
 
[13]C'è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene? 

 
[14]Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
[15]Stà lontano dal male e fà il bene,
cerca la pace e perseguila. 

 
[16]Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
[17]Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo. 

 
[18]Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
[19]Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti. 

 
[20]Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.
[21]Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato. 

 
[22]La malizia uccide l'empio
e chi odia il giusto sarà punito.
[23]Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato. 
 

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" Signore, da chi andremo .
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