Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

« INTOLLER(d)anzakörperlicher Ausdruck »

CIRIbiriBIN

Post n°309 pubblicato il 15 Dicembre 2020 da Vasilissaskunk

 

E’ in questo periodo dell’anno che solitamente la mia mente diventa feroce con l’anima … squartandone le budella di sogni mai realizzati … bilancia ossessiva di cio’ che non sono... non fui mai stata... ne mai saro’ …

Aumenta il peso dell’angoscia di quel che mai si realizzerà,  perché con l’età la consapevolezza prende il sapore dell’acqua di mare in bocca … fresca certo ma vomitevole … e come un ‘onda, specialmente in questo periodo di finne anno , mi schianto con le mie illusioni su scogli… scoglioNATA _per ricompormi rabbiosa nelle infinite lacrime dei mie pianti di mezzaETA’? …

Infranta e spezzettata  urlo alle molecole accaduevolmente … ma non succede niente …

 

Solo uno swing che viene dal passato …Chi era la bella Gigogì ?? …  fior di margherita che cos’ è la vita senza amor?? … fior di verbena senza pena …. Poi doman chissà tutto finirà ma per oggi canto …

CA_RA_PA_CE      CARA_PACE     CARAPACE…

Commenti al Post:
Bouvard
Bouvard il 16/12/20 alle 00:59 via WEB
Non faccia così... pensi a tutta la meravigliosa parabola discendente che l'aspetta... come scivolare nel cotone e nell'ovatta. Prima del buio uterino dell'urna.
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 21/12/20 alle 12:13 via WEB
comune parabolante discesa... chi prima chi meno chi poi ...CHI/s_sa?
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
Inviato da: je_est_un_autre
il 01/03/2023 alle 18:18
 
 

CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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