Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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ERINNERUNG

Post n°362 pubblicato il 14 Dicembre 2021 da Vasilissaskunk

Wanderers Nachtlied ("Über allen Gipfeln")
Über allen Gipfeln
Ist Ruh.
In allen Wipfeln
Spürest du
Kaum einen Hauch.
Die Vöglein schweigen im Walde.
Warte nur, balde
Ruhest du auch. GOETHE

 

Sulle alte cime fruscia nel vento la pace,  immobile tra i rami nei boschi ti osserva scrutandoti nei movimenti ... non si vede eppur è li, la si percepisce negli spiragli di luce tra i rami nel silenzio dell'aria ... tutto è ragionevolmente perfetto in assenza dell'uomo... la socialità imposta viene meno così come quella goffa impalcatura di tessuto sociale finto... la mente crea prigioni ... la mente le libera ... è in una sana e consapevole solitudine che si ritrova l'intimismo ... mi rinchiudo volentieri nel mio carapace ...lontana dal frastuono di svelati finti sentimenti ... che importa se a pochi o a nessun importa effettivamente come stai ... di quell'oscura ombra che si nasconde tra le viscere deve importare solo a te ...

 Su tutte le cimeè pace.

In ogni chioma

non senti neanche un alito.

Gli uccellini tacciono nel bosco...

Aspetta, ancora un pocoavrai pace anche tu...

Commenti al Post:
misteropagano
misteropagano il 09/01/22 alle 14:16 via WEB
eccomi con ritardo ma giusta per uno sguardo sui profili delle montagne dove le nuvole e il vento insegnano il tempo..buon 2022
 
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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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