Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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WirWERDENsehen

Post n°373 pubblicato il 15 Aprile 2022 da Vasilissaskunk

Wasser das bin ICH 

>>>>>>>>>>>>> io sono acqua  ... acqua fresca che prepotentemente scorre verso il mare delle possibilità .. .sbatto furente sulle pietre dell'esperienze ... rallento nelle anse della noia quotidiana  per poi correre di nuovo spumeggiante in instintive  rapide .. e poi  cado ericao  in cascate emozionali e poi via via e acora più in la ....

 

Ieri sera ero stanca di abitarmi ...sono andata al fiume e  tra il frastuono delle cascate mi sono immersa ho raggelato le anse delle mie ansie  rivitalizzando  mente e corpo.. acqua fresca verde e cristallina ...solo io ... ed ogni volta mi  sento sempre piu' viva anche se ogni volta sempre di men lo son ... 

WASSER das bin ich 

 

Commenti al Post:
manu_el1970
manu_el1970 il 15/04/22 alle 13:20 via WEB
Devi stare in un bel posto o se è solo fantasia è il bel poto che sta dentro di te. Io ritrovo energie nei giri in bicicletta tra argini e colli o in camminate notturne lungo il fiume, meglio se non c'è nessuno. Per le ansie ahimè, con quelle ormai mi tocca conviverci. Altro bel post, mi piace.
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 15/04/22 alle 14:03 via WEB
entrambe le cose abito in un bel posto ...e talvolto ho bei posti dentro di me, grazie
 
   
manu_el1970
manu_el1970 il 17/04/22 alle 11:45 via WEB
Direi una doppia fortuna, ti Auguro un buona Pasqua...
 
ormalibera
ormalibera il 18/04/22 alle 09:14 via WEB
Noi siamo acqua e luce
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 19/04/22 alle 09:43 via WEB
talvolta anche tenebra ... io sicuro piu' acqua
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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