Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

Messaggi del 16/10/2021

der Tag des großen Mist

Post n°356 pubblicato il 16 Ottobre 2021 da Vasilissaskunk

Il giorno del grande sterco era sul divenire ...

>> GLI ALTOPARLANTI NEURALI STRIDEVANO CONTINUI INCITANDO DI UNIRSI ALLA GRANDE FRITTATA  ma tanto invito e poi non era tant'è che i prodi marinai del porto verticale erano assai presi a mantere le larve psicotrope vive tra le onde orizzantali ... Fu qualche ora della notte prima che DOMITILLA in quel sano  desio pre sterco

comprese che le sue  intenzioni non erano assolutamente frazionabili  … i buoni propositi erano oramia  in fila alla cassa della volontà.

Aveva pensato di tagliarsi  i capelli in sacrificio alla grade frittata … ma si arrese  all’evidenza che iil volto scoperto in quel triste periodo storico non poteva tenerlo ... non c'era piu' empatia e  i tuorli strapazzati e riigurgitati in sterco si ergevano roamai a detentori di ragione assoluta ... la nonna era campionessa di charleston ... il nonnno un ardito ...

Sedeva dubbiosa  sulla doralse del vissuto ...gomiti sulle ginocchia... di una cosa era certa desiderava altresì selezionare gli interlocutori ....comprese che nelle pseudo neuroxellule in orbita rimaste ad alcuni alllogiava in naftalina un vacuo e melmoso ricordo di democrassia ma come dire, comodi ma come dire poca soddisfazione   ...Comunque sia la tana del passato era sempre sempre sempre lì languida e in agguato … 

sopravvivere non era per la sua essenza ---semplicemente insieme ad altri vide i tuorli diventare sterco e paventar purezze ... decise altresì di muover i suo passi nel bosco trapezzoidale alla ricerca della grande anima vellutata per portar nell'antro della consapevolezza il messaggio del marinaio del mare verticale ..

I capelli si fecero nuovamente verderame 

 
 
 

ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Siamo tutti granelli di polvere che si posano sulle cose;...
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Mi dispiace per la perdita del tuo papà. E' un...
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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
Inviato da: je_est_un_autre
il 01/03/2023 alle 18:18
 
 

CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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