Messaggi del 27/09/2021
Post n°353 pubblicato il 27 Settembre 2021 da Vasilissaskunk
BIENVNODOS NELLE GRANDE FRITTATAS !!! DOVE TUTTO è giallamente possibile in libertà ! Ricordatev che per aggiungere e far parte di essa dovete avere con voi il pezzodiuovoguscio da esibire per far parte dell'impasto ...
Domitilla ascoltava sorridente gli avvisi deglialtoparlanti neurali e guardava scettica il grande impasto muoversi e ribollire in bolle tutto era insistinti ognuno roteava in esso illuso della libertà di farne parte ... ENTRATE NELLA GRANDE E POTRETE FARE TUTTO (esattamente come prima) ....
LA GRANDE frittata tutto migliore renderà parapapapapapapapapaa---- non esitare mostra il guscio d'uovo al posto e così potrai con essa lievitare ...
Uffa che noia penso' e piano piano sempre al margine della foresta si defilo' non amava dispezzare ne dall'oblio farsi incamerare ... correva il fiume verde di metilmetacrilato profumato e i capelli da blu diventaron verdi ... Oramai in natura di suoi simili ne eran rimasti pochi ...preferivano tutti il grande sogno colletivo della Grosse Frittata tutta sorridendente dorata >>>> ENTRATE ENTRATE WILKOMMEN .... nessuno pero' si accorse ch c'era un lucubre dettaglio femorale ... il guscio piano piano ....
ZUSAMMEN ERWACHSEN WIR ...
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2024 alle 20:29
Inviato da: Marion20
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Inviato da: je_est_un_autre
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