veli di tenebra

Marionette


Sono su questo palco da tempo, partecipo ad un' infinita pantomima dove siamo tutti protagonisti, comparse e spettatori, ma il tempo del copione a me dedicato non è ancora giunto.Proseguo i miei intermezzi fra le storie di tutti coloro a cui sfioro l'esistenza e intanto scorrono febbrili fra le dita del mastro burattinaio i fili della mia vita, noncurante che siano intrecciati e logori, continua a impormi la sua volontà spettacolo dopo spettacolo.Sono stanco, il tempo e le vicissitudini logorano il mio corpo e ad ogni atto frammenti di me si perdono sulla scena, provo a raccoglierli ma finiscono calpestati e ridotti in polvere spazzati via dalla frenesia dei loro movimenti, ormai il mio petto e il mio volto sono un reticolo di fini crepe e da loro si può intravedere il vuoto che alberga il mio animo anche se occorre la volontà del cuore per spingersi oltre la maschera dipinta sulla mia " pelle", c'è bisogno d'impegno per scorgere oltre il vacuo vessillo del personaggio e trovarne infine la vera essenza.Talvolta la tentazione d'abbandonare questo inutile carosello c'è ed è forte, ma la paura di perdere anche quel poco che ho di caro nella memoria e la voglia di scostare i veli che ammantano il mio destino si contrappongono a questo desiderio di annichilimento ed allora torno a calcare la scena, comincio a recitare a soggetto decidendo io tempi scenici anche se conscio che si tratta di una mera illusione di possedere il controllo, è solo una variazione su un copione già stabilito ma va bene anche in questo modo.Per quanto possa la mia mente leggere tra le righe del pentagramma della vita, non è nelle mie possibilità creare una sinfonia simile con la sua caotica eufonia, pertanto rimango appeso ai fili della mia esistenza esibendomi su queste note provenienti dalle corde delle nostre anime nell'attesa che risplenda anche per me l'occhio di bue sul palco del mondo.