Eternità di Ore

Post N° 3


Il Canto lo condusse ad una giungla, a delle rovine che già aveva visitato; e, per un confuso momento, si chiese se non fosse lui stesso il Cantante. Se non fosse stata la sua stessa anima a condurlo fin qui.Come potrebbe il Canto essergli altrimenti così familiare? Così insostenibilmente intimo? Quindi ne udì la voce... proveniente non da sé, ma da tutto intorno a lui. Da ciascuna pianta e ciascuna pietra, da ciascuna fiera e ciascun uccello.E ne vide gli occhi... fieri e luminosi comr quelli di un animale... che lo fissavano da ciascuna stella e ciascun grano di polvere.Una porta gli si aprì nell'anima: vi caddè, precipitando in se stesso; affogando in ciascuna vita aveva vissuto in precedenza. Ed in ogni vita che avrebbe vissuto in futuro... fino al termine del Creato.Cadde, ruotò. Si Arrese, vorticando nel Tempo e ad di là di esso.Quindi si liberò da esso. Si ritrovò a fronteggiarla in una radura, in un silenzio così assoluto da confonderlo e metterlo a in agitazione e disagio."Chi sei?" domandò."Sono", rispose lei, "la Donna Eterna"."Sono la Donna che ha assistito all'ubriaco peregrinare dell'umanità nei secoli... un peregrinare bagnato da violenza, bramosia e crudeltà.""Sono la Donna che ha visto Madre Terra venire brutalmente calpestata dalla suola chiodata dell'uomo.""Sono colei, infine, che invidia i figli della Terra con ogni suo respiro: gelosa del loro desiderio e dell'innocenza dei loro sogni. Della loro selvaggia esuberanza.""Della loro capacità di essere tutto ciò che ero io un tempo.""Ma chi sei?" domandò lui nuovamente.