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LETTERE DAL PIANETA
 
Corrispondenza con due viaggiatori in cambiamento

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Messaggio n° 24 28-02-2006  
 

CASABLANCA  28-02-2006

Alle 6.40 ora locale, siamo arrivati in Marocco dopo un volo di 7 ore direttamente da New York, cosi č finita la nostra esperienza americana, vicinissimi ormai al nostro appuntamento con l' 11 marzo a Madrid. Le sensazioni che proviamo in questo momento sono discordanti, da un lato siamo contenti di terminare questo lungo e faticoso viaggio, dall'altro ci abbiamo preso gusto e un po' siamo spiazzati nell'immaginarci nella quotidianeita' di casa nostra.

Da Ocosingo in Chiapas ci siamo separati nuovamente solo per qualche giorno: Vincenzo e' partito per le zone zapatiste e Roberto per le splendide spiaggie dei caraibi. Entrambi abbiamo avuto la nostra delusione: Vincenzo perche' nel bellisimo villaggio de la Realidad immerso nella selva e' stato completamente ignorato (qui tiriamo le orecchie alla associazione Ya Basta di Bologna, che non ha lavorato come da accordi), Roberto perche' 18 anni dopo ha ritrovato la cittadina di Playa del Carmen devastata dalle costruzioni e dal turismo. Prima di ricongiungerci 4 giorni dopo a Villa Hermosa abbiamo visitato separatamente le famosissime rovine Maya di Palenque e Chichen-Itza, luoghi di grande attrazione turistica, ma anche orgoglio di una popolazione indigena sempre piu' forte nella societa' messicana. Di nuovo insieme appassionatamente, abbiamo deciso di fare la nostra meritata "vacanza" a Real de Catorce, paesino circondato dal deserto a nord di citta' del Messico, noto per i mitici peyote. Abbiamo passato 4 giorni stupendi e rilassanti in compagnia con un folto gruppo di italiani e con ancora il sapore amaro in bocca del peyote siamo partiti per la frontiera con gli Usa. Nella citta' di Laredo sul Rio Bravo abbiamo conosciuto  diversi migranti messicani, che ci hanno parlato delle rigide leggi yankee sulle immigrazioni e ancora una volta con il nostro passaporto italiano ci siamo sentiti dei privilegiati. Cosi' come programmato abbiamo attraversato il sorvegliatissimo confine presso la citta' USA di Del Rio dove abbiamo atteso piu' del dovuto il treno in forte ritardo, che ci ha portato a New Orleans. Poco dopo Houston in Texas cominciano a manifestarsi ancora oggi i terribili segni del tifone Katrina, alberi sradicati e tetti scoperchiati; nella citta' fantasma, capitale del Jazz la desolazione nell'enorme periferia e' impressionante, migliaia sono le case abbandonate e molti tra i pochi abitanti rimasti cominciano a pensare che il cambiamento climatico globale sia un problema urgente. Nonostante tutto cio', durante la nostra permanenza era in pieno svolgimento il famoso carnevale, il Mardi Grass, dove gli uomini usano regalare collane alle donne che passano per le strade del quartiere francese, perche' loro ricambino questa gentilezza mostrando maliziosamente le tette. A malincuore quindi, siamo ripartiti per New York con in testa la bella musica ascoltata per le strade e tanti bei panorami. Nella capitale mondiale degli affari, indubbiamente affascinante, siamo sbarcati a pochi metri da Time Square dovendo da subito fare i conti con i prezzi altissimi e un freddo vento gelido, che ha ridotto non poco i nostri movimenti in citta'. Un po' per scherzo, un po' per convinzione abbiamo portato il nostro messaggio alle nazioni unite e poi alla chiesa di S.Paul adiacente a "Ground Zero", dove pero' ci hanno cortesemente impedito di lasciarlo tra i tanti pensieri arrivati da tutto il mondo. Per niente soddisfatti siamo usciti e il messaggio lo abbiamo attaccato fuori insieme ad altre testimonianze, lungo la recinzione che delimita l'area del disastro. Non avevamo visto prima New York, ma l'impressione e' stata quella di una citta' orgogliosa di essere al centro del mondo, per niente distolta dalla sua missione nonostante la terribile tragedia. In verita' le poche persone con cui abbiamo parlato, tutti migranti per lo piu' siciliani, sono troppo impegnati nel duro lavoro e nel vivere frenetico, ed e' forse per questo che non siamo riusciti  piu' di tanto ad approfondire i discorsi.


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