LETTERE DAL PIANETA

SANTIAGO DEL CILE 04-12-2005


Scusate se per cominciare raccontiamo la storia dei nostri ultumi 20 giorni, ma é prima di tutto una nostra necessitá riordinare le idee su quanto é accaduto, visto che i continui spostamenti a cui ci stiamo sottoponendo non ci permettono di fissare le nostre emozioni. Siamo partiti da Nuova Delhi in India il 18 novembre per la Nuova Zelanda perché viaggiando sempre verso est ci é sembrata fosse la tappa piú logica di avvicinamento al Sud America e anche perché abbiamo pensato fosse l´unica occasione della nostra vita di visitare un paese tanto lontano. Lo scalo previsto é stato di un giorno pieno a Singapore dove siamo arrivati stanchissimi, cosí abbiamo dormito un paio di ore su un prato tagliato all´inglese nella centro della cittá - stato perfettamente pulita e perfettamente organizzata per ospitare banche e societá multinazionali. Passaggiando fiaccamente con le nostre macchine fotografiche abbiamo incontrato l´organizzazione Fulan Dong che lamenta persecuzioni e torture in Cina. Ci hanno dato un CD e alcuni documenti, ma giá da una prima lettura abbiamo avuto da ridire per via del loro violento e viscerale anticomunismo e per la loro richiesta di ritorno alle antiche tradizioni imperiali cinesi. Verso sera siamo tornati all´aereoporto con la notizia dell´imminente condanna a morte di un trafficante di droga australiano pescato dalla severissima polizia di Singapore e ci siamo imbarcati nuovamente su un aereo con destinazione Christchurch in Nuova Zelanda. Al nostro arrivo siamo stati trattenuti per piú di due ore dal personale della dogana per il fatto che molto stranamente non eravamo in possesso di un biglietto aereo per potere uscire dal paese. Dopo avere risistemato i nostri zaini, accuratamente ispezionati dai doganieri, abbiamo finalmente potuto vedere il cielo limpidissimo della Nuova Zelanda e nonstante la stanchezza abbiamo avuto un brivido di gioia. Dopo un´altra notte insonne per via del fuso orario abbiamo conosciuto Patrice, un amico degli Stati Uniti in fuga da Bush che ci ha consigliato, anche solo per motivi economici, il noleggio di una automobile. Cosí con soli 20 euro al giorno, benzina esclusa (circa 80 centesimi di euro al litro), siamo partiti con un auto con il cambio automatico e il volante a destra per 5 giorni di spensierato girovagare tra bellissimi paesaggi semideserti. L´ultimo giorno, il quinto, siamo stati intervistati da un giornalista di un quotidiano nazionale interessato al nostro viaggio, poi siamo partiti per Christchurch lungo la rotta di un treno turistico transalpino allo scopo di catturare immagini dall´esterno di una delle tre linee ferroviarie attive in Nuova Zelanda. Giunti alla stazione di Christchurch abbiamo posato come modelli per un fotografo inviato dal giornalista conosciuto la mattina e ci siamo fatti un sacco di risate. Il giorno seguente all´alba con il treno e poi con la nave (tutto carissimo), siamo partiti per la capitale Wellington. Abbiamo dormito come al solito nel dormitorio di un ostello (backpackers) a circa 15 euro a testa, e poi la mattina abbiamo chiamato una compagnia di autonoleggio che affida gratuitamente un´auto a chi é disposto a riportarla a 700 km piú a nord ad Auckland, la cittá piú grande ed importante della Nuova Zelanda. Siamo partiti subito, la spesa che abbiamo dovuto sostenere é stata quella della benzina, ma abbiamo potuto visitare un piccolo e sperduto villaggio Maori di 19 abitanti, Parihaka, simbolo della lotta di questo popolo polinesiano contro il furto della terra operato dai colonizzatori inglesi. Qui abbiamo bevuto un the nella roulotte di Charlie, qui abbiamo raccolto una bellissima intervista con il sindaco del villaggio. La giornata é finita in un backpackers ad Auckland alle 4 di notte dopo che lungo la strada abbiamo visto un kiwi (uccello simbolo della Nuova Zelanda), una decina di opossum e lo splendido cielo stellato dell´emisfero australe. Al risveglio abbiamo portato l´auto dove l´aspettavano e ci siamo fatti accompagnare all´aeroporto. Era il 28 novembre e abbiamo comprato un biglietto carissimo per Santiago del Cile per la prima data disponibile del 7 dicembre. Senza nient´altro da fare, con un conto salatissimo per poco piú di 10 giorni di viaggio nella terra dei kiwi, abbiamo deciso di presentarci tutti i giorni alla lista d´attesa dell´unico aereo (solo 5 volte alla settimana, 264 posti) che collega direttamente Australia e Nuova Zelanda con tutto il Sud America, Messico compreso. L´altro volo, quello dell´Aerolineas Argentinas (4 volte la settimana) non funzionava causa uno sciopero pesante a Buenos Aires. Abbiamo visto gente avventurasi per la fretta in un quasi giro del mondo in aereo, per Singapore-Francoforte-Buenos Aires-Cordoba, poco meno di 50 ore di viaggio. Grazie alla nostra tenacia e alla comprensione degli addetti ai lavori il 2 dicembre siamo stati finalmente imbarcati. Con sorpresa ci hanno fatto accomodare in classe business, cosí abbiamo brindato con lo champagne l´inizio della nuova avventura sudamericana. Sono stati giorni intensi sempre in movimento tra scenari unici, lussureggianti, tra pascoli che si perdevano a vista d´occhio e montagne innevate, laghi e ghiacchiai. Avremmo potuto praticare ogni sorta di sport estremo, anche quello che dovranno inventare, ma il nostro desiderio continuo di avere contatti con la gente del posto hanno fatto passare in secondo piano queste possibilitá. allora ricorderemo Charlie, per il suo saluto Maori e per come ci ha aperto la sua casa-roulotte, ricorderemo Paul il sindaco, per averci fatto conoscere aspetti della storia Maori che altrimenti non avremmo conosciuto, ricorderemo due ragazzi con cui abbiamo giocato a calcio in un piazzale di un piccolo paesino vicino all´aeroporto, ricorderemo un ragazzo Maori che ci ha salutato mentre spediva una lettera a un suo amico in carcere: "tra poco é Natale, cosí non si sente solo".Arrivederci a tutti