LETTERE DAL PIANETA

CARTAGENA 19-01-2006


Siamo di nuovo in due a scrivere questo messaggio, ora siamo in questa bella cittá sul mar dei Caraibi cercando un passaggio via mare per Panamá, ma non lo abbiamo trovato. Il velista piú simpatico, un francese, parte solo fra 10 giorni. Il propietario californiano di un grosso motoscafo, parte forse martedí e altri con cui abbiamo parlato, pensano di muoversi per i primi di febbraio. Niente da fare quindi, partiamo domani-mattina con un piccolo aero e in una sola ora saremo a destinazione. La buona notizia é che abbiamo recuperato il buon umore, il rospo é ingoiato, cosí abbiamo trovato la forza di incontrare qui in cittá, i lavoratori-sindacalisti della cocacola. Le loro decise accuse alla multinazionale USA, per le sue intimidazioni nei confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti, ci hanno convinto ancora di piú a proseguire nel nostro boicottaggio nei confronti dei suoi prodotti, cosa difficilissima in America Latina. Passare dal Club Nautico e le sue belle barchette ormeggiate, allo squallore dei quartieri miserabili di Cartagena é il modo giusto per comprendere le contraddizioni di questo continente, noi lo abbiamo fatto ed é stato penoso frequentare ambienti lussuosi ed effimeri o allontanare con forza i bambini cenciosi che ci si aggrappavano adosso per qualche moneta, ma questo é il Sudamerica dove tutto é passione e furore, festa e dolore, amore e morte. Siamo entrati in Perú il 30 dicembre in tempo per raggiungere Cuzco con il treno turistico proveniente da Puno e festeggiare l´ultimo dell´anno. Abbiamo poi tentato di raggiungere Huancayo e ci siamo fermati prima perché le condizioni atmosferiche rendevano estremamente precarie le comunicazioni via terra. Da Andahuaylas abbiamo dovuto viaggiare in aereo fino a Lima, dove abbiamo cercato di salire sul treno merci per Huancayo, un treno che raggiunge la quota di circa 5000 metri sul livello del mare, ma non ci é stato concesso. Cosí poco prima di partire verso Ecuador e Colombia ci hanno rubato lo zaino e ci siamo divisi. L´8 gennaio, Robby é partito per Loja in Ecuador, poi con il treno da Alausi fino a Riobamba, poi Quito, Cali, Medellin e finalmente Cartagena; Vincenzo é partito il 12 e in 4 giorni senza soste é arrivato anche lui. L'incontro é avvenuto casualmente alla stazione dei pullman di Medellin, alla biglietteria dell'unica compagnia che viaggiava di mattina. Si riparte e cosí archiviamo Perú, Ecuador e Colombia dove la sorte non é stata con noi. Arrivederci a presto